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La guerra riscrive il Def. Nuovi aiuti per 4-5 miliardi

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Stime di crescita quasi dimezzate e ritorno delle battaglie sui decimali: la guerra in Ucraina gela gli scenari di una ripresa galoppante anche nel 2022 e costringe il governo a rivedere tutte le previsioni. Lasciando pochi spazi, almeno per il momento, per immaginare corposi interventi in deficit. Il nuovo pacchetto di aiuti, che arrivera’ dopo Pasqua una volta che anche il Parlamento avra’ licenziato il Def, potra’ contare, senza scostamento, su una dote limitata a 4-5 miliardi. Almeno nel quadro di partenza che Mario Draghi e Daniele Franco presenteranno domani ai partiti della maggioranza che chiedono gia’ da tempo di fare molto di piu’. Serve “una manovra” scandisce il Pd convinto che fare piu’ deficit, arrivati a questo punto, non possa piu’ essere “un tabu'”. I dem si accodano alle richieste avanzate a piu’ riprese da Lega e M5S di fare extradeficit per ridurre in modo deciso l’impatto del conflitto in Ucraina su famiglie e imprese, mentre Fi e Iv predicano piu’ cautela. Il governo finora ha sempre opposto una politica dei piccoli passi, che il premier e il ministro dell’Economia sarebbero intenzionati a seguire anche questa volta. Il quadro, e’ il ragionamento che si fa in queste ore, e’ piu’ incerto che mai: la pace ancora non si intravede, Bruxelles si prepara al quinto pacchetto di sanzioni che per ora escludono il gas ma piu’ in la’ potrebbero includerlo, l’inflazione continua a correre. “Prudenza” e’ la parola che ricorre di piu’ tra Mef e Palazzo Chigi, dove si fanno e rifanno i calcoli con l’idea di non ricorrere subito all’extradeficit ma di tenerla come opzione piu’ avanti, se non si dovesse materializzare quel Recovery di guerra di cui l’Italia e’ sostenitrice insieme alla Francia. Il quadro tendenziale dovrebbe vedere il Pil scendere al 2,9%, facendo leva anche sul buon andamento delle entrate (che nei primi due mesi hanno registrato un boom a +16,8%). Il debito dovrebbe essere confermato “in calo” anche “grazie all’inflazione che fa crescere il Pil nominale”, spiega la sottosegretaria al Mef Cecilia Guerra. “Pensiamo – aggiunge – di avere uno spazio per un intervento espansivo”. Il deficit di partenza potrebbe salire attorno al 5%, lasciando un margine dello 0,5-0,6%, circa 10 miliardi, senza toccare l’indebitamento programmato al 5,6%. Circa 5 miliardi e mezzo andranno pero’ “restituiti” ai fondi del Mef, momentaneamente utilizzati a copertura dei decreti bollette. Resterebbero 4 miliardi, 4 miliardi e mezzo per un nuovo pacchetto a sostegno dell’economia, che guardera’ molto alle imprese, sfruttando il nuovo quadro di aiuti di Stato per l’emergenza, ma anche alle famiglie, che dai dati l’Istat nell’ultimo trimestre dell’anno hanno visto un timido recupero del potere di acquisto gia’ eroso, secondo i consumatori, dall’aumento dell’inflazione. Ci sarebbe, comunque, un margine ulteriore di trattativa ma rimanendo entro la soglia del 6%. Non piu’ di qualche decimale, quindi. Niente a che vedere con le richieste di manovre da 20-30 miliardi dei partiti. Certo, ci sono ancora “molte emergenze” ammette il viceministro all’Economia Laura Castelli e “servira’ coprire ancora il caro prezzi delle materie prime” e sostenere, dice anche Guerra, “le fasce deboli” e le imprese energivore ma anche di altri settori, “come la ceramica”. Andra’ poi mitigato almeno per un altro mese l’aumento “delle accise sulla benzina per i cittadini e sul gasolio per alcuni settori che soffrono di piu’, dall’autotrasporto all’agricoltura”. E servira’ ossigeno per “gli enti locali”. Domani intanto dovrebbe arrivare il via libera al nuovo quadro di finanza pubblica e si attende la convocazione del Consiglio dei ministri, Nel pomeriggio Draghi riunira’ la cabina di regia che non si preannuncia semplice: il Pd ribadira’ le posizioni assunte oggi in segreteria perche’, come ha detto Enrico Letta, “la missione e’ evitare la terza recessione in 10 anni”. Mentre il capodelegazione Stefano Patuanelli, dopo la battaglia 5S sulle spese militari, portera’ la sua proposta di trovare le risorse aumentando al 25%, la tassazione sugli extraprofitti delle societa’ energetiche, per ora fissata al 10%.

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Esteri

Mosca, 2 morti per attacco ucraino con droni a Belgorod

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E’ di due morti il bilancio di un attacco ucraino con droni nella regione russa di Belgorod. Lo annuncia il governatore Vyacheslav Gladkov. – “In seguito al rilascio di due ordigni esplosivi, un edificio residenziale privato ha preso fuoco – ha scritto su Telegram il governatore Vyacheslav Gladkov -. Due civili sono morti, una donna che si stava riprendendo da una frattura al femore e un uomo che si prendeva cura di lei”.

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Cronache

Maxi incidente fra autotreni sulla A1, traffico bloccato, code fino a 18 km

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Uno scontro fra autotreni ha diviso l’Italia a metà per ore, con file di auto fino a venti chilometri. L’incidente sulla A1 Milano-Napoli, nel tratto compreso tra San Vittore e Caianello verso Napoli, all’altezza del km 691: quattro i mezzi pesanti coinvolti. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, i soccorsi sanitari e meccanici, le pattuglie della Polizia Stradale ed il personale della Direzione 6° Tronco di Cassino di Autostrade per l’Italia. Agli utenti in viaggio verso Napoli, è stato consigliato di uscire a Cassino e rientrare a Caianello dopo aver percorso la viabilità ordinaria: adesso l’incidente è stato risolto ma per chi sta tornando verso Napoli ci sono ancora più di 10 km di coda.

 

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Economia

Allarme Upb sul Superbonus, Parlamento studia deroghe

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La “generosità” dell’agevolazione, le ripetute proroghe, un sistema di controlli che ha favorito la “diffusione di comportamenti opportunistici e fraudolenti”, la concessione di deroghe. Nasce anche da qui il ‘vulnus’ con cui il Superbonus si è trasformato in una zavorra per i conti pubblici, lasciando “una pesante eredità sul futuro”. L’Ufficio parlamentare di Bilancio lancia l’allarme e invita a far tesoro di questa esperienza per ridisegnare le future agevolazioni. Il Parlamento intanto prepara nuove modifiche all’ultima stretta impressa dal governo, comprese nuove deroghe per altre aree colpite dal terremoto o il coinvolgimento dei Comuni nei controlli. E sul Superbonus si accende un faro anche oltreoceano, con il Fondo Monetario Internazionale che sprona l’Italia a ridurre il debito. La crescita, stimata allo 0,7% nel 2024 e 2025, è destinata a ridursi al lumicino nel 2026 (rivista al ribasso allo 0,2%) con il Superbonus e il Pnrr in via di esaurimento, avverte il Fondo.

Ma intervenire si può, ed è dal debito che bisogna partire: per ridurlo, bisogna partire dagli sgravi fiscali, “molti dei quali inefficienti” come il superbonus, suggerisce il Fmi, ed eliminare quelle “scappatoie” dal fisco e “numerosi programmi di sostegno anti-inflazione”. Il Superbonus, insieme al bonus facciate e, in misura minore, gli incentivi alle imprese Transizione 4.0 “hanno inciso marcatamente sui conti pubblici degli ultimi anni”, evidenzia l’Autorità dei conti pubblici in una memoria alla commissione Finanze del Senato che sta esaminando l’ultimo decreto sull’agevolazione. Superbonus e bonus facciate, in particolare, hanno avuto un impatto “rilevante e crescente” nel tempo: l’asticella del periodo 2020-23, secondo gli ultimi dati, è salita a circa 170 miliardi. Con un gap tra i risultati e le attese “macroscopica” nel caso del Superbonus, e che “non ha precedenti”, osserva l’Upb, che indica vari elementi che hanno contribuito a far lievitare la spesa: la generosità dello sconto e le modalità di fruizione, l’ampliamento degli obiettivi, proroghe e deroghe.

A farne le spese è il debito. Quanto rilevato in termini di competenza economica nel quadriennio 2020-23 inciderà soprattutto sul 2024-26, evidenzia l’Upb, che quantifica questa “pesante eredità”: un impatto in media annua pari allo 0,5% del Pil nel triennio 2021-23, che salirà a circa l’1,8% in quello successivo. Un’esperienza, quella del Superbonus, da cui “occorre trarre insegnamento per il disegno di future agevolazioni”, osserva l’Upb, che indica la rotta: selettività e stop agli automatismi. In prospettiva, dunque, la soluzione suggerita è “un trasferimento monetario” (un contributo diretto alla spesa), modulato in base alle condizioni economiche delle famiglie e alla classe energetica dell’edificio, sottoposto ad autorizzazioni preventive e soggetto a un limite di spesa, o con prestiti agevolati. E in vista delle prossime misure di sostegno per le case green, a mettere in guardia è anche la Banca d’Italia: le “criticità” emerse con il Superbonus sembrano “sconsigliare la riproposizione in futuro della cedibilità dei crediti”, se non in “forma limitata” e “circoscritta ad alcune categorie”.

Dopo l’ultima stretta sul Superbonus intanto, si studiano nuove deroghe. A proporle, per altre aree colpite dal sisma diverse da quelle per cui già si è fatta eccezione (a partire dall’Emilia Romagna) o dalle alluvioni e per il Terzo settore, sono sia la maggioranza che l’opposizione con diversi emendamenti al decreto Superbonus. Il termine per presentare le proposte di modifica è mercoledì 24 aprile, ma sul tavolo del relatore, Giorgio Salvitti, gli emendamenti cominciano ad arrivare. Si studia anche la possibilità di coinvolgere, su base volontaria, i Comuni nei controlli ai cantieri del Superbonus, garantendo loro un ritorno economico pari al 30% dell’eventuale recupero. Nulla sarebbe invece ancora arrivato sulla possibilità di allungare da 4 a 10 anni i tempi di utilizzo dei crediti del Superbonus. Ipotesi su cui però si è già detto favorevole il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E che, secondo i calcoli dell’Upb, consentirebbe al debito di restare abbondantemente sotto quota 140%.

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