Anche in questo caso, niente tampone. E oggettivamente la cosa è strana perchè eravamo e siamo in un Paese dove il contagio da covid faceva e fa paura. La domanda è: perchè non si fece il tampone? Non c’erano a disposizione? Per negligenza da parte di qualcuno? Poi la situazione peggiora, precipita, prima il ricovero all’ospedale di Sorrento (dove non ci sono farmaci antivirali e la figlia del paziente deve cerarne con tanto di pec ai carabinieri e al prefetto, per ottenerne la consegna. Poi Starita viene trasferito al Loreto Mare (nel frattempo diventato Covid hospital) e dal Cotugno, centro di riferimento per il covid, arriva il tampone che accerta la positività al corona virus. Il 30 marzo i medici del Loreto Mare comunicano a Viviana Starita il decesso del papà. Quattro ore prima di morire, l’Asl segnala, con beffarda e tragica puntualità, comunica sempre alla famiglia che Luigi Starita è positivo al Covid. Uno scenario su cui si attendono le conclusioni del pm, a partire dalla esumazione della salma. Questo è il racconto della straordinaria concretezza e l’eccellente modo con cui la sanità della regione Campania ha affrontato una minuscola coda dell’epidemia virale. Da quel che si legge nella denuncia di Viviana Starita, la figlia del paziente morto, al netto delle responsabilità personali degli indagati (se ci sono), emerge una disorganizzazione della sanità regionale spaventosa, nascosta in questi mesi dalla paura alimentata da una classe dirigente che dovrà rendere però conto. Non sempre e non solo in aule di giustizia.
Cronache
La straordinaria sanità della Campania ha curato il covid 19 che ha contagiato quest’uomo con sciroppo e vitamina, Luigi è morto e ora ci sono dieci indagati
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