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La finanziaria milanese che truffa gli imprenditori porta ai fondi della Lega Nord, la procura di Milano manda gli atti a quella di Genova

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Nell’elenco dei 14 indagati dell’inchiesta della Procura di Milano su una truffa finanziaria da sei milioni e mezzo di euro, figura c’è anche il nome di Angelo Lazzari. Le obbligazioni della sua “Tre international sa” sarebbero state fatte acquistare da una finanziaria milanese a clienti ignari di quanto fossero rischiose. Lo stesso Lazzari e una sua società a cui fa capo la “Tre” emergono anche nelle inchieste di Genova sui 49 milioni di fondi elettorali incassati illegittimamente dalla Lega Nord e in parte svaniti.
L’indagine del pm di Milano Bruna Albertini ha portato all’arresto per truffa, impiego di denaro di provenienza illecita e autoriciclaggio di due dirigenti della società Sofia Sgr, spa milanese che è stata già commissariata da Bankitalia ed è in liquidazione, e di un terzo indagato.
Secondo gli accertamenti della Gdf di Milano, 117 clienti della Sofia, che gestiva investimenti azionari ed obbligazionari, si sarebbero trovati nei loro portafogli obbligazioni della «Tre International sa» quotate alla Borsa di Vienna ma che, di fatto, non venivano scambiate e quindi non avevano una quotazione reale.
Si trattava, sostengono gli investigatori, di «investimenti privi di convenienza economica e finanziaria» che hanno rastrellato milioni di euro che la «Tre international sa», a sua volta, ha investito nel fondo immobiliare chiuso speculativo «Sofia reloaded real estate» in cui, però, c’era stata una sopravvalutazione degli immobili. Il denaro, successivamente, sarebbe stato disinvestito e reinvestito in altri titoli, ma anche questi non convertibili in denaro contante. Alla fine, chi ci avrebbe rimesso sono stati i 117 clienti e la truffa ha raggiunto i 6,5 milioni di euro.
Un giro vorticoso che permette agli investigatori di contestare ai dirigenti di Sofia sgr spa «rilevanti truffe finanziarie» realizzate con l’impiego delle obbligazioni della «Tre international sa». La società fa capo a Angelo Lazzari (indagato per concorso in truffa) tramite la Arc advisory company, una società di consulenza finanziaria con sede in Lussemburgo. Attraverso Arc, Lazzari è socio unico della fiduciaria italiana Ivad Sarl, e sempre a lui fa riferimento la Seven fiduciaria, nomi che compaiono nel capo di imputazione della maxi truffa.
Cosa c’entra con le indagini sulla Lega? La Seven fiduciaria, sospettano inquirenti, fa da schermo ai capitali di sette società con sede legale in via Maj 24, a Bergamo, nello studio dei due commercialisti Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, che sono i responsabili della contabilità della Lega.
Chi lavora alle indagini ipotizza che parte dei fondi della Lega siano passati tra le maglie di queste sette società con il contributo di Ivad e Arc.

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Addio a Ryan O’Neal, star di Love Story e Barry Lyndon

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L’attore e rubacuori Ryan O’Neal, la star dalla vita tempestosa candidata all’Oscar per film come “Love Story” e “Barry Lyndon” di Stanley Kubrick, si è spento all’età di 82 anni a Los Angeles. A renderlo noto il figlio su Instagram. “Questa è la cosa più difficile che abbia mai avuto da dire, ma eccoci qui. Mio padre è morto in pace oggi, con la sua amorevole squadra al suo fianco che lo sostiene e lo ama come lui farebbe con noi”, ha affermato Patrick O’Neal sul social.

O’Neal, il cui aspetto focoso e la mascella perfetta lo rendevano il protagonista ideale, era noto anche per la sua tumultuosa relazione decennale con l’attrice Farrah Fawcett. Nato nella città degli angeli, figlio d’arte (papà scrittore e sceneggiatore americano di origini irlandesi e madre attrice statunitense di origini per metà irlandesi e per metà ebraiche ashkenazite), O’Neal si fece conoscere al grande pubblico recitando nella soap opera Peyton Place (dal 1964 al 1969) nella parte di Rodney Harrington, accanto a Mia Farrow.

Ma ottenne la fama mondiale grazie all’interpretazione di Oliver Barrett IV nello struggente film Love Story (1970), che interpretò con Ali MacGraw e che gli valse la candidatura all’Oscar come miglior attore nel 1971 e il David di Donatello come miglior attore straniero l’anno successivo, oltre alla candidatura al Golden Globe. La pellicola ottenne un grande successo e quello di Oliver Barrett fu uno dei ruoli più memorabili di O’Neal. L’attore fu sposato dal 1963 al 1967 con l’attrice Joanna Moore, dalla quale ebbe due figli, gli attori Griffin e Tatum O’Neal. Dopo il divorzio, contrasse un nuovo matrimonio con Leigh Taylor-Young, da cui ebbe il terzogenito Patrick, divenuto cronista sportivo. Nel 1972 dopo fece coppia con Barbra Streisand per la commedia demenziale “What’s Up, Doc?”.

L’anno successivo interpretò un altro grande film di successo, ‘Paper Moon’ – Luna di carta – con la sua primogenita Tatum, la quale grazie a questa parte ottenne l’Oscar ancora giovanissima. Nel 1975 fu scelto da Kubrick come protagonista del memorabile ‘Barry Lyndon’. Fu anche preso in considerazione per le parti di Rocky Balboa in ‘Rocky’ (1976) e di Michael Corleone nel ‘Padrino’ (1972). Sul finire degli anni Settanta conobbe Farrah Fawcett, star della serie di telefilm Charlie’s Angels, che diventò la compagna della sua vita fino alla morte di lei, nel 2009. Insieme recitarono in diversi film tra cui ‘Sacrificio d’amore’ (1989) e la serie Tv ‘Good Sports’ (1991), ed ebbero un figlio, Redmond, nato nel 1985.

Nel 2008 O’Neal fu arrestato, insieme al figlio, nella sua abitazione di Malibù, in California, per possesso di stupefacenti. Nonostante la turbolenta vita privata, ha continuato l’attività di attore sino ad una dozzina di anni fa: nel 2006 entrò a far parte del cast della serie televisiva statunitense ‘Bones’, nel ruolo del padre della protagonista Temperance Brennan. Ha inoltre preso parte ad alcuni episodi del telefilm 90210 (2010).

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JLO in film musicale sul Bacio Della Donna Ragno

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Jennifer Lopez fara’ un film musicale che il regista e sceneggiatore di Dreamgirls e Beauty and the Beast Bill Condon ha adattato dallo show di Broadway del 1993 Il Bacio della Donna Ragno. La musica sara’ firmata dalle leggende John Kander e Fred Ebb, mentre il libretto e’ quello di Terrence McNally, basato sul romanzo dallo stesso titolo di Manuel Puig che e’ gia’ stato adattato per il grande schermo dal regista Héctor Babenco nel 1985. Nel film con Sonja Braga e Raul Julia, William Hurt vinse l’Oscar per miglior attore e il premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes per la parte del parrucchiere omosessuale Luis Molina. Libro, film e musical sono ambientati in una prigione argentina degli anni Settanta. JLo, secondo fonti vicine alla produzione che hanno parlato con Variety, avra’ la parte di Aurora, la ‘donna ragno’ creata dall’immaginazione di Molina, condannato a otto anni per aver corrotto un minorenne. La vita di Molina cambia completamente quando in carcere si innamora di Valentin Arregui Paz, un prigioniero politico marxista con cui deve condividere la cella.

Il nuovo film, che e’ finanziato indipendentemente dalla stessa Lopez, Barry Josephson di Enchanted, Tom Kirdahy, Greg Yolen e Matt Geller, sta in questi giorni cercando un attore sconosciuto per la parte di Molina: “E’ una opportunita’ per un uomo apertamente gay e effeminato, ma potrebbe essere anche qualcuno non binary dentro lo spettro trans donna”, ha appreso Variety. Le prove dovrebbero cominciare a febbraio con l’idea di cominciare a filmare in aprile in New Jersey. I due primi adattamenti del Bacio della Donna Ragno – il musical del 1993 e il film del 1985 – hanno ricevuto vasti consensi nella critica e nel pubblico. La versione musicale vinse sette Tony di cui tre per i protagonisti – Chita Rivera, Brent Carver e Anthony Crivello – e ando’ in scena 390 volte al West End e altre 904 a Broadway. Per la 54enne JLo, che sette anni fa aveva vagheggiato di avere un musical scritto per lei dall’autore di Hamilton Manuel Lin-Miranda, la parte di Aurora, che la Rivera porto’ per la prima volta sulla Lunga Strada Bianca, sara’ la prima in un film musicale. L’attrice sposata con Ben Affleck sta per tenere a battesimo il suo nono album in studio This Is Me… Now. Il suo primo film e’ stato nel 1997 nella parte della cantante Selena.

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Inarrestabile Cortellesi, il film ‘C’è ancora domani’ tra i più visti di sempre

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È arrivato al cinema il 26 ottobre, dopo aver aperto con applausi la Festa del cinema di Roma e continua a macinare primati sorprendenti. Il film di Paola Cortellesi C’è ancora domani è un caso di studio: una regia di esordio, in bianco e nero, una storia d’altri tempi arrivata però potente e dritta al cuore degli italiani di oggi. E così in 6 settimane l’attrice tanto amata diventata regista ha bucato un altro muro: con gli incassi del primo fine settimana di dicembre ha superato i 27 milioni di euro (27 milioni 281mila) ed è entrata di diritto nella top ten dei film italiani con maggiore incasso di sempre, dove per sempre si intende dal 1995, anno delle rilevazioni Cinetel. Una classifica dei primi dieci dominata da Checco Zalone nei primi 4 posti (al top Quo vado con 65.3 milioni) e con La vita è bella di Benigni al quinto, seguono Benvenuti al Sud di Miniero, Chiedimi se sono felice di Aldo, Giovanni e Giacomo (con Cortellesi nel cast), Natale sul Nilo di Neri Parenti e Il Ciclone di Pieraccioni.

Non solo, Cortellesi è di conseguenza anche nella top 25 dei maggiori incassi in Italia, tra film italiani e internazionali: è 22/o di una classifica guidata da Avatar, primo con 65.6 milioni di euro. Ma dove vorrà mai arrivare? Sicuramente a scalzare Cristopher Nolan dal secondo posto incassi cinema dell’anno 2023, visto che Oppenheimer è a 27 milioni 956mila euro d’incasso e li separano, sempre a ieri, 675mila euro e non sarà difficile. Il caso altamente probabile farà diventare C’è ancora domani anche il primo film della stagione – Cinetel la calcola dal primo agosto – e del resto ha appena vinto il Biglietto d’oro a fine novembre a Sorrento, assegnato dagli stessi esercenti del cinema e suggellato da una standing ovation, essendo il film italiano più visto dell’anno con quasi 4 milioni di biglietti venduti (3.980.223 a ieri). Successi del genere non si vedevano da anni, dall’epoca Zalone appunto, e sono obiettivamente anche successi di genere. Il cuore del film – + spoiler per i pochi italiani che non lo hanno visto + – è l’emancipazione femminile nel primo dopoguerra, il primo storico voto delle donne il 2 giugno 1946 con la fila fuori dei seggi, il ruolo nelle famiglie e la strada dei diritti raccontata da una storia di donne (la protagonista Cortellesi, la giovane figlia Romana Maggiora Vergano, l’amica fruttivendola Emanuela Fanelli) girata da una donna regista.

Non ci sarebbe da sottolineare nulla se fossimo in tempi di vera uguaglianza, di certo ci sono una nuova sensibilità e attenzione, più sguardi ci sono meglio sempre sarà. Alice Rohrwacher qualche giorno fa si è augurata di uscire presto “dal mito della ‘prima donna’ regista, ne servono ancora molte di più e questa è la speranza”. Impossibile però non notare come sia nel segno delle donne l’annata dello spettacolo in generale, da Barbie a Taylor Swift a Beyoncé alla nostra Cortellesi e forse la parola ‘fenomeno’ che spesso si usa per definire questi successi si può abbandonare, visto che tre/quattro fenomeni fanno una tendenza. E questo arriva anche dopo le polemiche per l’esclusione ministeriale di C’è ancora domani tra i finanziamenti pubblici selettivi. Come vive Cortellesi il grande record? A giudicare dai social di Vision che distribuisce il film nelle sale (prodotto da Wildside con Vision) anche con ironia: i messaggi sono divertenti: “Se non andate a vedere C’è ancora domani al cinema, “quant’è vero Iddio…” oppure “Non fatevi dire dove dovete annà. Tanto lo sapete: al cinema!”. I tanti incontri nei cinema, specie quello immenso con gli studenti, sono stati per lei il più grande appagamento.

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