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La Regione Campania fa quello che non era riuscita a fare la camorra: chiudere il ristorante sociale NCO di Casal di Principe

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Il ristorante sociale di Casal di Principe NCO (Nuova Cucina Organizzata), esperienza di inclusione sociale di soggetti svantaggiati gestita dalla cooperativa Agropoli, chiuderà il prossimo 7 gennaio. Domani mattina il Consorzio Nco chiarirà cosa sta accadendo con una conferenza stampa che si terrà alle ore 11,30 presso la sede di Confcooperative Campania (Isola E3, Centro direzionale).

La NCO si è servita in questi anni del budget di salute. Si tratta di uno strumento di welfare finanziato dalle ASL e dagli Ambiti Territoriali che ha la finalità di dare lavoro e garantire inclusione sociale a persone svantaggiate, affette ad esempio da disabilità psichica. Questo ha fatto con successo per tanti anni la Nuova Cucina Organizzata. Da due anni però, la Regione non paga per i servizi resi dalla cooperativa. 

“Per la Regione Campania la soluzione è vicina – racconta Antonio De Rosa, presidente della cooperativa Agropoli -, mentre per noi si tratta di una fumata nera. Dopo anni di disagi e lotte, chiediamo non una risposta emergenziale per tamponare il problema, ma una risposta strutturale che sia in grado di garantire il sistema. La Regione ha dichiarato di avere dei soldi a disposizione e che potrebbe pagarci per alcuni mesi, poi si vedrà”.

E poi? La norma inserita nella finanziaria regionale prevede 45 gironi per l’attivazione di una commissione; questa avrà poi ulteriori 130 giorni per comunicare le risultanze e avanzare proposte alla Regione Campania. Intanto passerebbero sei mesi, e soprattutto mancherebbe una risposta risolutiva in grado di sanare il sistema.

“La delibera 282 del 2016 – spiega De Rosa – ha previsto, per i centri diurni e le RSA, la possibilità di ricevere anticipazioni della quota comunale da parte delle ASL, che poi dovrebbero rivalersi sui Comuni. Vorremmo essere equiparati anche noi (P.T.R.I., progetti terapeutico riabilitativi individuali) ai centri diurni e alle RSA. Allo stato attuale invece, dipendiamo dai Comuni che però sono in dissesto, è una situazione insostenibile”.

Il 7 gennaio è previsto l’ultimo pranzo prima della chiusura. “Sono anni che proviamo a farci sentire senza ricevere risposta – conclude il presidente della cooperativa Agropoli -; hanno sempre preso tempo, ma ora il tempo è finito. Hanno giocato con le vite delle persone. A furia di occuparci delle persone svantaggiate,  ci stiamo trasformando anche noi in soggetti svantaggiati. Il passo indietro lo faremo se c’è una risoluzione, altrimenti il 7 gennaio chiudiamo”.

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Per i Ponti 16 milioni di partenze e 5,5 miliardi di spesa

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Quasi 16 milioni di partenze e una complessivamente circa 5,5 miliardi di euro: è il bilancio sui ponti di primavera fatto dall’Osservatorio Turismo Confcommercio in collaborazione con Swg. Un 1 milione di turisti faranno un viaggio di 6 pernottamenti o più a destinazione, unendo quindi le due festività. Se poi il meteo si stabilizzasse, in particolare per quel 30% circa che punta alle località balneari, questi valori potrebbero crescere ulteriormente, sfiorando i 20 milioni di partenze per circa 6 miliardi in termini di spesa.

Resta assolutamente maggioritaria, nel panorama complessivo dei due ponti, la scelta di strutture turistico ricettive per i pernottamenti a destinazione: tra il 55% e il 60% a seconda del periodo preso in considerazione, anche se, per quello del 1 maggio, raddoppia la percentuale di coloro che optano per affitti brevi (dal 6% al 12%).

La Festa della liberazione – che cade di giovedì e quindi configura un ponte particolarmente allettante – vedrà oltre 9 milioni di italiani in viaggio, circa un milione in più dello scorso anno, confermando quindi la buona performance della domanda interna di turismo che, da febbraio, sembra avere superato la fase di “stanca” che l’aveva contraddistinta per buona parte del secondo semestre dello scorso anno. Abbastanza concentrata la scelta delle destinazioni, con il 31% che opta per località della costa e un ulteriore 31% che punta invece a borghi, città e città d’arte, mentre 1 italiano su 10 preferisce la montagna.

Ma soprattutto, nel confronto con lo stesso periodo del 2023, aumenta di ben 6 punti percentuali la schiera di coloro che si spingono al di fuori della propria regione, restando comunque in Italia (il 47%) o andando all’estero (17%). Positive anche le previsioni per il ponte del primo maggio con quasi 7,5 milioni di italiani in viaggio, un milione dei quali però, come detto, in vacanza già dal 25 aprile.

Qui pesa di più, almeno per il momento, la variabile delle condizioni metereologiche: un’incertezza che si riversa sulla scelta delle destinazioni, con quelle balneari che scendono lievemente, passando al 26%, mentre borghi, città e città d’arte totalizzano complessivamente un 22%, 9 punti in meno del ponte della liberazione; terza tipologia di destinazione, le località di campagna, con una componente rilevante di seconde case, che realizza il 14% delle preferenze.

Stabile la montagna. Anche in questo caso aumenta, rispetto all’anno scorso, il raggio di spostamento degli italiani in viaggio: si riduce infatti di 12 punti percentuali (dal 51% al 39%) la quota di chi resterà vicino a casa o, comunque, nella propria regione, e aumenta di 14% quella di chi si recherà all’estero.

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Campi Flegrei, la terra trema ancora, epicentro a Bacoli

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Continuo a tremare la terra nei campi Flegrei: magnitudo 2.1, epicentro a Bacoli alla profondità di poco più di 2 km. Anche ieri erano state registrate delle scosse a Pozzuoli, poco più che strumentali ma pure avvertite dalla popolazione. Paura ma nessun danno. Pochi hanno deciso di scendere in strada anche a causa del maltempo che ha imperversato per tutta la notte con piogge forti e temporali.

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L’eredità di Totò diventa un brand: gli eredi regolamentano l’uso dell’immagine dell’artista

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Il celebre attore e poeta napoletano Totò, noto per la sua poesia “A Livella”, è diventato un’icona talmente amata da essere frequentemente rappresentata in ristoranti, pizzerie e su prodotti come le etichette di vino. Questo uso diffuso ha portato gli eredi dell’artista a decidere di intervenire per regolamentare e proteggere l’immagine del “principe della risata”.

Elena De Curtis, nipote di Totò, ha espresso preoccupazione per il modo in cui il nome e l’immagine del nonno vengono utilizzati: «Ci imbattiamo ovunque, nei posti più impensati, nel suo nome e nelle sue foto utilizzati senza il minimo rispetto del diritto all’immagine». Di fronte a questa situazione, gli avvocati degli eredi hanno iniziato a inviare comunicazioni legali a numerose attività commerciali in Italia, specialmente pizzerie che utilizzano il nome o l’immagine dell’artista.

Questo fenomeno non è limitato a un’area specifica ma si estende in varie città italiane, da Torino a Latina a Porto Ascoli. Tra i nomi di locali coinvolti figurano “Casa Totò”, “Totò e Peppino” e “A Livella”. Anche decorazioni come quadri e poesie che adornano le pareti di questi locali sono diventati oggetto di contenzioso.

L’intervento legale non si ferma solo a una questione di immagine, ma coinvolge anche il rispetto delle nuove normative. A seguito di un’ordinanza cautelare emessa a giugno 2023 dal Tribunale di Torino, è stato chiarito che l’utilizzo del nome e dell’immagine di Totò senza consenso costituisce un sfruttamento illegittimo. Gli eredi ora richiedono che non si usino più il nome e l’immagine dell’artista per fini commerciali e pubblicitari, eliminando ogni riferimento nei segni distintivi dei locali, dai siti web ai materiali di marketing.

In caso di inosservanza, il Tribunale di Torino ha stabilito il pagamento di una penale di 200 euro per ogni violazione constatata. Alcuni locali hanno già iniziato a cambiare insegna e nome per conformarsi a queste richieste, spesso sotto la guida di processi di mediazione legale.

La famiglia De Curtis, venuta a conoscenza dell’utilizzo non autorizzato del nome da parte della pizzeria “Alla casa di Totò” a Torino, ha sospeso tutte le attività che miravano alla creazione di un brand e di un format di ristoranti e pizzerie ispirati a Totò. Questo ha portato a una ricerca su scala nazionale per prevenire ulteriori usi non autorizzati del nome d’arte.

Il processo di regolamentazione, secondo gli eredi, è diventato essenziale. “Una regolamentazione a questo punto è assolutamente necessaria”, sottolinea la famiglia, non solo per proteggere l’eredità di Totò, ma anche per garantire che il suo nome e la sua immagine siano usati in modo rispettoso e appropriato.

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