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Cronache

La “nongiustizia” al tempo del Covid: l’urgenza che non esiste più

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Lo diciamo e lo sappiamo da sempre, le difficoltà in cui versa la Giustizia italiana sono tante e sono le medesime che avviliscono l’intero apparato della Pubblica Amministrazione. Sempre meno risorse e spesso mal impiegate, sommate ad un balzo tecnologico non ancora metabolizzato, e possiamo dirlo, anche a tanto menefreghismo da parte di qualche Giudice, qualche Cancelliere, e non di meno anche da parte di qualche Avvocato, alla cui categoria appartengo orami da un ventennio. Alla fine comunque, chi ci rimette sono sempre loro, i nostri assistiti, vere vittime di tutto un Sistema che sembra ormai precipitare sempre più verso il baratro, accelerato ma non di certo causato dal Covid.

La rabbia e la frustrazione crescono giorno dopo giorno ed allora scrivere rappresenta quantomeno una mitigazione al senso di impotenza, che la maggior parte di noi difensori è costretta a subire ogni qual volta tenta di raccontare agli assistiti, ovviamente sempre più increduli, cosa sta accedendo. Non che non li avessimo avvertiti, ma la realtà sta davvero superando ogni più nera previsione.

I tempi di risposta alle nostre istanze sono passati da biblici ad infiniti. Così la mia assistita C.R., attende dal 08/07/2020 di essere almeno ascoltata per la prima volta dall’Ispettorato del Lavoro di Caserta, al quale ha proposto istanza per essere tutelata dal datore di lavoro, un potente imprenditore dell’Aversano, che le nega da Agosto 2020 il suo già “lauto” stipendio di circa 300 euro mensili. Il primo incontro era previsto per il giorno 5 Novembre dello scorso anno, ma è stato  rimandato sine die a causa del Covid e, ad oggi, malgrado svariati solleciti, non sappiamo ancora nulla. 

Nelle more di ricevere qualche segnale di vita dall’ente ministeriale, chiediamo allora tutela anche al Tribunale del Lavoro competente, proponendo un ricorso d’urgenza in data 28/01/2021, dato che chiediamo provvedimenti per una esigenza di sopravvivenza. Viene così fissata l’udienza di prima comparizione con la formula della “trattazione scritta”, per la data del 31/03/2021. Trattazione scritta significa che la parte proponente e quella convenuta in giudizio, si scambiamo rispettive “memorie” che vengono depositate generalmente tra cinque e due giorni prima dal giorno dell’udienza che è divenuta appunto solo virtuale, perché nessuno presenzierà e saranno analizzati solo tali scritti difensivi. Tanto ciò consente a molti Giudici (invero anche loro in grande difficoltà per la pandemia) di poterli leggere con una certa discrezione di tempo e di modo, ed infine emettere il provvedimento in tempi accettabili. Ma tuttavia anche in tal caso vale sempre l’infallibile detto “ogni capa è nu tribunale”, e così mentre in alcuni casi vengono emessi provvedimenti il giorno stesso dell’udienza mai materialmente tenutasi, in altri casi si attendendo anche settimane.  

Ebbene, nel caso della sig.ra C.R., il Giudice ha invece ritenuto di rinviare la causa di un mese per “indisponibilità” a tenere l’udienza…che non ci sarebbe comunque stata. Alla richiesta di spiegazioni, depositata per iscritto, dalla data del 31/03/2021 non registriamo nessuna notizia in merito. 

Attendiamo quindi questa nuova udienza, questo ennesimo rimando, dopo aver proposto, ricapitolando, una prima denuncia ispettiva del Luglio 2020, finita nel nulla, e poi ricorso d’urgenza  al Tribunale del Lavoro nel Gennaio 2021, e per la cui nuova trattazione attendiamo ora il 26 Aprile prossimo venturo. Intanto la lavoratrice sig.ra C.R. attende dal mese di Agosto 2020 uno stipendio o un altro qualsiasi introito economico. Come abbia fatto a sopravvivere fino ad oggi è una domanda che non ho il coraggio di rivolgerle, perché a stento riesco ancora a trattenere la commozione quando sento rispondermi con sua grande dignità che, pur a fronte di questo sfacelo, confida nel mio operato e nella Giustizia italiana, anche se per lei fino ad oggi, malgrado le attività poste in essere, ha ricevuto solo ed esclusivamente tanta, ma tanta  nongiustizia.

Giovanni Mastroianni

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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