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Cronache

La fuga degli evasi dal carcere di Vallanzasca e Erika

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Non sono famosi come Renato Vallanzasca, che fu portato al carcere minorile a otto anni dopo che aveva cercato di far uscire dalle gabbie gli animali di un circo, e nemmeno come Erika De Nardo, che insieme al fidanzatino Omar, uccise a Novi Ligure la madre e il fratellino, ma come loro erano detenuti all’istituto minorile Beccaria. Nessuno dei sette ragazzi evasi ieri, approfittando del giorno di festa di Natale, stava scontando una condanna definitiva, nessuno ha compiuto fatti di estrema violenza, si parla di furti e rapine. Uno è marocchino, uno ecuadoriano, gli altri sono lombardi, del Milanese, di Pavia e del Comasco. E almeno due hanno famiglie che li hanno convinti a rientrare, per non aggravare la loro situazione dopo quella che il garante dei detenuti del Comune di Milano, Francesco Maisto, ha definito “una spacconata di carattere impulsivo”. In un caso, un ragazzo (tutti hanno fra i 17 e i 19 anni) è stato riaccompagnato in carcere dalla sorella alla fine di una riunione di famiglia che ha poco della tipica festa natalizia. Di certo tutti saranno trasferiti in altre strutture.

Non è la prima volta che al Beccaria – dove lo scorso agosto un diciassettenne è stato violentato e pestato in modo brutale in cella da altri carcerati – avvengono fughe e non è la prima volta che si verificano rivolte, come era già avvenuto nel 2018 quando finirono in ospedale cinque ragazzi e quattro agenti, tanto che don Gino Rigoldi parlò di una situazione fuori controllo. Ma quella di Natale è di certo l’evasione con il numero più alto di detenuti scappati, anche grazie a un lenzuolo, da quando la struttura di via Calchi e Taeggi è stata inaugurata nel 1950. Inizialmente solo maschile, dal 1981 il Beccaria ha accolto anche una sezione femminile, poi chiusa per i lavori in corso.

Lavori decennali con una prima tranche che è durata 15 anni e la seconda partita nel 2018, continuata con una serie di ritardi dovuti anche alla pandemia, che è ancora in corso e che dovrebbe chiudersi ad aprile, dopo l’accelerata a inizio dicembre data dall’accordo firmato dal ministero delle Infrastrutture e della Giustizia. Al momento sono 37 i ragazzi presenti (alcuni sono stati da poco trasferiti a Bari) e a lavori ultimati la capienza dovrebbe essere di ottanta posti. “A volte si ha la sensazione che i diritti dei minori siano davvero minori” ha commentato il cappellano don Claudio Burgio, che è anche fondatore della comunità Kayros, convinto che “nell’immediato” ci sia bisogno di aumentare l’organico di “agenti ed educatori”. Oltre al turn over degli agenti, che spesso se ne vanno dopo un anno, al Beccaria infatti da vent’anni manca anche il direttore, incarico in cui si sono alternati man mano dei reggenti che avevano però altri incarichi in altre carceri. E tutto questo rende difficile “gestire situazioni sempre più complesse, con ragazzi sempre più compromessi da esigenze psichiatriche”, aggravate dagli abusi di droga e alcol, da una “vita di strada, con reati commessi prevalentemente in gruppo e dettati dal consumo di sostanze di ogni tipo” ha spiegato don Burgio.

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Cronache

I cento anni dalla fondazione dell’Aeronautica Militare con Mattarella e Meloni

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Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla terrazza del Pincio per celebrarere i cento anni dalla fondazione dell’Aeronautica Militare. Il cielo di Roma e’ stato scenario di una parata di velivoli dell’Aeronautica militare. Ben 74, tra elicotteri, giganti dell’aria per il trasporto di uomini e mezzi, aerei per il trasporto di malati, caccia intercettori e da combattimento, hanno sorvolato, secondo un ordine di schieramento in cielo, la zona – la Terrazza del Pincio e piazza del Popolo – dove si svolgeva la celebrazione per il primo centenario dell’Aeronautica. E poi la chiusura con i tre sorvoli, uno dei quali in formazione a rombo, delle Frecce Tricolori che hanno colorato il cielo di verde, bianco e rosso, mentre dalla folla saliva verso di loro l’applauso, come in una sorta di reciproco abbraccio.

 

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Cronache

Forte scossa di terremoto nella notte in Molise, paura e gente in strada da Campobasso a Napoli

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La paura torna a farsi sentire in Molise: nella terra del dramma di San Giuliano di Puglia, quando nel 2002 morirono in 29 tra bimbi e maestra nel crollo della scuola Iovine, si registra una nuova scossa di terremoto, breve ma intensa. Epicentro a Montagano, alle ore 23:52 di ieri, a pochi chilometri da Campobasso, 4.6 di magnitudo con ipocentro a una profondità di 23 chilometri. Da giorni il sottosuolo molisano è nervoso, e si registrano tante piccole scosse nettamente avvertite dalla popolazione. E i molisani, a Campobasso come a Montagano, stavolta hanno reagito con attimi di panico. Gente che è scappata in strada, che dormirà nelle auto, che si è portata via valige con vestiti.

La scossa, che sembra non aver prodotto danni a parte qualche calcinaccio caduto, è stata avvertita nettamente nelle zone limitrofe, in provincia di Isernia e nell’Alto Casertano, a Napoli, ma anche nel Beneventano e in tutto l’Abruzzo, così come nel Basso Lazio e nella vicina Puglia. “Da un primo giro di ricognizione, la situazione sembra per fortuna buona: non si segnalano danni particolari. Le verifiche dovranno essere fatte in modo più approfondito, ovviamente. Molti sono scesi in strada: c’è stata tanta paura, ma abbiamo subito aperto la nostra struttura polivalente per chi volesse dormire fuori casa”.

Così il sindaco di Montagano, Giuseppe Tullo. “La scossa è stata avvertita molto forte. Le scuole della zona, Petrella, Matrice, e la nostra materna saranno chiuse”, ha detto il primo cittadino. E scuole chiuse anche nel capoluogo, come deciso dal sindaco Roberto Gravina. “A Campobasso – ha fatto sapere il primo cittadino, impegnato nei vari sopralluoghi durante la notte – i Vigili del fuoco al momento non segnalano danni a persone o cose. Analoga la situazione anche all’ospedale Cardarelli, dove non sono segnalati danni di alcun tipo”. Il direttore del Dipartimento della Protezione civile del Molise, Manuel Brasiello, che sta monitorando la situazione dalla Sala operativa di Campochiaro (Campobasso), ha dichiarato che “in via precauzione si sta valutando, comune per comune, la necessità di chiudere le scuole. Siamo in stretto contatto con Lugi D’Angelo, direttore operativo nazionale del Dipartimento di Protezione civile: la situazione è monitorata e vediamo come evolve”.

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Scossa di terremoto fortissima in Molise, paura anche a Napoli

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Violenta scossa di terremoto in Molise. Epicentro in provincia di Campobasso, tra Montagano e Limosano. La magnitudo è tra 4,6 e 5,1 della Scala Richter. Stime poi verificate dall’INGV in 4,6 della scala Richter. Al momento non si hanno notizia di danni o vittime. Ma l’intensità della scossa e l’ipocentro, a circa 20 km di , richiedono verifiche sul territorio da parte della Protezione civile. La scossa è stata avvertita fino a Napoli, dove molti cittadini hanno telefonato anche alle forze dell’ordine.

 

La forte scossa di terremoto è stata avvertita anche nell’Aquilano, in tutto il Molise, nel Sannio e, come già detto, anche ai piani alti della città di Napoli. Al momento in Molise non si hanno notizia di danni a cose e persone. I vigili del fuoco, a mezz’ora dalla scossa, fanno sapere di non aver ricevuto alcuna richiesta di soccorso. Solo telefonate di persone preoccupate alle sale operative sul territorio. La scossa avvertita a Napoli in maniera nitida è frutto delle onde sussultorie del terremoto in Molise. Lampadari fermi ma case che hanno tremato a Napoli. Ma nessuna paura, solo preoccupazione. C’è solo apprensione per quanto accaduto in Molise. Per fortuna, però, anche dalla zona di Campobasso non arrivano notizie gravi.

Qualche crepa sui muri segnalata in alcuni comuni, a Campobasso scene di panico in strada, traffico in aumento, grande spavento, persone in pigiama e persino con valigia al seguito. È la conseguenza della scossa che poco prima della mezzanotte ha colpito la provincia molisana con epicentro Montagano (Campobasso) e che è stata avvertita in tutta la regione e nel vicino Abruzzo fino a Pescara e nella costa adriatica. In questi momenti alcuni sindaci stanno decidendo la chiusura delle scuole per domani.

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