Secondo gli accertamenti della Gdf di Milano, 117 clienti della Sofia, che gestiva investimenti azionari ed obbligazionari, si sarebbero trovati nei loro portafogli obbligazioni della «Tre International sa» quotate alla Borsa di Vienna ma che, di fatto, non venivano scambiate e quindi non avevano una quotazione reale.
Si trattava, sostengono gli investigatori, di «investimenti privi di convenienza economica e finanziaria» che hanno rastrellato milioni di euro che la «Tre international sa», a sua volta, ha investito nel fondo immobiliare chiuso speculativo «Sofia reloaded real estate» in cui, però, c’era stata una sopravvalutazione degli immobili. Il denaro, successivamente, sarebbe stato disinvestito e reinvestito in altri titoli, ma anche questi non convertibili in denaro contante. Alla fine, chi ci avrebbe rimesso sono stati i 117 clienti e la truffa ha raggiunto i 6,5 milioni di euro.
Un giro vorticoso che permette agli investigatori di contestare ai dirigenti di Sofia sgr spa «rilevanti truffe finanziarie» realizzate con l’impiego delle obbligazioni della «Tre international sa». La società fa capo a Angelo Lazzari (indagato per concorso in truffa) tramite la Arc advisory company, una società di consulenza finanziaria con sede in Lussemburgo. Attraverso Arc, Lazzari è socio unico della fiduciaria italiana Ivad Sarl, e sempre a lui fa riferimento la Seven fiduciaria, nomi che compaiono nel capo di imputazione della maxi truffa.
Cosa c’entra con le indagini sulla Lega? La Seven fiduciaria, sospettano inquirenti, fa da schermo ai capitali di sette società con sede legale in via Maj 24, a Bergamo, nello studio dei due commercialisti Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, che sono i responsabili della contabilità della Lega.
Chi lavora alle indagini ipotizza che parte dei fondi della Lega siano passati tra le maglie di queste sette società con il contributo di Ivad e Arc.