Anticipato l’esordio della Var in Champions League già a partire dagli ottavi di finale dell’edizione in corso: il comitato esecutivo dell’Uefa, riunitosi a Dublino, ha deciso di introdurre la “Video Assistant Referee” praticamente da subito. Il presidente Ceferin ha convinto i membri dell’Esecutivo ad anticipare il via libera. Il primo passo ufficiale era arrivato da Nyon, dove si era riunito il comitato esecutivo per dare il via libera al programma di rodaggio che avrebbe portato la Video assistant referee anche nelle competizioni Uefa. “Siamo fiduciosi che l’introduzione della Var nell’ agosto 2019 – aveva detto allora Alexander Ceferin- ci darà abbastanza tempo per metter su un sistema efficace e per preparare al meglio gli ufficiali di gara con l’obiettivo di assicurare un’implementazione efficiente e di successo per la Var in Champions, la competizione di punta nel mondo”.
L’esordio era dunque previsto per il 14 agosto prossimo al Besikta Stadium di Istanbul, sede della Supercoppa 2019 tra le vincitrici della Champions e della Europa League. Tutto anticipato. E la video-assistenza agli arbitri di campo sarà introdotta anche nell’Europeo Under 21 in programma a giugno in Italia e San Marino.
Ne sarà sicuramente contento Daniele Diana, italiano, di Aversa che lavora alla Fifa come manager football innovation. 34 anni, una laurea in Business Administration alla Bocconi, fa parte del team Fifa ha gestito l’implementazione prima e l’uso poi di questa innovazione tecnologica ai mondiali in Russia, dove Daniele Diana era il responsabile dell’implementazione della tecnologia Var a bordo campo nelle 12 partite giocate nei due stadi di Mosca (Spartak e Luzhniki), inclusa la finalissima, dove il Var è stato utilizzato dall’arbitro argentino Pitana per una On-field Review, che ha poi assegnato un rigore alla Francia.
E proprio subito dopo i mondiali, “Juorno.it” lo ha incontrato e con ha parlato della Var e di nuove tecnologie che saranno a breve varate nel mondo del calcio.
Ci tolga subito un dubbio: si dice il Var o la Var?
Il problema è tutto italiano. Al maschile è il video arbitro assistente, cioè riferito all’uomo che controlla, al femminile, invece, si dice della tecnologia. In inglese non c’è differenza. Ed in ogni caso, tranquillizzo gli italiani: nessuno dei due modi è errato.
Il primo Mondiale della storia con l’utilizzo del Var è stato archiviato. Qual è il bilancio sulla tecnologia e sulla sua gestione in Russia? E com’è stato accolto da calciatori e arbitri?
Il bilancio è stato positivo. Basti pensare che nel corso delle 64 partite disputate al Mondiale in Russia solo quattro sono stati i cartellini rossi. E nessuno di questi quattro per gioco violento. Questo significa che anche i calciatori sono consapevoli di essere osservati e monitorati. In questo modo il calcio è più pulito e bello, sia da vedere che da giocare. <
Il Var è stato il protagonista della scorsa serie A. Riuscirà a mettere un freno alle polemiche arbitrali?
Il bello del calcio, che è lo sport più seguito ed amato al mondo, è anche questo. Il var non deve eliminare le polemiche, ma eventuali ingiustizie. La tecnologia al servizio dello sport aiuta ad evitare decisioni evidentemente sbagliate. Oggi, ad esempio, al tempo del var non ci sarebbe stata la ‘Mano de Dios’. Sarebbe stato un peccato non vedere quel gol di Maradona, ma la tecnologia non avrebbe consentito che la palla finisse in rete.
Oltre il Var, già utilizzato nel campionato italiano, in Russia è stata utilizzata la linea virtuale tridimensionale per valutare il fuorigioco con più sicurezza. Tutta questa tecnologia non rischia di far morire il divertimento che c’è nel gioco del calcio?
Il var è stato il protagonista della scorsa serie A. Riuscirà a mettere un freno alle polemiche arbitrali?
La tecnologia non elimina il divertimento nel calcio, anzi, lo rende ancora più bello. In Brasile quattro anni fa quando è stata istituita la gol line tecnology ci sono state numerose polemiche. La novità era vista con diffidenza. Oggi, invece, non è più così. Quest’anno oltre il var è stata inserita anche la cosiddetta ‘linea tridimensionale’, utile per valutare oggettivamente il fuorigioco.
Dopo il Var e la linea 3D quale sarà la prossima frontiera tecnologica del calcio?
In Russia è stata utilizzata una var operation room (Vor) centralizzata: dall’ international Broadcast Center (Ibc) di Mosca, il team var, composto da quattro arbitri (Var, Avar1, Var2, e Avar3), aveva accesso a 38 differenti telecamere per poter meglio analizzare le azioni di gioco da ogni angolazione. Nonostante la distanza, il ritardo nella comunicazione tra il terreno di gioco e la sala var, era meno di un secondo. Oltre al var, al mondiale è stata confermata la Goal Line Technology (Glt), già utilizzata nel mondiale brasiliano, mentre altri due progetti, Data Tracking, raccolta dati delle performance dei calciatori forniti in tempo reale allo staff tecnico, e Medical Analysis, monitoraggio di eventuali incidenti sul terreno di gioco, sono stati lanciati in quello che è stato definito, il torneo più tecnologico di sempre. Il ‘data tracking’ monitora ogni movimento di un calciatore in campo e lo comunica, attraverso un tablet, ad un analista in panchina. Stesso principio per il Medical Analysis che invece valuta la parte medica. In pratica se c’è uno scontro ed un calciatore resta a terra, attraverso un ricevitore viene comunicato allo staff medico cosa è successo e quale punto del corpo è stato colpito.
Com’è stato il suo Mondiale?
Per me è come se avessi vinto la Coppa del Mondo. In ogni caso concordo con quanto detto dal presidente della Fifa Gianni Infantino che ha definito questo Mondiale come “il migliore di sempre”.
Da italiano come ha vissuto i mondiali senza la nazionale in campo?
Mi è dispiaciuto non vedere gli azzurri in campo, ma c’è una differenza tra tifoso e l’operatore del calcio. Sono ruoli differenti. A livello di tifoseria si è sentita la mancanza degli italiani così come degli olandesi e degli statunitensi: tifosi corretti che donano sempre ‘colore’ ad un Mondiale. Con l’Italia in lizza, comunque, non sarei stato al var a bordo campo per evitare ogni eventuale speculazione.
during the 2018 FIFA World Cup Russia Round of 16 match between Colombia and England at Spartak Stadium on July 3, 2018 in Moscow, Russia.
Aurelio De Laurentiis (foto Imagoeconomica in evidenza), presidente del Napoli, non sarà presente a Milano per il match di domenica. Il presidente è infatti in partenza per Los Angeles, ma prima di lasciare l’Italia ha voluto rassicurare i tifosi con un messaggio pubblicato su Twitter. Dopo la recente sconfitta contro l’Atalanta e con l’importante sfida per il primo posto in classifica all’orizzonte, De Laurentiis ha fatto chiarezza sul progetto e sulle aspettative per la stagione in corso.
“Cari tifosi del Napoli – ha scritto De Laurentiis – sto partendo per Los Angeles e rientrerò in tempo per Napoli-Roma. Vorrei rassicurarvi sul fatto che il verbo ‘ricostruire’, da me pronunciato la scorsa estate, ha un significato preciso: è un percorso appena iniziato e ci vorrà calma e pazienza per arrivare a meta, anche se siamo partiti molto bene.”
Le parole di De Laurentiis sono un invito alla pazienza e alla riflessione. Il presidente ha sottolineato come il termine “ricostruire” implichi un cammino a lungo termine, con l’obiettivo di gettare solide basi per il futuro del club, puntando non solo ai successi immediati ma a una stabilità duratura, come accaduto negli ultimi 14 anni.
“Ho visto troppe reazioni improprie, anche perché non siamo al Fantacalcio. Ricostruire significa gettare le basi per un futuro duraturo sul piano dei risultati,” ha proseguito De Laurentiis. Il presidente ha voluto chiarire che le aspettative per lo scudetto potrebbero essere premature, e che un’eccessiva presunzione potrebbe trasformarsi in un errore controproducente.
L’importanza del sostegno dei tifosi
De Laurentiis ha anche ribadito l’importanza del sostegno dei tifosi, definendoli una componente fondamentale per il successo della squadra. “Ci vuole tempo, pazienza, lavoro e soprattutto l’appoggio e l’abbraccio di tutti voi tifosi, perché il Napoli è diventato non solo una squadra importante ma anche la bandiera di una città che sta vivendo una fase straordinaria di Rinascimento.”
Per il presidente, il vero obiettivo del Napoli per questa stagione è il ritorno in Europa. La squadra, infatti, dovrà confrontarsi con avversarie di alto calibro come Inter, Juventus, Milan, Atalanta, Lazio, Roma e Fiorentina. “Quindi, godiamoci questo splendido inizio di stagione e ricordiamoci che siamo una squadra in ‘costruzione’.”
Un cauto ottimismo per il futuro
Il messaggio si conclude con una nota di ottimismo e con un motto ormai caro ai tifosi: “Forza Napoli Sempre e a presto!” De Laurentiis lascia quindi una porta aperta per i sogni dei tifosi, invitandoli a credere nel progetto ma a non avere fretta. “Mai dire mai…”, chiude il presidente, lasciando intendere che, pur con obiettivi chiari e ragionevoli, il Napoli non smetterà mai di ambire a traguardi importanti.
Brillante in Europa, competitivo in patria. Il calcio italiano, alla vigilia dell’ultimo turno prima della pausa azzurra, mostra la sua forma migliore. Nel weekend va in scena la sfida scudetto Inter-Napoli, con un nugolo di inseguitrici ambiziose pronte a sfruttare eventuali passi falsi. Se a San Siro finirà pari la classifica alla sosta potrebbe indicare: Napoli capolista a 26 punti, Inter, Atalanta, Fiorentina e Lazio a 25, Juve a 24 col Milan che potrebbe arrivare a 23 vincendo poi il recupero col Bologna. Quindi, sei squadre in due punti, virtualmente sette in tre, una sorta di ricongiungimento a un terzo del percorso. Il Napolisembrava avviato a una fuga spericolata, dopo avere violato il Meazza rossonero.
Poi l’Atalanta ha mostrato a Conte che la promettente attraversata è appena all’inizio. E ora i partenopei hanno un nuovo happening milanese, con i campioni d’Italia che sanno gestire i molteplici impegni con maturità e la migliore rosa del campionato. L’Arsenal ha disputato un’ottima gara ma ha perso, domato dal solito impeccabile rigore di Calhanoglu. Ora Conte e Lukaku torneranno nella stadio dello scudetto 2021. Il tecnico pugliese difficilmente non trae insegnamenti dalle frenate, ma il compito è duro. “Loro sono forti, noi arriviamo alla sfida da primi in classifica e vogliamo rimanerci” ha detto Conte. Si fronteggeranno il secondo attacco (dopo l’Atalanta) contro la seconda difesa (dopo la Juve), Lautaro e Thuram contro Lukaku e Kvara.
Ma i campioni si fanno preferire a centrocampo: il blocco Calhanoglu-Mikhtaryan-Barella col supporto di Dimarco macina calcio d’alto livello, McTominay-Lobotka-Anguissa dovranno cercare di mettere a frutto la lezione subita da Gasperini in un campo che non li vede prevalere da sette anni. Atalanta, Lazio e Fiorentina erano partite con l’obiettivo di entrare in zona Champions (anche quest’anno le italiane potrebbero essere cinque) ma le vittorie a raffica le hanno portate in orbita scudetto e ora hanno tre impegni abbordabili. La Dea ha più credenziali delle altre e sta confermando una statura internazionale acquisita, con Retegui e Lookman protagonisti: saranno loro a guidare la squadra contro un’Udinese in fase di assestamento ma che ha trovato in Davis un atletico compagno di attacco di Lucca.
La Lazio è in stato di grazia: è sola in testa alla Europa League dopo avere domato anche il Porto, ha vinto 9 delle ultime 10 gare con le rotazioni vincenti che Baroni ora riproporrà contro il claudicante Monza, ultimo, dell’amato ex Nesta che, pur col talentuoso Maldini jr, farà fatica ad evitare la terza sconfitta di fila. Dopo sette vittorie consecutive bagno di umiltà della Fiorentina, sconfitta a Cipro in Conference. Ora riceve il Verona che si è risollevato battendo la Roma. Thiago Motta vuole evitare il settimo pari di una stagione in cui è comunque l’unica imbattuta. All’orizzonte c’è il derby con un Torino a mezza classifica che ha perso 4 delle ultime 5 partite, recrimina per l’infortunio di Zapata, ma forse recupererà Adams. Juve favorita con Vlahovic che sarà affiancato da Koopmeiners e Yildiz.
Al Milan, ringalluzzito dall’impresa del Bernabeu con Fonseca che blinda di nuovo la sua panchina, serve dare continuità di risultati a Cagliari, con la conferma di Leao e con l’impiego di Abraham al posto dell’infortunato Morata. Aria di ultima spiaggia per Juric, in un Olimpico sempre più ostile, per la Roma in caduta libera: domani intanto sono attesi i Friedkin. Arriva un Bologna da centroclassifica che ha riabbracciato Ferguson e ha trovato in Orsolini il suo condottiero. L’ostracismo a Hummels, l’accantonamento di Paredes, la discutibile presenza costante di Celik e Zalewski sembrano avere aggravato una crisi che dura da mesi. Per la zona retrocessione delicata sfida tra il Venezia di un Di Francesco sempre in bilico e un Parma, che invece ha appena prolungato il contratto il Pecchia.
Una Fiorentina con tanti cambi e senza carattere perde 2-1 a Cipro contro l’Apoel Nicosia, nella terza giornata della Conference League. I viola giocano un primo tempo molto sottotono, da dimenticare, rispetto alle ultime giornate. Così la squadra di casa, col passare dei minuti, acquisisce fiducia e consapevolezza. La formazione di Palladino, al contrario, non riesce a mettere in pratica le giuste contromisure. Dopo sette vittorie consecutive tra campionato e Conference League si interrompe così la striscia positiva dei viola. Una serata, una partita, una prestazione, da dimenticare per l’undici di Palladino. Rispetto alla vittoriosa trasferta di Torino l’allenatore Palladino fa un abbondante turnover: ritorno dal primo minuto per giocatori come Terracciano, Biraghi, Parisi, Mandragora, Kouame, Ikone.
Ma le speranze di rivedere anche contro i ciprioti la Fiorentina delle ultime settimane non vengono rispettate. La formazione di Palladino gioca un primo tempo molto brutto e prima di andare negli spogliatoi per la fine del primo tempo è sotto di due gol. E pensare che nella prima parte di gara, nei primi 12 minuti di gioco, Kouame ha tre volte l’occasione per segnare ma tutte le volte sbaglia la conclusione finale. Quando poi sembra che la gara sia in mano ai viola, i padroni di casa si fanno più intraprendenti e a sorpresa al 37′ passano in vantaggio: El Arabi gioca bene spalle alla porta e imbuca per Donis. Kayode e Ikoné sono sorpresi, poi il numero 11 dell’Apoel batte Terracciano con un tocco morbido.
Nel giro di un minuto arriva la reazione della Fiorentina con Richardson da dentro l’area e Mandragora dalla distanza ma senza trovare fortuna. E quando tutti al 45′ aspettavano il doppio fischio finale dell’arbitro per la fine del primo tempo arrivava il raddoppio per l’Apoel Nicosia: Fiorentina molle su tutti i contrasti, Moreno esce male e crea un buco enorme, il rinvio di Kayode termina addosso a Biraghi, Abagna si ritrova il pallone sul piede e batte Terracciano. La sagra degli orrori. Nella ripresa Palladino inserisce alcuni ‘titolari’ come Beltran, Ranieri, Dodo, Bove e Gosens per una Fiorentina più pericolosa e al 74′ riesce a riaprire la partita. Lo fa Ikone all’improvviso: palla lunga, Kouame manda in porta Ikoné che in diagonale batte Belec. Da quel momento i viola si stazionano nella metà campo avversaria senza però essere più pericolosi. E dopo sette minuti di recupero la partita finisce con la sconfitta della Fiorentina in Conference League.