Juventus-Venezia 2-2: un pareggio che lascia l’amaro in bocca alla squadra di Di Francesco in vantaggio fino al 95’ quando Vlahovic su rigore ha salvato la Juventus.
I lagunari sono stati a un passo dall’impresa, ma il rigore trasformato da Vlahovic nei minuti finali di recupero ha permesso ai bianconeri di evitare la sconfitta, portando a quattro i pareggi consecutivi in campionato.
Primo tempo: Gatti apre le danze
La partita è iniziata in maniera equilibrata, con entrambe le squadre attente a non scoprirsi troppo. A sbloccare il risultato è stata la Juventus al 22’, grazie a Federico Gatti. Il difensore piemontese, alla sua prima rete stagionale, ha capitalizzato una sponda di testa di Thuram su calcio d’angolo battuto da Koopmeiners, trovandosi libero davanti alla porta e insaccando con facilità.
Il Venezia, dopo un avvio timido, ha iniziato a prendere confidenza e al 30’ si è reso pericoloso: una sponda di Pohjanpalo ha liberato Andersen al limite dell’area, ma il suo tiro ha scheggiato la traversa, sfiorando il pareggio. La Juventus ha mostrato segni di difficoltà nella seconda parte della prima frazione, lasciando sempre più spazio alle iniziative degli ospiti.
Secondo tempo: il Venezia risponde e sfiora il colpo grosso
In apertura di ripresa, i bianconeri sembravano aver trovato il raddoppio con Yildiz, ma il tocco decisivo è stato annullato dall’arbitro Giua per un fallo di mano. La Juventus ha continuato a cercare la rete, ma la poca precisione sotto porta ha lasciato spazio al ritorno del Venezia.
Al 61’, i lagunari hanno trovato il pareggio: un preciso cross dalla destra di Zampano ha permesso a Ellertsson di battere Di Gregorio con un colpo di testa impeccabile, firmando il suo secondo gol in Serie A.
La doccia fredda per i padroni di casa è arrivata all’83’, quando su una punizione dell’ex Nicolussi Caviglia, Idzes ha sovrastato tutti in area e, di testa, ha siglato il gol del sorpasso.
Finale al cardiopalma: Vlahovic salva la Juventus
Quando la vittoria del Venezia sembrava ormai cosa fatta, la Juventus ha trovato il pareggio al 95’. Un fallo di mano di Candela, dopo una respinta del portiere Stankovic su tiro di Conceição, ha portato al rigore decisivo, trasformato con freddezza da Vlahovic.
Il pareggio lascia l’amaro in bocca ai lagunari, che avevano accarezzato il sogno di portare a casa tre punti pesanti. Per la Juventus, invece, si tratta del quarto pareggio consecutivo, il decimo stagionale, che evidenzia difficoltà nel trovare continuità di rendimento e nella gestione delle partite.
Entrambe le squadre hanno mostrato carattere, ma per ambizioni diverse: il Venezia continua a dimostrarsi un avversario ostico, mentre la Juventus deve ritrovare la solidità necessaria ae vuole puntare in alto.
L’Inter si ritrova, batte la Fiorentina per 2-1 e torna a portata di aggancio al Napoli. Dopo la netta sconfitta di giovedì scorso al Franchi, stavolta i nerazzurri si presentano con tutt’altro atteggiamento e strappano una vittoria pesantissima nella lotta scudetto, che permette di riportarsi a -1 dal Napoli. Dopo un primo di tempo concluso tra le polemiche, complice la palla uscita prima del corner che porta al vantaggio interista (autorete di Pongracic) e un rigore per un tocco di mano di Darmian (trasformato da Mandragora), nella ripresa è decisivo il gol del tanto criticato Arnautovic, con una zuccata da tre punti per Lautaro Martinez e compagni. L’approccio dell’Inter stavolta è decisamente diverso rispetto alla gara del Franchi, sulla spinta anche di un Inzaghi forse mai così indemoniato a bordocampo. Tanto che già dopo 50 secondi Lautaro sfiora il vantaggio, con un destro di prima intenzione che sfiora il palo alla sinistra di De Gea. I nerazzurri continuano a spingere, schiacciando la Fiorentina in area, senza concedere ai viola la possibilità di uscire dalla propria metà campo. Ci prova anche Barella, che va vicino ad un eurogol con una rovesciata mancina che però non trova di poco lo specchio. La spinta interista è incessante, su corner prima Carlos Augusto colpisce il palo esterno col mancino, poi Lautaro centra in pieno la traversa.
E la serata sembra mettersi di male in peggio, perché l’Inter perde anche Thuram, sostituito da Arnautovic per una contusione alla caviglia sinistra. Serve così un pizzico di fortuna alla squadra di Inzaghi per sbloccare il risultato, tra le polemiche però della Fiorentina. Su un corner concesso nonostante la palla su cross di Bastoni fosse nettamente uscita, una deviazione sfortunata di Pongracic regala infatti il vantaggio ai nerazzurri. Una autorete che scatena le polemiche a bordo campo, con scintille tra le due panchine. L’Inter sfiora il raddoppio con Arnautovic (parata di piede di De Gea), poi però abbassa i ritmi per cercare di recuperare fiato. E la Fiorentina ne approfitta subito, ancora tra le polemiche: un tocco di mano di Darmian infatti, rivisto al Var, porta La Penna a concedere un rigore ai viola trasformato da Mandragora.
Dall’intervallo tuttavia l’Inter esce ancora concentrata e in spinta. E stavolta cos sono i nerazzurri ad approfittare di una indecisione della difesa viola: su cross di Carlos Augusto, De Gea e Ranieri non si intendono lasciando libero Arnautovic di colpire di testa, riportando avanti i padroni di casa. La squadra di Inzaghi va vicina nuovamente al gol con Lautaro, Barella e Zalewski, mentre Palladino svuota la panchina inserendo tutto il suo talento offensivo da Zaniolo a Gudmundsson. Non basta, però, perché l’Inter, guidata in difesa dal rientrante Acerbi, chiude a doppia mandata la propria area, con Sommer mai impegnato nemmeno nell’assalto finale. E mostrando forse per la prima volta in campionato il proprio abito migliore, quello concentrato e concreto che l’anno scorso portò allo scudetto. Ma il testa a testa col Napoli intanto continua.
Jannik Sinner eguaglia le 36 settimane da numero 1 dell’amico e rivale spagnolo Carlos Alcaraz, laureatosi ieri campione nel torneo olandese di Rotterdam. Ma quella appena conclusa è stata la settimana di Mattia Bellucci e di Andrea Vavassori. Il 23enne lombardo non aveva mai battuto un Top 20 prima della scorsa settimana. A Rotterdam ne ha infilate due consecutive: agli ottavi contro Daniil Medvedev, la sua prima vittoria contro un Top 10, ai quarti contro Stefanos Tsitsipas.
La semifinale nell’Atp 500 olandese, persa contro Alex De Minaur, gli ha permesso di salire dalla posizione numero 92, il suo precedente best ranking, alla numero 68. E di entrare così per la prima volta in Top 70. Riguardo a Vavassori, fermatosi agli ottavi proprio contro Alcaraz in singolare a Rotterdam, si tratta del giocatore che ha guadagnato più posizioni, tra i primi 20 italiani, nel ranking ATP (240, +77).
Il Napoli frena, l’Inter è pronta ad approfittarne. E’ il secondo 1-1 di fila della capolista (dopo la Roma all’Olimpico, l’Udinese al Maradona) a riaprire i conti della testa della classifica, in attesa del posticipo che domani da’ alla squadra nerazzurra l’occasione per la rivincita sulla Fiorentina, dopo il brutto ko di giovedi’, e soprattuto per accorciare le distanze sulla prima della classe, ora a +4. Con una prestazione scoppiettante, condita da cinque gol, la Lazio travolge il Monza, torna a vincere all’Olimpico dopo oltre tre mesi, scavalca la Juventus e si riporta al quarto posto. La resa dei lombardi e’ cosi’ netta che potrebbe costare il licenziamento a Bocchetti.
Per la lotta scudetto l’Atalanta, trascinata dal poker di Retegui al Verona, e’ a +5 e vuole contendere all’Inter il ruolo di agguerrita inseguitrice del Napoli capolista. Si allontana dalla zona Champions il Bologna che si fa imporre il pari da un ottimo Lecce. Dopo il netto ko col Milan in Coppa Italia la Roma porta a otto gare la sua striscia positiva in campionato. Un rigore di Dybala castiga il Venezia ed è il secondo successo di fila in trasferta dopo un lungo digiuno . Nella corsa salvezza basilare successo del Cagliari sul Parma con gol decisivo del nuovo arrivato, il romeno Coman. Al Maradona, il Napoli apre le marcature con McTominay, al sesto gol in campionato, ma viene subito raggiunta da un gran gol di Ekkelenkamp. Succede tutto nel primo tempo, ma la partita e’ vivissima soprattutto per merito dell’Udinese, che ha ritrovato smalto e va forse piu’ vicina alla vittoria di quanto non sia successo al Napoli.
Non servono neanche i cambi nei 20′ finali, Okafor compreso, a sbloccare un attacco stasera farraginoso. Ora Inter-Fiorentina cresce di fascino, per le ambizioni viola e soprattutto per l’occasione che Inzaghi ha di ridurre a un solo punto il distacco dalla vetta. Conte, da parte sua, deve fare i conti col fiato corto della sua squadra Una pura formalità e’ quella della Lazio che assalta il Monza fin dall’inizio, lo lavora ai fianchi ma, dopo il primo gol di Marusic la difesa dei brianzoli si sfalda e nella ripresa è un festival del gol. Mattatore l’eterno Pedro, autore di una doppietta da rapinatore d’area, ma sempre più importante il ruolo che si ritaglia Castellanos, che regala due assist ai compagni e un gol a se stesso, l’ottavo in campionato.
La Lazio fila come un treno e Baroni indovina tutti le sostituzioni: il 5-1 lo sigla Dele- Bashiru su assist di Noslin. Il Monza sembra ormai rassegnato, a -8 dalla zona salvezza. Se verrà esonerato Bocchetti potrebbe toccare ad Alessandro Nesta tentare un arduo recupero, a partire dai vari scontri diretti che attendono i brianzoli. Dopo la brillante vittoria in Coppa Italia, con l’eliminazione dell’Atalanta, il Bologna paga la fatica e stenta contro un buon Lecce. La gara è equilibrata, ma all’inizio si deve superare Skorupski per salvare su Pierotti e Helgason. Nella ripresa gli emiliani cercano di forzare i tempi ma senza creare grosse difficoltà a Falcone. Un gol di Dallinga nel finale viene annullato dalla Var per fuorigioco.
La squadra di Italiano mantiene comunque la sua imbattibilità che dura dal 30 dicembre. Nella seconda delle quattro trasferte consecutive in dieci giorni la Roma resta a galla nella pioggia di Venezia, si stacca dalle inseguitrici di centroclassifica, comincia la difficile ascesa verso la zona Europa. Di Francesco da ex continua a non fare punti. Solito Venezia volenteroso e propositivo, ma spuntato anche per la partenza di Pohjanpalo, sorretto dalla qualità di Nicolussi Caviglia e di Oristanio, ma non basta per risalire la classifica. Per Ranieri missione compiuta: pensa al Porto, ruota i titolari, fa esordire Gourna-Douath e Nelsson, ma i tre punti li porta a casa Dybala col solito rigore perfetto (100 per cento in giallorosso), poi ci sono occasioni per Dovbyk e Pisilli. Ancora panchina per capitan Pellegrini, ormai non più centrale per Ranieri.
Tre punti fondamentali per il Cagliari in zona salvezza. I sardi dominano la gara con un Parma in fase negativa, colpiscono il palo con Mina, ma passano per uno sfortunato autogol di Vogliacco. Reazione degli emiliani, ma Nicola fa entrare il nuovo acquisto Coman che trova uno splendida conclusione vincente. Leali prova a riaprirla, ma il Parma incassa l’ennesimo ko che mette a rischio la panchina di Pecchia, che domenica riceverà la Roma.