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Cronache

La cupola della ‘Ndrangheta in Germania

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La cupola della ‘Ndrangheta in Germania Un unicum in Europa. Indagine dell’anticrimine tedesco sulla Faz (di Rosanna Pugliese) Era il 15 agosto del 2007, quando sei uomini furono fatti fuori a colpi di arma da fuoco, nella pizzeria “Da Bruno” di Duisburg. Uno shock per i tedeschi, che scoprirono cosi’, all’improvviso, cosa fosse la ‘ndrangheta. E da allora la criminalita’ calabrese, all’epoca gia’ ben presente nella repubblica federale, di passi avanti ne ha fatti in Germania. Al punto da costruire un comitato di controllo, il “Crimine di Germania”, una sorta di cupola come ne esistono nella terra di origine, e nel nord Italia, ma in nessun altro paese d’Europa. Di questa rivelazione parla oggi la Frankfurter Allgemeine Zeitung, che dedica all’argomento un articolo in prima pagina, dando parola fra l’altro a tre procuratori antimafia, Giovanni Bombardieri, Giuseppe Lombardo e Nicola Gratteri. Nel corso delle ricerche fatte dai giornalisti dalla testata insieme ai colleghi di MDR sono arrivate le conferme dell’Anticrimine tedesco, il Bundeskriminalamt: si’, esiste un comando di nove membri, che ha il compito di mediare fra gli interessi dei clan calabresi. La ‘ndrangheta conta fino a 1.000 membri in Germania e almeno 18-20 cellule locali. Stando agli inquirenti, e’ presente soprattutto nell’ovest e nel sud del Paese, fra Costanza, Brema, Saarbrucken, e fino a Dresda. In Germania si ricicla il denaro del traffico di droga – soprattutto nella gastronomia – di quella che come racconta al giornale il procuratore antimafia di Catanzaro Gratteri, “e’ una grande marca, come la Coca cola”. E in un “paese ricco e grande come la Germania” e’ chiaro che la criminalita’ calabrese, la piu’ pericolosa del Mezzogiorno d’Italia, si sia ben strutturata e organizzata. La Faz dedica al tema un dossier, ricordando le origine ottocentesche di questa organizzazione criminale, per poi ricostruire l’accumulo di un patrimonio enorme, con un fatturato da 50 miliardi all’anno, “come quello di Mc Donald e Deutsche Bank messe insieme”. Una ricchezza ottenuta anche grazie ai rapimenti nell’Aspromonte degli anni ’70, al contrabbando di sigarette, ai traffici di stupefacenti e di armi, fino al taglieggiamento delle imprese e di grandi opere come l’A2, autostrada che ha consentito che la regione piu’ povera d’Europa fosse collegata al resto del paese dopo 50 anni di ritardo e di isolamento. Nella pizzeria “Da Bruno” a morire furono 6 uomini, il piu’ giovane dei quali aveva 16 anni. Erano tutti di San Luca, roccaforte degli ‘ndranghetisti. E dal comune di meno di 4.000 anime e oltre 40 clan veniva anche il commando che porto’ a termine il massacro. “A cu apparteni” (“a chi appartieni”), la domanda cruciale in dialetto che incarna la mentalita’ del posto, nel racconto che fa oggi il giornale di Francoforte.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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