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La Juve avanza a ritmi record, la Champions è più vicina

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Nove vittorie, un pareggio e una sconfitta: sono questi i numeri della Juventus nelle ultime undici partite tra campionato ed Europa League. Segnali sempre più forti e chiari di una risalita importante, quasi travolgente dei ragazzi di Allegri, come d’altra parte testimonia la classifica. Pur con il -15, i bianconeri sono settimi ad appena sette lunghezze dalla zona Champions, oppure secondi con quattro punti in più della Lazio se la si guarda con i conti del tecnico e con quanto ha sentenziato il campo, cioè considerare il -15 inflitto dalla Corte d’appello federale. E in casa bianconera resta viva la speranza che, tra meno di un mese, il collegio di garanzia dello sport possa annullare la pesante penalizzazione. La Juventus è riuscita a ripartire blindando la difesa, tanto da aver concluso sette di queste undici gare con la porta inviolata, e aumentando la media dei gol fatti, salita a due reti esatte nel periodo. Contro l’Inter sono arrivati i tre punti in uno scontro diretto e per di più in trasferta, dopo che nella Milano rossonera, a Napoli e nella Capitale contro la Roma erano state collezionate tre sconfitte.

“Vincerla così è stato bello, l’atteggiamento è stato perfetto e dobbiamo ripartire da qui” la soddisfazione di Locatelli al canale del club su Twitch. I bianconeri sono arrivati alla sosta nel miglior modo possibile e Chiesa non ha riportato lesioni al ginocchio ma verrà valutato quotidianamente, ora ci saranno due settimane di tempo per ricaricare le pile, trovare soddisfazioni per i tanti giocatori chiamati nelle rispettive nazionali e prepararsi ad un aprile di fuoco dentro e fuori dal campo. Locatelli, però, resterà alla Continassa: “Ci sono rimasto male perché vivo la Nazionale come qualsiasi ragazzo, ma posso dimostrare sul campo cosa posso dare e riconquistarla” ha detto il centrocampista.

La Juve dovrà affrontare le due semifinali di coppa Italia contro l’Inter, il doppio confronto con lo Sporting Lisbona ai quarti di finale di Europa League (“Squadra forti, ma noi siamo la Juve” il pensiero di Locatelli), gli scontri d’alta classifica con Lazio e Napoli e le sfide più agevoli, almeno sulla carta, contro Verona, Sassuolo e Bologna. E poi c’è l’altra, fondamentale partita che i bianconeri giocheranno su campi diversi. Mercoledì 19 aprile si riunirà il Collegio di garanzia che discuterà il ricorso del club bianconero. “Ci sono tante incognite sul nostro futuro, aspetteremo anche il verdetto del Collegio di garanzia per pianificarlo – ha dichiarato il Chief football officer bianconero, Francesco Calvo – e non abbiamo sensazioni: è una data importante perché avremo delle certezze”. Meno di un mese e si saprà la verità, ma Allegri continua a programmare la sua risalita a prescindere dalla ‘mazzata’ del -15, come l’ha definita in queste settimane.

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Grazie ad Atalanta e Fiorentina, 5 italiane in Champions 2024/25

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Il passaggio in semifinale di Atalanta e Fiorentina, rispettivamente in Europa League e Conference League, garantirà all’Italia di avere cinque club, e non quattro, nella prossima edizione della Champions League, allargata a 36 squadre. I risultati ottenuti, insieme alle eliminazioni delle squadre inglesi Liverpool e West Ham, permettono infatti all’Italia di mantenere un vantaggio decisivo sulle possibili rivali nel ranking Uefa, che la vede al primo posto considerando anche i punti messi in carniere grazie alla Roma, la quale ha eliminato il Milan nel derby dei quarti di Europa League. Altri potranno venire se le tre italiane dovessero proseguire ulteriormente il loro cammino.

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Europa League, gol di Mancini e Dybala: Milan ko e la Roma va in semifinale

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Una Roma bella e concreta vola in semifinale di Europa League nella magica serata dai due volti, nel solito Olimpico sold out. Nei primi venti minuti i giallorossi mettono alle corde il Milan e in cassaforte la qualificazione con i gol di Mancini (che fa il bis dopo San Siro dedicando l’1-0 al suo conoscente stretto e giovane calciatore morto lunedì) e Dybala, ma poi dalla mezz’ora restano in dieci per il fallaccio di Celik su Leao e sono costretti a dover resistere per tutto il match agli attacchi veementi dei rossoneri facendo anche a meno dei muscoli di Lukaku fuori per infortunio.

Forcing milanista che porta all’unico gol di Gabbia nel finale per un 2-1 per la squadra di De Rossi, confermato proprio stamattina per il prossimo futuro sulla panchina giallorossa, che dovrà affrontare i campioni di Germania del Bayer Leverkusen per sognare la finalissima di Dublino. Nel Milan torta titolare Tomori che rientra dopo la squalifica, a sorpresa a centrocampo spazio a Musah al posto di Reijnders, mentre in avanti fiducia a Giroud e Leao. De Rossi si affida a Bove a centrocampo per sostituire Cristante squalificato e al tridente Dybala, Lukaku, El Shaarawy.

Pronti via con la Roma subito pericolosa con Lukaku e che nei primi minuti si mostra più presente nell’area del Milan costretto a fare subito due falli pesanti prima su Dybala e poi su Bove per frenare i giallorossi. Passano solo 12 minuti e la squadra di De Rossi passa in vantaggio ancora con Mancini che come all’andata firma l’1-0: destro a giro di Pellegrini che colpisce il palo, sulla respinta è lesto è il difensore giallorosso che di piatto a porta vuota spinge in rete. L’esultanza di Mancini è commovente con i suoi compagni che lo baciano e lo abbracciano per il lutto subito lcon la morte del fratello del fidanzato di sua sorella, il giovane calciatore Mattia Giani.

A lui il difensore della Roma dedica il gol mostrando una maglia con la scritta ‘Ciao Mattia per sempre con noi’. La reazione del Milan non si fa attendere: i rossoneri provano a pareggiare subito con il tiro di Loftus-Cheek che si infrange sulla traversa, ma si sbilanciano troppo e dieci minuti dopo aver subito lo svantaggio incassano il secondo gol con un bel contropiede della Roma. Lukaku vince il duello di fisico sulla sinistra dell’area, il belga prova il cross in mezzo, cross respinto proprio sui piedi di Dybala che con uno splendido sinistro a giro insacca.

E così dopo soli venti minuti, i giallorossi forti della vittoria 1-0 a San Siro ipotecano il passaggio del turno, con il Milan chiamato ora a segnare quattro gol per andare in semifinale. Pochi minuti e la Roma perde Lukaku per un problema muscolare al flessore della coscia destra: il belga viene sostituito da Abraham. Subito dopo aver dovuto fare a meno di Lukaku i giallorossi restano in dieci per il rosso a Celik: il terzino turco in recupero su Leao interviene in scivolata sulla caviglia del portoghese e viene espulso dall’arbitro polacco Marciniak. Il Milan sotto di due gol si ritrova in superiorità numerica e si riversa nell’area romanista sfiorando più volte il gol e vedendosi negare un rigore dal Var. De Rossi corre ai ripari e mette dentro un altro difensore, Llorente al posto di Dybala, mentre Pioli rinforza l’attacco lanciando in campo Jovic al posto di Bennacer.

Sono ben sette i minuti di recupero nel primo tempo decisi da Marciniak ma i rossoneri non riescono a bucare la difesa romanista. Mentre le squadre rientrano negli spogliatoi De Rossi aspetta l’arbitro polacco per chiedergli probabilmente spiegazioni sull’espulsione diretta di Celik. Doppia sostituzione per il Milan che prova a giocarsi il tutto per tutto con l’uomo in più nel secondo tempo: entrano Reijnders e Chukwueze, escono Calabria e Loftus Cheek. La squadra di Pioli è costantemente in attacco ma è la Roma a sfiorare il 3-0 prima con una ripartenza di El Shaarawy e poi con una clamorosa palla gol di Abraham a due passi da Maignan.

Pioli cambia ancora le sue carte: entrano Florenzi e Okafor, escono Musah e Pulisic, ma il gol per i rossoneri non arriva. Cambia anche De Rossi: fuori Pellegrini, autore di un super salvataggio nel finale di partita, per Renato Sanchez e Bove per Angelino. Nel finale il Milan accorcia con Gabbia, ma la Roma resiste con ordine fino alla fine festeggiando una semifinale strameritata in un Olimpico da impazzire insieme anche a N’Dicka sotto la curva sud dopo la paura di Udine.

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Europa League: impresa dell’Atalanta, il Liverpool vince ma va fuori

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L’unica pecca è la squalifica di Hien e Zappacosta, diffidati. Il vantaggio di Salah è di rigore, la sofferenza nel prosieguo molto relativa, le occasioni non sfruttate sui due fronti una manciata. Forte dei tre gol di vantaggio di Anfield, l’Atalanta perde di misura nel ritorno dei quarti di Europa League col Liverpool centrando la seconda semifinale europea della sua storia a 36 anni dalla precedente, quella mitica col Malines in coppa Uefa dopo aver battuto lo Sporting Lisbona. Presenza significativa allo stadio di Bergamo in festa, il capitano di allora Glenn Stromberg, acclamato dai tifosi prima del calcio d’inizio. Sette minuti, compresi il paio per il check, e la strada si fa in salita per i bergamaschi.

Il braccio largo di Ruggeri su palla di Alexander-Arnold dal lato corto provoca il penalty realizzato dall’egiziano spiazzando Musso, lasciando ai Reds due gol da recuperare e tre per ribaltare il risultato dell’andata. Il pericolo del raddoppio intorno al dodicesimo è sventato da Musso, quando costringendolo all’uscita risolutiva Luis Diaz gli si presenta davanti, smarcato dall’azione di Robertson prolungata da Gakpo, e Szoboszlai ci prova centralmente dalla lunetta. Per la prima conclusione atalantina, tra una rete di possesso degli ospiti e l’altra, bisogna aspettare il ventottesimo col sinistro a incrociare largo di Miranchuk sul controllo dal limite sbagliato da Scamacca, su passaggio di Ederson, diventato assist.

L’undici di Klopp sembra vivere di fiammate, come la triangolazione tra Diaz e Salah oltre la mezzora che costringe Djimsiti a chiudere con la diagonale in scivolata, mentre Salah al trentanovesimo spreca il rilancio di Gakpo allargando il pallonetto solo davanti a Musso. Gioia strozzata in gola alla Curva Nord e a Koopmeiners due minuti più tardi, perché sul filtrante di De Roon il tiratore scelto di casa è in fuorigioco. Comincia la ripresa ed Ederson telefonata fra le braccia di Alisson il rigore in movimento nel flipper d’area innescato dal fondo da Zappacosta con tocchi di Miranchuk e Scamacca, mentre Kolasinac ovvia spazzando l’area all’uscita a vuoto di Musso su una punizione da lontano di Robertson.

Van Dijk corregge di testa centralmente lo schema di Alexander-Arnold prima del quarto d’ora, con la risposta sempre centrale dal limite di Koopmeiners a rimorchio di Zappacosta. Oltre il ventesimo Ruggeri scambia con Miranchuk trovando Mac Allister in traiettoria e Scamacca, ancora su iniziativa del laterale destro, che lascia spesso Robertson sul posto, alza decisamente la mira. Quando Klopp ha già cambiato quattro pedine, Gasperini fa entrare Pasalic per Ederson e per Scamacca il più fresco De Ketelaere, che non riesce a mandare in porta l’impreciso Koopmeiners oltre la mezzora. Chiude la fiera delle mezze chances in rosso il terzo tempo di Nunez sulla punizione di Mac Allister: Bergamo può esultare.

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