Come ogni eccellenza vanta tanti tentativi di imitazione e troppi fake: l’attenzione sulla Mozzarella di Bufala Campana Dop è altissima. La Mozzarella di Bufala Campana è il formaggio a denominazione di origine protetta più presente e più correttamente citato con l’acronimo “DOP” nei menu dei ristoranti italiani. Il primato arriva dalla ricerca promossa da Afidop (l’associazione dei formaggi Dop e Igp italiani) e realizzata dalla società Griffeshield, che ha valutato l’entità e le modalità con cui i formaggi Dop sono riportati nei menu, dalla denominazione del prodotto al logo fino alla stagionatura.
La Bufala Campana è presente nel 90 per cento dei menu esaminati e l’acronimo “DOP” è riportato nel 46,5 per cento dei casi, come elemento distintivo rispetto a una mozzarella generica. L’indagine è stata condotta su un campione di 21.800 ristoranti ed è stata presentata nei giorni scorsi alla presenza del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida. I numeri segnalano significative potenzialità di crescita nel segmento del fuori casa, tenendo conto che il 58 per cento dei consumatori italiani ritiene importante la presenza del marchio sui propri acquisti alimentari e il 40 per cento è disposto a spendere dal 5 al 10 per cento in più per avere un prodotto certificato.
Pier Maria Saccani, Direttore del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop
Il Consorzio di Tutela esprime soddisfazione per i risultati della ricerca, ma allo stesso tempo lancia l’allarme: “Troppo spesso, purtroppo, la citazione del nostro prodotto nei menu dei ristoranti è solo uno specchietto per le allodole, con l’obiettivo di attirare soprattutto turisti, senza che in realtà venga servita una vera mozzarella Dop”, sottolinea il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani. Lo testimonia l’esito dell’operazione “E…state senza pensieri 2023”, condotta nei principali luoghi delle vacanze durante la stagione estiva appena conclusa. Dal lavoro svolto dal settore Vigilanza del Consorzio emerge che l’evocazione della mozzarella di bufala campana Dop è stata una costante, soprattutto nei menu dei locali. Troppi i prodotti fake nella ristorazione.
Nel corso dei controlli si è scoperto che i turisti venivano ingannati anche nella famosa piazzetta di Capri, meta del lusso e del jet set internazionale, dove un ristoratore indicava nei menu pizze con mozzarella di bufala campana Dop, ma in realtà le preparava con mozzarella vaccina pugliese. Identico raggiro in un locale vicino al Duomo di Amalfi. Invece, in un ristorante sul mare a Ischia Porto, la tipica “caprese” era realizzata con mozzarella mista, a prezzi esorbitanti e inspiegabili. Al termine dell’operazione sono stati controllati 14 punti vendita e segnalate 13 violazioni più una diffida: in pratica il 100% delle verifiche ha riscontrato irregolarità. Sono stati sequestrati 150 chili di prodotti non a norma ed elevate sanzioni amministrative per 45mila euro.
E dal 7 all’11 ottobre il Consorzio volerà in Germania per partecipare alla fiera Anuga di Colonia, nella collettiva di Afidop con gli altri grandi formaggi Dop italiani. Per l’occasione sono previsti nuovi controlli internazionali durante la kermesse per contrastare il fenomeno dell’Italian sounding. Solo nel primo semestre 2023, il Consorzio ha già effettuato 450 rilievi all’estero, principalmente in Europa.
“I risultati della ricerca e dei nostri controlli – sottolinea Saccani – testimoniano che i consumatori richiedono sempre di più i prodotti Dop, ma la risposta, purtroppo, in numerosi casi è solo scriverlo nei menu dei ristoranti. Ci sono le sigle, insomma, ma spesso non c’è il prodotto vero. Il nostro Paese sta vivendo un vero e proprio boom dei flussi turistici dall’estero e gli stranieri hanno voglia di assaggiare l’autentico Made in Italy. Proporre invece prodotti fake danneggia l’immagine non solo della Bufala Campana, ma più in generale del comparto agroalimentare che punta tutto sulla qualità. Il nostro Consorzio ha moltiplicato gli investimenti in vigilanza e continuerà a farlo, ma i controlli non potranno mai bastare. C’è bisogno di lavorare in rete con le istituzioni, tutti insieme per favorire la corretta informazione e la conoscenza dei prodotti autentici. In tal senso, un plauso va all’avvio dell’intesa tra Afidop e Fipe, che intende proprio puntare all’elaborazione di linee guida per promuovere le produzioni certificate all’interno dei menu dei pubblici esercizi, incentivandone il consumo”.
Una proposta di legge per istituire la Giornata del Ragù Napoletano: l’ha presentata Tommaso Pellegrino, consigliere regionale e capogruppo di Italia Viva alla Regione. “Il ragù rappresenta la tradizione napoletana e campana, è tradizione, identità, famiglia e trasmette tante emozioni come amore, gentilezza. Penso – ha detto Pellegrino – che noi oggi dobbiamo valorizzare tutto ciò che rappresenta il patrimonio culturale e identitario dei nostri territori”.
Nella Sala Caduti di Nassirya del Consiglio regionale della Campania, con Pellegrino anche l’assessore all’agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo e fondatori e content creator di Casa Surace che ha portato avanti sui social le tradizioni del Sud come il ragù. La proposta di legge prevede di istituire la ‘Giornata celebrativa del Ragù Napoletano’ nella terza domenica di novembre di ogni anno e, dice Tommaso Pellegrino, “mi auguro che a breve venga calendarizzata in commissione Cultura”.
Non era mai successo in 69 edizioni di Guida Michelin Italia: essere nell’Olimpo dei ristoranti tre stelle Michelin da cinque anni, veder chiudere il proprio ristorante dove è partita la rivoluzionaria idea di cucina di “Cook the mountain”, ripartire da una nuova sede e riconquistare nel medesimo anno le ambitissime tre stelle Michelin. E’ successo oggi sul palco del Teatro Grande di Brescia con Atelier Moessmer Norbert Niederkofler che si aggiunge alla schiera dei ristoranti tristellati, quelli che valgono un viaggio in Italia secondo il giudizio degli ispettori della “rossa”. “E’ stato più emozionante della prima volta, quasi un ottovolante in pochi mesi. – ha detto Norbert Nierderkofler, premiato anche con la Stella Verde – Il mio lavoro è fatto per i giovani e l’Atelier vuole essere un think tank per costruire il loro futuro. Non è più solo un ristorante, è molto di più per la formazione delle nuove generazioni. Ho 62 anni, l’età media della mia brigata è meno della metà.
Quattro passi: 3 stelle Michelin
Mantra del nostro lavoro è il rispetto, per la persona, per la natura, per la montagna. Solo così c’è futuro, con la sostenibilità, e l’Italia ha tanti valori da esprimere e preservare”. Ma le grandi sorprese non si fermano qui. Salgono a 13 i ristoranti tre stelle Michelin in Italia con il riconoscimento a “Quattro passi” a Nerano che riporta in Campania il titolo dei titoli per chi segue il mondo della cucina, dopo il fermo per lavori del Don Alfonso 1890 della famiglia Iaccarino.
“La Campania ha tanta biodiversità e sono dovuto andare fuori per comprendere quanto valga questo per poi tornare come chef patron”, ha detto Fabrizio Mellino del Quattro Passi. La geografia della guida”rossa” guarda dunque – e finalmente secondo molti addetti ai lavori – più a Sud. Oltre alle due new entry si confermano tristellati: Villa Crespi a Orta San Giulio (Novara), Piazza Duomo ad Alba (Cuneo), Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo), Le Calandre a Rubano (Padova), Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio (Mantova), Osteria Francescana a Modena, Enoteca Pinchiorri a Firenze, La Pergola a Roma, Reale a Castel di Sangro (L’Aquila), Uliassi a Senigallia (Ancona), e Enrico Bartolini al Mudec a Milano.
Molti di loro sono all’estero per la “Settimana della cucina italiana nel mondo”, ma al teatro è tutto uno scambio di abbracci, selfie, e pacche sulle spalle tra Norbert Niederkofler, Enrico Crippa, Antonino Cannavacciuolo, Riccardo Monco di Enoteca Pinchiorri. Chicco e Boco Cerea di Da Vittorio, Massimo Bottura di Osteria Francescana, Heinz Beck de La Pergola, Mauro Uliassi, Massimiliano Alajmo, Nadia e Giovanni Santin (Dal Pescatore). Fanno finalmente capolino anche le donne chef: c’è Cristina Bowerman del ristorante stellato Glass Hostaria che accoglie nella schiera delle stellate Casa Mazzucchelli (Aurora Mazzucchelli) che riconquista la Stella Michelin, Ada (Ada Stifani) a Perugia e Wood (Amanda Eriksson) alle pendici del monte Cervino. “Una edizione memorabile” ha commentato Marco Do dell’ufficio comunicazione Michelin. Il firmamento conta 395 ristoranti stellati (13 tre stelle con due novità, 40 due stelle con 5 novità e 342 ristoranti con 26 novità), ma non tutti brindano. Il Luogo di Aimo e Nadia a Milano e Bracali a vicino Grosseto perdono una delle due stelle.
E sono dieci i ristoranti che hanno perso l’unica stella: La fermata ad Alessandria, La bottega del 30 a Castelnuovo Berardenga; Pietramare Natural Food a Isola Capo Rizzuto, Il Cascinale nuovo a Isola d’Asti, Tano passami l’Olio a Milano, Ma.ri.Na a Olgiate Olona, Cielo a Ostuni, La Terrazza a Roma, Casa Vicina a Torino, Pierino Penati a Viganò.
Nella Guida Michelin Italia 2024 sono 29 i nuovi Bib Gourmand, per un totale di 257 ristoranti. In anteprima sul lancio della 69/ma edizione della “rossa” che si terrà a Brescia, presso il Teatro Grande, il prossimo 14 novembre, Michelin annuncia la schiera di insegne a cui è riconosciuto il Bib Gourmand, ovvero la faccia sorridente dell’Omino Michelin che si lecca i baffi, il pittogramma che indica un ristorante che propone una piacevole esperienza gastronomica, con un menu completo ad un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Lo scopo del team degli ispettori è scoprire nuovi Bib Gourmand in tutti gli angoli d’Italia, dalle grandi città ai piccoli centri raggiungibili per strade sterrate. Questi i 29 nuovi Bib Gourmand per la Guida Michelin Italia 2024: Del Belbo – Da Bardon San Marzano Oliveto (At) in Piemonte, Mezzolitro Vini e Cucina a Rho (Milano). Rimulas a Voghera (Pv), Rosmarino a Genova. Apollonia a Nalles (Bolzano). Krone a Aldino (Bolzano). Oberraindlhof a Madonna di Senales (Bolzano), Osteria Platzegg a San Michele (Bolzano). Ostaria Tyrol a Moena (Trento), Osteria Madonnetta a Marostica (Vicenza). Locanda Pincelli a Selva Malvezzi (Bologna), Nuova Roma a Sasso Marconi (Bologna), Buca 18 a San Clemente (Rn), L’Oste Dispensa a Orbetello (Grosseto), La Cerreta Osteria a Sassetta (Livorno), Camiano Piccolo a Montefalco (Perugia), Stella a Casaglia (Perugia), Nana Piccolo Bistrò a Senigallia (Ancona), Il Ritrovo d’Abruzzo a Civitella Casanova (Pescara), Aciniello a Campobasso, La Dispensa di Armatore a Cetara (Salerno), La Fratanza a Nocera Superiore (Salerno), Vecchio Porto a Villa San Giovanni (Reggio Calabria), ChiaroScuro a Cagliari, Old Friend a Cagliari, Sa Mandra ad Alghero, Osteria Acqualavica a Catania, Salotto sul Mare a Terrasini (Palermo), La Locanda del Colonnello a Modica (Ragusa). Le regioni con più Bib Gourmand sono: Emilia-Romagna 34 bib; Lombardia 29 bib; Piemonte 28 bib; Toscana 26 bib; Veneto 20 bib. Ma numerosi i nuovi riconoscimenti in Trentino Alto Adige e In Sardegna.
Il rapporto qualità-prezzo dei Bib Gourmand, nella Guida Michelin Italia 2024, è certamente un elemento essenziale nella selezione, ma prioritaria è la passione per la tavola che crea l’atmosfera dei ristoranti Bib Gourmand, in cui si gustano ricette spesso ispirate alla tradizione. “In questi locali – precisa Sergio Lovrinovich, Direttore della Guida Michelin Italia – va in scena il territorio, non sempre proposto in modo tradizionale, ma sempre attenti al gusto, al prodotto e alla filiera. Tra le novità della selezione 2024, La Locanda Pincelli – all’interno di un ex circolo operaio a Bologna – che propone una cucina di qualità, fantasiosa e creativa, dove l’unica concessione alla tradizione sono i tortellini. Nel centro storico di Genova, Il Rosmarino, rimarchevole espressione della cucina ligure con sapori intensi e gustosi.
Da un estremo all’altro del mar Tirreno, al Vecchio Porto di Villa San Giovanni: ristorante colorato, moderno, in cui il buon pesce fresco locale viene cucinato e servito con un misto di fantasia e classicità, con una variegata proposta di crudi. Infine, una piacevole scoperta è stata l’Aciniello di Campobasso, una divertente e inaspettata cucina molisana per una trattoria imperdibile per la fragranza dei suoi piatti” La nuova selezione sarà disponibile sul sito della Guida Michelin e sulle app iOS e Android a partire dalle ore 20.00 del 14 novembre.