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La Francia scende in campo contro colossi Internet: si pagherà la web tax

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La Francia parte all’offensiva sulla tassazione dei ‘Gafa’, i colossi di internet come Google, Amazon, Facebook o Apple. In assenza del raggiungimento di un accordo al livello europeo, Parigi ha cosi’ deciso di procedere da sola, tassando per i fatti propri i giganti del web che ormai da troppi anni eludono il fisco. La cosiddetta ‘tassa sui Gafa’ presentata oggi in consiglio dei ministri dal responsabile dell’Economia Bruno Le Maire prevede un livello di imposizione equivalente al 3% del fatturato per i colossi del web radicati sul territorio della Re’publique. Questo dispositivo, che dovrebbe generare introiti per 400 milioni di euro nel 2019, e’ una “prima tappa” nell’attuazione di una “fiscalita’ del XXI/o secolo,”, ha dichiarato Le Maire, in conferenza stampa a Parigi, aggiungendo: “E’ una questione di giustizia per i nostri concittadini”, ma anche per le “nostre aziende”. Il titolare di Bercy ha spiegato che “nessuno puo’ accettare che le grandi aziende del web paghino 14 punti di tasse in meno rispetto alle nostre Pmi”. Secondo dati della Commissione Ue, il tasso di imposizione medio delle multinazionali del web e’ di appena il 9% contro il 23% delle aziende europee in generale. Per Le Maire, questa situazione e’ una “fonte di inefficacia per i conti pubblici. Se vogliamo continuare a finanziare i nostri servizi pubblici, i nostro asili nido, i nostri ospedali, le nostre scuole – ha avvertito – bisogna tassare il valore laddove viene creato”. Annunciata a dicembre, in piena crisi dei gilets jaunes, la tassa francese sui Gafa segue il flop dei negoziati Ue per creare una simile imposta su scala continentale, in particolare, a causa del rifiuto di quattro Stati membri: Irlanda, Svezia, Danimarca e Finlandia. Il testo presentato dal governo parigino ( e che da aprile verro’ discusso in parlamento) prevede un tasso di imposizione del 3% per le aziende ‘digitali’ con un fatturato superiore ai 750 milioni di euro al livello globale e di oltre 25 milioni di euro in Francia. La tassa riguarda, tra l’altro, le pubblicita’ on-line e la vendita dei dati personali degli utenti. Secondo le autorita’ francesi sono al momento una trentina le aziende, principalmente Usa, che potrebbero essere sottoposte a una tale imposta. L’intenzione e’ applicarla in modo retroattivo dal primo gennaio. Rivisti leggermente al ribasso gli introiti previsti per il 2019. Se inizialmente si era avanzata la cifra di 500 milioni di euro, Le Maire ha parlato di 400 milioni di euro per l’anno in corso. Ma i guadagni per le casse dello Stato dovrebbero aumentare nei prossimi anni, salendo a 650 milioni nel 2021. Ma non mancano le critiche, incluso delle aziende coinvolte, che oggi deplorano il fatto che l’imposta si basi sul fatturato e non sui benefici, evocando il rischio di possibili effetti negativi sui consumatori. A Parigi Le Maire ha auspicato che la tassazione francese sia soltanto provvisoria, in attesa che venga sostituita da una tassazione al livello internazionale.

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75 premi Nobel contro la conferma di Rfk a ministro sanità

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Oltre 75 vincitori del premio Nobel hanno firmato una lettera aperta che esorta i senatori a non confermare la nomina di Robert F. Kennedy Jr., sostenendo che la scelta del presidente eletto Donald Trump per guidare il dipartimento della sanita’ e’ dannosa per la salute pubblica. La missiva, ottenuta dal New York Times, segna la prima volta in tempi recenti che i premi Nobel si sono uniti contro un ‘nominee’ del governo, secondo uno di loro, Richard Roberts, vincitore del prestigioso riconoscimento per la medicina del 1993, che ha contribuito a redigere la lettera.

“Questi attacchi politici alla scienza sono molto dannosi”, ha detto. “Bisogna prendere posizione e proteggerla”, ha aggiunto. I firmatari della lettera hanno messo in dubbio che Kennedy, a loro dire “privo di credenziali” in medicina, scienza o amministrazione, sia adatto a guidare il dipartimento che tutela la salute pubblica e da cui dipende il finanziamento della ricerca biomedica. “Mettere Kennedy a capo del dipartimento mettera’ a repentaglio la salute pubblica e compromettera’ la leadership globale dell’ America nelle scienze della salute”, si legge nella lettera. Se confermata, l’opposizione di Rfk a strumenti di salute pubblica consolidati, come i vaccini e la fluorizzazione dell’acqua potabile, rappresenterebbe un rischio per il benessere del Paese, prosegue la missiva.

I premi Nobel hanno anche criticato la promozione di teorie cospirative da parte di Kennedy, che ha falsamente collegato i vaccini all’autismo, ha respinto la scienza consolidata che dimostra come l’Hiv causi l’Aids e ha suggerito, senza prove, che il coronavirus ha preso di mira o, a seconda, risparmiato alcuni gruppi etnici. I firmatari hanno inoltre notato che il nominee è stato un “critico belligerante” delle agenzie che rientrerebbero nella sua competenza, tra cui la Food and Drug Administration, i Centers for Disease Control and Prevention e i National Institutes of Health.

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Ceo ucciso, sospetto killer incriminato per omicidio a NY: si chiama Luigi Mangione, ha 26 anni

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Al sesto giorno di caccia all’uomo il cerchio si è chiuso attorno a Luigi Nicholas Mangione, 26enne rampollo di una abbiente famiglia italo-americana di Baltimora, ex studente di computer in un’università della Ivy League, ricercato per l’assassinio a Manhattan del ceo di UnitedHealthcare, Brian Thompson. Su segnalazione di un dipendente di un McDonald’s di Altoona, in Pennsylvania, la polizia ha fermato il giovane incensurato trovandolo in possesso di un passaporto americano e quattro documenti di identità falsi, tra cui uno col nome di Mark Rosario, lo stesso usato alla reception dell’ostello dell’Upper West Side dove il killer di Thompson si era fermato per dieci giorni prima del delitto.

“L’abbiamo preso incrociando i vecchi metodi della polizia con quanto offerto dalle nuove tecnologie”, ha detto la nuova commissioner della polizia di New York Jessica Tisch in una conferenza stampa con il sindaco Eric Adams che ne ha approfittato per riproporre il bando alle mascherine nei luoghi pubblici. Arrivato ad Altoona in Greyhound, Mangione aveva con sé una pistola con silenziatore simile a quella usata per uccidere Thompson: si tratterebbe di una ‘ghost gun’, un’arma invisibile ai controlli messa assieme con la stampante 3d. Il 26enne portava addosso anche un “manifesto”, hanno riferito fonti di polizia, ispirato a Theodore Kaczynski, il matematico di Harvard soprannominato Unabomber che negli anni ’90 tenne in scacco l’America con una catena di pacchi bomba.

Appassionato di intelligenza artificiale e videogiochi, Luigi ammirava e metteva il like sui social alle invettive dell’eco-terrorista contro gli antidepressivi (“Immagina una societa’ che assoggetta le persone a condizioni che li rendono infelici e poi da’ loro i farmaci per togliere la loro infelicita”) Due paginette scritte a mano, il documento contiene accuse alla “corporate America” e in particolare alle le mutue private che antepongono i profitti al bene degli assicurati. “Questi parassiti se la sono cercata… Mi scuso per ogni conflitto e trauma, ma andava fatto”, sono alcune delle frasi scritte da Mangione, che dice di aver agito da solo e di essersi autofinanziato.

Secondo il New York Post, il ragazzo era rimasto scioccato per come era stato trattato un parente malato. Tutto confermerebbe dunque quello che è stato fin dall’inizio il sospetto degli investigatori di un killer “arrabbiato” col sistema miliardario delle mutue: gli ultimi tasselli chiariscono le tre parole incise sui bossoli trovati sul luogo del delitto – “deny, delay, depose” evocatrici di quelle usate dalle assicurazioni come UnitedHealthcare per negare i rimborsi – così come i soldi finti del Monopoli (il gioco per molti simbolo dell’avidità delle corporation) ficcati nello zaino di marca abbandonato a Central Park assieme al giaccone firmato Tommy Hilfiger il 4 dicembre, la mattina stessa del delitto.

Osannato da molti in rete come un eroe popolare, Mangione, che ha studiato informatica a UPenn e il cui ultimo domicilio conosciuto è Honululu, è stato arrestato per reati locali legati al possesso della pistola: per essere incriminato per l’assassinio di Thompson deve essere estradato a New York. Emergono intanto altri particolari sulla sua formazione: la costosa scuola privata del Maryland per soli maschi, la famiglia negli Usa da tre generazioni col il nonno Nicholas, un costruttore figlio di emigranti, che aveva fatto fortuna con una rete di country club, case di riposo e una stazione radio, mentre un cugino di Luigi, Nino, e’ deputato repubblicano conservatore al parlamento statale del Maryland.

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Raid di Israele, distrutti principali siti militari siriani anche vicino Damasco

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Forti esplosioni sono state udite a Damasco, riporta un giornalista dell’agenzia di stampa Afp. Le esplosioni a Damasco sono state udite poco dopo che la ong Osservatorio siriano per i diritti umani aveva riferito di circa 250 raid israeliani in Siria dalla caduta del presidente Bashar al-Assad, domenica. Secondo la ong, da domenica Israele ha preso di mira le principali installazioni militari siriane in tutto il Paese con l’obiettivo di distruggerle. Israele “ha distrutto i principali siti militari in Siria” lanciando circa 250 attacchi dalla caduta del presidente Bashar al-Assad: lo riporta la ong Osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo la ong – che ha sede nel Regno Unito e si avvale di una vasta rete di fonti in tutta la Siria – Israele ha bombardato aeroporti, radar, depositi di armi e munizioni e centri di ricerca militare, e ha danneggiato le navi della Marina siriana attaccando un’unità di difesa aerea vicino al grande porto di Latakia, nel nord-ovest del Paese.

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