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I Sentieri del Bello

La corsa dell’Angelo, a Forio la sacra rappresentazione che esprime l’identità di un popolo

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Nella ridente città di Forio la Pasqua è la Corsa dell’Angelo e senza questa sacra rappresentazione non è veramente Pasqua. Ma cosa è questo rito, che esprime l’identità di un popolo, e in cosa differisce dalle altre rappresentazioni che si tengono sull’isola d’Ischia?

Per rispondere dobbiamo fare un salto indietro nel tempo di circa 400 anni. Nel 1614 alcuni foriani fondano una confraternita, intitolata alla Madonna delle Grazie, col fine di soccorrere i bisognosi nelle loro necessità materiali e spirituali. Tanta la sollecitudine per i poveri del paese che alla Madonna fu dato un significativo appellativo: Visitapoveri! Tra quegli stessi uomini nasce l’idea di realizzare, per la Pasqua, una rappresentazione dell’annuncio della resurrezione di Gesù alla Madre. Anche questa iniziativa mira ad evangelizzare e a far vivere un momento di gioia ai fedeli. Viene coinvolto l’intero popolo, si offre uno spaccato della società, si esprime la fede nella vittoria del Cristo sulla morte.

Da allora ogni anno, sempre secondo lo stesso copione, il rito si ripete. Di buon mattino la città si prepara all’evento. Le statue della Madonna – coperta da velo bianco – e di San Giovanni Evangelista vengono portate in via Matteo Verde, lì dove le suore Betlemite avevano convento e cappella. Dopo la messa solenne in Congrega, ha inizio il corteo con le statue del Risorto e dell’Angelo, capolavoro ligneo attribuito alla bottega del Mollica. Queste ultime prendono posto lungo Corso Francesco Regine, all’altezza della fontana.

I contadini fanno corona alle immagini della Vergine e di San Giovanni, i pescatori a quella di Gesù. L’angelo può iniziare la sua missione: correre per tre volte dalla Vergine per annunziarle la Resurrezione del Figlio. Il canto del Regina Coeli, eseguito in musica tipicamente foriana, scandisce le corse. I portatori si alternano e fanno attenzione a ben sincronizzare i passi. Una folla immensa assiste al progressivo avvicinarsi della Madonna al suo Figlio. Dopo le tre corse, quando la Vergine giunge all’altezza di vico Piazza, viene svelata e, correndo, affianca il Risorto. E’un tripudio! Campane, coriandoli, volo di colombe, fuochi d’artificio: è Pasqua! Tutti i fedeli si stringono intorno alle sacre immagini per intonare ancora una volta il Regina Coeli. Infine si tiene la gara dello stendardo: per veder confermato il diritto a portare il vessillo dell’Arciconfraternita durante l’anno, il confratello preposto dovrà chinarlo profondamente davanti al Risorto, senza che le piume tocchino il suolo, pena il cedere lo stendardo ad altri candidati. Ha inizio la processione. Le note della banda indicano l’arrivo del sacro corteo. Si omaggia la Chiesa Madre di San Vito e poi si percorre via S. Giovanni, ove sorgeva la chiesetta dedicata all’Evangelista, quindi si fa ritorno in Congrega, dove i portatori delle statue ricevono un simbolico omaggio: un salamino! 

La Corsa dell’Angelo di Forio, oltre ad essere più antica delle Sacre rappresentazioni che si tengono a Lacco Ameno e a Casamicciola, si distingue da esse proprio per la distinzione in classi sociali della platea e per l’aver incarnato l’idea teologica dei domenicani circa la fede della Madonna. Andiamo con ordine: la suddivisione del popolo tra pescatori e contadini ci offre di vedere lo spaccato della società foriana del ‘600. Tra le due parti la gara a cantare meglio e più a squarciagola il Regina Celi, ma anche la bellezza di ritrovarsi ai piedi del Risorto per l’ultimo inno, guidati dal “decano” di turno. Per quanto riguarda la riflessione teologica: i domenicani hanno sempre guardato Maria, evidenziandone il cammino di fede, la fatica del credere, la grandezza nell’esercizio delle virtù. Anche nella rappresentazione foriana questo si evince: Maria entra nella luce della Resurrezione, lavora sulla sua fede, combatte contro le tenebre della morte, si lascia fasciare dalla presenza del Figlio. Buona Pasqua a tutti!

Don Giuseppe Nicolella

Le foto sono state messe a disposizione a titolo gratuito da Gerardo Calise che rigraziamo 

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Brand Ischia e sana comunicazione, le sfide del sindaco di Serrara Fontana Irene Iacono per l’isola

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Scenari diversi denotano caratteristiche differenti con le proprie sfide e le proprie peculiarità. Il comune di Serrara Fontana è viva espressione di questa territorialità eterogenea e il suo Sindaco ne coordina le vicende con intenzioni unitarie. “Occorre un brand Ischia”, una sana comunicazione ed un tavolo di intenti. Sono queste alcune delle ricette nella visione di rilancio della prima cittadina, Irene Iacono. Ascoltiamola.

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Programmazione turistica e rilancio dell’isola: le idee del sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale

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“La vicinanza del Governo la si sente al di là dei numeri” questa la dichiarazione del Sindaco Pascale al netto degli interventi post alluvione. “Era mio desiderio la creazione di una Ctl (Consulta turistica locale) con intervento di enti sovracomunali”: questo l’organismo che il Sindaco auspica e che potrebbe favorire una nuova organizzazione del comparto turistico e della sua riqualificazione su scenari più ampi. 

Dall’inverno difficile alla riprogrammazione turistica toccando l’occupazione giovani e la necessita’ di fare impresa cosciente: ascoltiamo le lucide parole di Pascale nell’intervista che segue.

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Le sfide che aspettano Ischia: l’analisi del commercialista Antonio Tuccillo

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L’Italia, la Campania e Ischia devono dimostrarsi al passo con i tempi per esserne protagonisti. Le sfide sono ardue e le possibilità da cogliere tante. Ma le si devono affrontare con dignità e cognizione di causa. I giovani devono essere consapevoli dell’impegno richiesto e messi in condizione di poterlo espletare. Ce ne parla il Dottor Antonio Tuccillo, Presidente della Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti italiani.

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