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Cronache

Lacrime e rabbia ai funerali Roberta Suragusa

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Siate resilienti, non consentite a nessuno di controllare la vostra vita. Denunciate subito ogni violenza: Erica Brancato, cugina di Roberta Siragusa, la 17enne assassinata il 24 gennaio a Caccamo, si rivolge alle donne e lancia loro un appello accorato a ribellarsi alla violenza e ad affidarsi alle forze dell’ordine. Lo fa, tra lacrime e rabbia, nel giorno del funerale della giovane vittima, trovata senza vita in fondo a un dirupo. I pantaloni abbassati, ferite al cranio, il corpo semibruciato. Per gli inquirenti, il fidanzato Pietro Morreale, in cella con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, l’avrebbe colpita alla testa e stordita, poi le avrebbe dato fuoco. Roberta, dunque, sarebbe stata arsa viva e sarebbe morta per soffocamento. Una ricostruzione che attende la conferma degli esami istologici disposti sui polmoni della vittima. “La terza del 2021- ha ricordato Erica”. “Vogliamo rivolgerci a quelle donne che si trovano nella sua stessa situazione. Non abbiate timore – ha detto -. Parlatene, abbiate il coraggio di affrontare la situazione, c’e’ sempre un posto sicuro disposto a proteggervi. A voi amiche, sorelle, colleghe, parenti siate curiose delle difficolta’ che vi confidano e se capite che si trovano in pericolo avvisate i carabinieri. Non siate indifferenti, non giratevi dall’altra parte”. Le violenze subite dal fidanzato Roberta le aveva confidate alle amiche che in piu’ di un’occasione avevano cercato di convincerla a lasciarlo. Ma la ragazza aveva paura, lui l’aveva minacciata. Fino all’ultima lite, scoppiata durante una festa, per motivi di gelosia. Roberta e Pietro hanno lasciato la comitiva con cui avevano passato la serata e si sono allontanati in macchina. Il giorno dopo il ragazzo e’ andato dai carabinieri dicendo che era accaduta una cosa grave e li ha portati sul luogo in cui era il cadavere. La spiegazione data agli inquirenti e’ stata ritenuta inverosimile – la ragazza dopo una discussione si sarebbe data fuoco da sola e sarebbe caduta nel dirupo – e sarebbe smentita dalle tracce di sangue trovate nella macchina di Pietro e dal mazzo con le chiavi della vittima recuperato vicino al campo di calcio dove di solito si appartano le coppiette. Al pm e al gip Pietro non ha mai voluto rispondere. Il giudice delle indagini preliminari, che ha deciso di lasciarlo in carcere dopo il fermo della Procura, lo ha descritto come un criminale determinato, incapace di comprendere la gravita’ dei gesti compiuti. “Abbiamo fiducia nella giustizia e giustizia chiediamo per te. – ha detto oggi il sindaco di Caccamo durante il funerale – Una cosa e’ certa il tuo sacrificio non sara’ dimenticato. Ti prometto che renderemo sempre vivo e costante il tuo ricordo. Oggi non e’ un addio. Ciao Roberta da oggi potrai danzare nel cielo insieme agli angeli del paradiso”.

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Cronache

La morte di Eleonora, uccisa con 24 coltellate

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È stata massacrata con 24 coltellate Eleonora Guidi, la 34enne uccisa dal suo compagno, Lorenzo Innocenti, all’alba di sabato scorso, nella loro abitazione a Rufina, comune in provincia di Firenze. Con un coltello da cucina è stata colpita alle spalle, al collo e al petto. A rivelarlo sono i primi risultati dell’autopsia che è stata eseguita all’istituto di medicina legale di Firenze dalla medico legale Susanna Gamba. Nelle prossime ore, la salma sarà restituita alla famiglia Guidi perché possa essere celebrato il funerale. Sono intanto ancora stazionarie ma gravi le condizioni di Lorenzo Innocenti, ricoverato in coma farmacologico al policlinico di Careggi: l’uomo, architetto, 37 anni, dopo aver ammazzato Eleonora si è lanciato dal terrazzo al secondo piano del palazzo dove la coppia viveva cn il figlio nato nel luglio 2023. In ospedale è stato sottoposto al test tossicologico, anche se risulta che non abbia mai assunto sostanze stupefacenti.

“I medici non si sbilanciano ma oggi sembrano più ottimisti” dice l’avvocato Patrizio Fioravanti che assiste Innocenti. Intanto il bambino, che guardava i cartoni animati alla tv in una camera vicina alla stanza dove si è consumato il delitto, è stato affidato alla sorella della vittima. Nel pomeriggio, gli avvocati della famiglia Guidi, Jacopo Piccioli e Silvia Perondi, si sono recati nell’abitazione accompagnati dai carabinieri per recuperare abiti e giochi del piccolo.

I carabinieri, diretti dalla pm Ornella Gaelotti, hanno sequestrato i cellulari della coppia, quello di lei sul comodino, quello di lui su una scrivania. Nei prossimi giorni il contenuto dei cellulari sarà passato al setaccio alla ricerca di eventuali messaggi che possano svelare un possibile movente ma sarà prima necessario eseguire la copia forense del contenuto: se venisse forzata l’apertura, violando il sistema di sicurezza, il rischio è di perdere dati conservati. Sabato scorso, secondo quanto ricostruito, Eleonora stava preparando il caffè in cucina quando il compagno l’ha colpita, inizialmente alle spalle.

La donna ha tentato di fuggire ma è crollata sul pavimento appena uscita dalla cucina, a pochi passi dal figlio. Niente in passato avrebbe lasciato presagire la tragedia. I due, almeno apparentemente, sembravano una coppia serena. Con il bimbo ancora piccolo, lei non faceva una vita sociale, ma la sera prima erano usciti insieme. E’ emerso solo che negli ultimi due giorni, secondo alcune testimonianze, Innocenzi, descritto come una persona riservata, sarebbe apparso confuso e aveva chiesto un incontro al padre per parlare. In ricordo di Eleonora e per sostenere le famiglie coinvolte, si apprende dal sindaco Daniele Ventura, ci sarà una fiaccolata a Rufina mentre per i funerali sarà proclamato il lutto cittadino. Nei prossimi giorni sarà inoltre organizzata una raccolta fondi per il bambino.

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Cronache

Cade in bici, morto 15enne nel Bolognese

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Incidente mortale, nel pomeriggio, a Pioppe di Salvaro nel comune di Grizzana Morandi, sull’Appennino Bolognese. A perdere la vita, poco dopo le 15.20, un ragazzo di 15 anni, residente a Marzabotto, caduto mentre percorreva Via Pioppe in sella alla sua bicicletta. A quanto appreso il giovane – per cause ancora da accertare compiutamente, – ha perso il controllo del mezzo finendo per sbattere contro un muretto a bordo strada. L’impatto con il manufatto non gli ha lasciato scampo. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 con una ambulanza, un’automedica e l’elisoccorso oltre ai Carabinieri per tutti i rilievi del caso. Non risultano coinvolti, nell’accaduto, altri veicoli.

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In coma per un incidente nel trevigiano, muore dopo 33 anni

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donna in ospedale

E’ morta dopo 33 anni di coma una donna, Luigina Brustolin, 60 anni, che il 23 maggio 1992 ebbe un grave incidente stradale lungo la strada Feltrina, a Pederobba, in provincia di Treviso, nel quale morì la figlioletta Sara, di un anno e mezzo, che era a bordo della vettura. Lo riporta oggi la Tribuna di Treviso. La donna, all’epoca 27enne, venne portata in ambulanza all’ospedale di Feltre (Belluno) poi in elicottero all’ospedale di Treviso. La piccola morì dopo 35 giorni dall’incidente, la madre, che aveva riportato un trauma cranico, finì in coma. Da tempo era ricoverata al centro servizi Opere Pie Onigo, di Pederobba, di recente trasferita all’ospedale San Camillo di Treviso, dove è deceduta il 7 febbraio scorso.

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