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La Lega vuole imporre per legge una canzone italiana su tre in radio? C’è chi dice no!

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Una canzone su tre in radio deve essere italiana? La proposta della Lega divide il mondo delle radio. Per capire che aria tira, che cosa ne pensano quelli che in radio ci lavorano, quelli che la musica da ascoltare la scelgono, abbiamo raccolto le opinioni di alcune delle voci più belle delle radio che hanno commentato, con schiettezza, la proposta di legge firmata e depositata a Montecitorio dal presidente della Commissione Trasporti della Camera, che poi è l’ex direttore di Radio Padania, Alessandro Morelli.

Il 33% delle canzoni trasmesse devono essere italiane, sostiene la Lega citando la Legge Toubon, una legge francese, votata nel 1994, che prende il nome dall’allora Ministro della Cultura che mirava a salvaguardare la lingua francese in vari ambiti e che obbligava le radio a trasmettere il 40% di musica in francese nell’airplay giornaliero.

“Lavoro in una radio che trasmette solo musica italiana, radio Kiss Kiss Italia, ma credo che la libertà di espressione e quella artistica debba passare per una scelta personale ed editoriale e non imposta da fuori”, sostiene Daniele Decibel Bellini. “La musica italiana – dice Bellini – gode di ottima salute e riesce a farsi ascoltare da sé. Dico no – conclude – ad una legge che pretende di imporla”.

 

 

Per Marco Sabene di Radio 1 Rai, quella della Lega “è una scelta bizzarra”. Perchè? “Ma perché è il mercato che deve decidere le hit, non una legge. Stabilire a tavolino quale canzone deve essere trasmessa, significa non conoscere le radio”. Per il giornalista Rai, autore di belle inchieste per Inviato Speciale di Rai Radio 1 “bisognerebbe trovare altri incentivi per incentivare la musica italiana, non credo che sia questa la strada giusta da percorrere”.

 

 

 

 

Sfavorevole alla proposta anche Rita Manzo di Radio Kiss Kiss. “Credo che la musica italiana passi regolarmente in tutte le emittenti ma solo se le canzoni sono belle e la musica è di qualità. E lo stesso discorso vale per la musica internazionale. Imporre musica è un diktat che non può essere accettato”. Insomma il mondo della radio è un mondo libero, non accetta imposizioni esterne. Anche perché la musica ha un linguaggio universale,  che valica il confine della lingua. “Tante radio, tra cui Kiss Kiss, trasmettono tanta musica italiana, anche in quantità superiore al 33% proposto dalla Lega. In un mondo come la radio dove c’è tanta libertà di pensiero e di espressione – chiosa Rita Manzo – dico no ai diktat”.

 

Anche Gianni Simioli, voce di Radio Marte, autore, anima e conduttore di un programma cult, “la Radiazza”, è contro la proposta della Lega. “Sono inorridito da questa proposta. La musica italiana è abbondantemente passata sulle radio. I leghisti ancora una volta si mostrano extraterrestri. E poi le emittenti private devono seguire le regole degli editori, cioè dei proprietari, non certo di un partito politico”. Simioli, rilancia, difendendo il made in Naples: “Qualche anno fa ho lanciato una proposta nei confronti della musica napoletana che rappresenta un’eccellenza alla pari della mozzarella, della pizza e della sfogliatella. Qualche volta capita di incontrare dell’ostracismo nei confronti della nostra musica. Ed allora la proposta è questa: ogni due ore le emittenti campane devono mandare in onda un pezzo prodotto a Napoli o fatto da un napoletano”.

 

A favore della proposta della Lega è Valter De Maggio direttore di Radio Kiss Kiss Napoli. “Al di là della polemica politica, che non mi interessa, sono favorevole a questa proposta. Mi piace. Condivido l’idea di trasmettere più musica italiana. Ognuno deve avere la cultura musicale che più ritiene appropriata, ma oggi con tutta l’offerta musicale che c’è e con tutti i modi che ci sono per ascoltarla (YouTube, Spotify), l’idea di far ascoltare più musica italiana nelle radio, mi piace. L’idea della Lega la sposo in pieno. E sarei davvero entusiasta se dovesse entrare in vigore”. Per De Maggio “d’altronde qualche segnale c’è già. La presenza nel mondo della Radio di emittenti come Radio Italia o Radio Kiss Kiss Italia, dimostra un’attenzione speciale verso la musica italiana che, secondo me, è fatta anche di grandissimi talenti. Aumentando il range di canzoni italiane da proporre, quindi, potrebbero essere aperte finestre ad artisti italiani interessanti che magari oggi non sono venuti fuori e che sono penalizzati”.

Meno netta è la posizione di Boris Mantova, voce di Radio Montecarlo. “Questa proposta non rappresenta una novità. Basta guardare in Francia dove il 40% del palinsesto deve essere occupato da musica francese. Oggi però i gusti musicali sono dettati sicuramente dalle radio, ma non solo. Ci sono i social ed altri mezzi come YouTube, Spotify. Il fruitore della musica sceglie quale musica ascoltare. Questa proposta potrebbe essere importante per tutelare gli autori italiani, in quel caso sarei favorevole”. Ed ancora: “Su 24 ore di programmazione viene miscelata a seconda dei gusti. L’ascoltatore, in ogni caso, cerca ciò che più gli piace e ciò che vuole ascoltare. Possiamo anche bilanciare come in cucina gli ingredienti, ovvero le canzoni, ma lasciamo la libertà a chi si occupa di musica di decidere ciò che deve andare in onda”.

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Affari Tuoi, serata amara per Valentina: sfuma il sogno dei 300mila euro e perde tutto nel gioco finale

Nella puntata del 18 novembre di Affari Tuoi, Valentina dalla Puglia manca il colpo da 300mila euro e perde tutto nel gioco della regione fortunata.

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Nella sessantottesima puntata di questa edizione di Affari Tuoi, in onda il 18 novembre 2025, la protagonista è Valentina, concorrente in arrivo dalla Puglia. Con lei in studio c’è la sorella Elisabetta.
La coppia parte con il pacco numero 17, che cambia immediatamente per prendere il numero 11. La scelta si rivela corretta: nel pacco abbandonato c’erano solo 5 euro.

Il momento decisivo: via il pacco 11, dentro l’8

Più avanti nella partita, Valentina decide un secondo cambio: lascia il pacco 11 per prendere il pacco 8.
Come da tradizione, la concorrente sceglie di aprire subito il pacco appena lasciato, il numero 11. All’interno trova 10mila euro, un esito che non la scoraggia.

Le offerte del Dottore e la corsa al pacco da 300mila

A cinque pacchi dalla fine, restano in gioco:

  • 2 pacchi rossi da 30mila e 300mila euro

  • 3 pacchi blu da 20 euro, 200 euro e Gennarino

Il Dottore offre 29mila euro per chiudere la partita. Valentina ringrazia ma rifiuta, puntando al premio più alto.
A tre pacchi dal termine, arriva una nuova offerta: 35mila euro. Anche questa volta Valentina dice di no.

L’uscita del pacco da 300mila euro

Il momento chiave arriva subito dopo: il pacco che viene eliminato è quello da 300mila euro, la somma più alta in gioco. La tensione dell’arena cala e la strada si fa più complicata.

Il finale: il gioco della regione fortunata

Eliminata la somma massima, Valentina accede al gioco della regione fortunata, ultima possibilità per tentare la sorte.
Indica prima la Liguria per tentare i 100mila euro: sbaglia. Prova allora con la Toscana, ma anche questa scelta non si rivela corretta.
La concorrente perde tutto, lasciando la puntata a mani vuote dopo una partita intensa, coraggiosa e ricca di colpi di scena.

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Esteri

Londra accusa la Cina: troppe spie con gli occhi a mandorle nel Regno Unito

L’MI5 lancia un’allerta su possibili reclutamenti di talpe cinesi nel Parlamento britannico tramite profili LinkedIn falsi. Il governo Starmer denuncia interferenze ostili e annuncia nuovi investimenti per la sicurezza.

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I servizi segreti interni dell’MI5 hanno diffuso un’allerta rivolta ai presidenti della Camera dei Lord e della Camera dei Comuni, segnalando “rischi significativi” di interferenze straniere nel cuore delle istituzioni britanniche. La preoccupazione riguarda due profili LinkedIn ritenuti riconducibili al ministero della Sicurezza di Stato cinese e utilizzati per tentativi di reclutamento di informatori dentro Westminster.

I profili sospetti e il metodo di contatto

Nel mirino degli investigatori ci sono due presunti account falsi, attribuiti a “Amanda Qiu” e “Shirly Shen”. Entrambe le identità si presentano come esperte di ricerca del personale ma, secondo l’MI5, avrebbero contattato funzionari e dipendenti parlamentari con l’obiettivo di ottenere informazioni riservate. Si tratta di un metodo già noto, poiché altre operazioni analoghe sono state più volte denunciate negli ultimi anni.

La reazione immediata del governo Starmer

Il governo laburista ha reagito con estrema durezza. Davanti ai Comuni, il viceministro dell’Interno Dan Jarvis ha definito la vicenda “un tentativo segreto e calcolato di interferenza da parte di una potenza straniera”, ribadendo che simili attività “non saranno tollerate”. Londra ha annunciato un investimento da 170 milioni di sterline in tecnologie avanzate per proteggere le comunicazioni sensibili.

I rapporti con Pechino e il caso dei colloqui bilaterali

Il governo britannico ha inoltre reso noto che la ministra degli Esteri Yvette Cooper ha affrontato la questione con il suo omologo cinese il 6 novembre, sottolineando che il Regno Unito non accetterà alcuna azione volta a minacciare la propria sicurezza nazionale. La Cina ha negato ogni accusa, definendola “priva di fondamento”.

Timori nel ministero della Difesa e precedenti sospetti

Il clima è aggravato anche dai sospetti di possibili intercettazioni, che avrebbero spinto il ministero della Difesa a invitare il personale a non discutere informazioni sensibili sui veicoli di servizio. L’indicazione è arrivata a seguito del ritrovamento, nel 2023, di un dispositivo di tracciamento di provenienza cinese su un’auto governativa utilizzata dall’allora premier Rishi Sunak.

Il caso dei due ricercatori britannici e le tensioni giudiziarie

Resta viva anche la polemica sul caso dei ricercatori Christopher Cash e Christopher Berry, indagati per sospetto spionaggio a favore della Cina. L’inchiesta era stata archiviata prima del processo, ma la Procura della Corona ha poi contestato al governo di non aver classificato formalmente la Cina come minaccia nazionale, limitando così il perimetro investigativo.

La questione aperta della nuova ambasciata cinese

In questo clima cresce l’incertezza sulla decisione relativa alla nuova ambasciata cinese a Londra, destinata a diventare la più grande rappresentanza diplomatica del Dragone in Europa. Il dossier, già sensibile, diventa ora ancora più complesso alla luce dell’allerta lanciata dall’MI5 e delle tensioni politiche tra Regno Unito e Cina.

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Contratto medici 2022-24, aumenti fino a 491 euro: firmata la preintesa. Cgil non firma e proclama sciopero

Firmata la preintesa del contratto 2022-24 per 137mila medici e dirigenti sanitari: aumenti medi di 491 euro al mese e arretrati da 6.500 euro. Cgil non firma e proclama sciopero per il 12 dicembre.

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Il nuovo contratto collettivo nazionale 2022-24 per la dirigenza medica e sanitaria prevede aumenti medi di circa 491 euro al mese per tredici mensilità e arretrati stimati in 6.500 euro. Il provvedimento riguarda 137mila professionisti, di cui 120mila medici e 17mila dirigenti sanitari non medici, per un investimento complessivo pari a 1,2 miliardi. Gli incrementi in busta paga arriveranno dopo la firma definitiva, attesa entro due o tre mesi.

La firma della preintesa e il giudizio positivo di Aran

La preintesa è stata sottoscritta nella sede dell’Aran al termine di una trattativa cominciata il primo ottobre. L’Agenzia definisce l’accordo ampiamente soddisfacente e sottolinea la rapidità del negoziato. La firma apre ora la strada al successivo contratto 2025-27, per il quale servirà un nuovo atto di indirizzo alle Regioni.

Le novità introdotte: riconoscimenti ai giovani e tutele dopo le aggressioni

Tra le novità, è previsto un incremento retributivo percentuale più elevato per i giovani professionisti, con l’obiettivo di rendere più attrattivo il lavoro nel servizio sanitario nazionale. È stato inoltre introdotto il riconoscimento dell’anzianità anche per le branche equipollenti e un sistema più flessibile di progressione professionale. I lavoratori vittime di aggressioni avranno diritto a tutela legale in ogni grado di giudizio e a un supporto psicologico garantito.

Le reazioni dei sindacati favorevoli

Molte sigle sindacali giudicano positivamente la preintesa. I rappresentanti della dirigenza medica evidenziano che le risorse erano già stanziate e che la firma consente di riversare subito gli aumenti nelle retribuzioni. Tra gli elementi apprezzati figurano i riconoscimenti economici per chi lavora nei pronto soccorso e l’attenzione alla permanenza dei giovani nel servizio sanitario pubblico.

La posizione contraria della Fp Cgil Medici e la protesta del 12 dicembre

La Fp Cgil Medici e il Fassid non hanno firmato la preintesa. La Cgil definisce il contratto insufficiente sul piano economico, sostenendo che il potere d’acquisto recuperato non compensi l’inflazione accumulata. Il sindacato annuncia uno sciopero per il 12 dicembre, in concomitanza con la mobilitazione generale già proclamata contro la legge di bilancio, e una consultazione in tutte le aziende sanitarie.


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Aumenti medi e platea coinvolta

Il nuovo contratto collettivo nazionale 2022-24 per la dirigenza medica e sanitaria prevede aumenti medi di circa 491 euro al mese per tredici mensilità e arretrati stimati in 6.500 euro. Il provvedimento riguarda 137mila professionisti, di cui 120mila medici e 17mila dirigenti sanitari non medici, per un investimento complessivo pari a 1,2 miliardi. Gli incrementi in busta paga arriveranno dopo la firma definitiva, attesa entro due o tre mesi.

La firma della preintesa e il giudizio positivo di Aran

La preintesa è stata sottoscritta nella sede dell’Aran al termine di una trattativa cominciata il primo ottobre. L’Agenzia definisce l’accordo ampiamente soddisfacente e sottolinea la rapidità del negoziato. La firma apre ora la strada al successivo contratto 2025-27, per il quale servirà un nuovo atto di indirizzo alle Regioni.

Le novità introdotte: riconoscimenti ai giovani e tutele dopo le aggressioni

Tra le novità, è previsto un incremento retributivo percentuale più elevato per i giovani professionisti, con l’obiettivo di rendere più attrattivo il lavoro nel servizio sanitario nazionale. È stato inoltre introdotto il riconoscimento dell’anzianità anche per le branche equipollenti e un sistema più flessibile di progressione professionale. I lavoratori vittime di aggressioni avranno diritto a tutela legale in ogni grado di giudizio e a un supporto psicologico garantito.

Le reazioni dei sindacati favorevoli

Molte sigle sindacali giudicano positivamente la preintesa. I rappresentanti della dirigenza medica evidenziano che le risorse erano già stanziate e che la firma consente di riversare subito gli aumenti nelle retribuzioni. Tra gli elementi apprezzati figurano i riconoscimenti economici per chi lavora nei pronto soccorso e l’attenzione alla permanenza dei giovani nel servizio sanitario pubblico.

La posizione contraria della Fp Cgil Medici e la protesta del 12 dicembre

La Fp Cgil Medici e il Fassid non hanno firmato la preintesa. La Cgil definisce il contratto insufficiente sul piano economico, sostenendo che il potere d’acquisto recuperato non compensi l’inflazione accumulata. Il sindacato annuncia uno sciopero per il 12 dicembre, in concomitanza con la mobilitazione generale già proclamata contro la legge di bilancio, e una consultazione in tutte le aziende sanitarie.

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