L’idrogeno è una delle chiavi principali per la decarbonizzazione, l’indipendenza energetica e la competitività tecnologica dell’Italia. E su di esso si punta anche per ridurre i costi di luce e gas di famiglie e imprese. Il governo “è determinato nel portare avanti questa sfida” ha assicurato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto in occasione della presentazione della ‘Strategia nazionale idrogeno’ elaborata dal Mase.
La sfida, ha aggiunto il ministro, “sarà l’adattamento del nostro sistema industriale” perché “comporterà una vera rivoluzione industriale, con un mix di produzione di energia sotto forma ordinaria e in aggiunta l’idrogeno con il suo contributo importante negli anni futuri per noi, sul fronte del trasporto pesante, aereo, navale, stradale e ferroviario”. La strategia di diffusione dell’idrogeno si sviluppa su tre scenari al 2050.
Oggi l’Italia consuma 1,5 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti petrolio) di idrogeno, utilizzato quasi solo (99%) nel settore industriale, principalmente per raffinazione e chimica (ammoniaca e fertilizzanti); nel 2030 la domanda è prevista aumentare a 1,7 Mtep, con circa la metà soddisfatta da idrogeno verde (0,72Mtep). Il contributo dell’idrogeno blu è trascurabile. Al 2050, grazie a una maggiore diffusione delle tecnologie per l’utilizzo dell’idrogeno nel settore industriale e soprattutto in quello dei trasporti, la strategia stima un possibile consumo tra 6 e 12 Mtep. L’idrogeno potrà servire per decarbonizzare i i trasporti (aerei e trasporto merci) e l’industria hard-to-abate (raffinazione del petrolio, acciaio, chimica, vetro, ceramica).
La strategia punta sullo sviluppo dell’H2 verde, sfruttando sinergicamente – anche in ragione dei minori costi di produzione attesi – sia il potenziale dell’idrogeno blu (Ccs), sia il possibile contributo, in chiave prospettica, dell’idrogeno ottenuto da fonte nucleare. Gli attuali costi associati all’idrogeno sono infatti elevati ma con prospettive di riduzione per quanto riguarda sia la produzione sia l’approvvigionamento dall’estero grazie a un importante contributo derivante dall’import dai paesi Nord-Africani.
Nelle prime fasi sono necessarie misure di sostegno per garantire investimenti, know-how e occupazione e ricorrere anche ad altri strumenti quali la promozione dell’efficienza energetica, le rinnovabili, la Ccs (Carbon capture e storage) per ridurre l’impronta carbonica dell’industria, i biocarburanti e il biometano, e, in prospettiva, il nucleare. E’ opportuno cogliere anche le possibilità offerte da un mercato internazionale dell’idrogeno, sia in importazione, sia in esportazione sviluppando infrastrutture di trasporto a media e grande distanza (pipeline) e trasporto su nave (porti).