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Politica

La Cgil stronca il tavolo sul caro-prezzi, ‘una finta’

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Confronto tra governo e sindacati sul caro prezzi a Palazzo Chigi, con il leader della Cgil Maurizio Landini che stronca la riunione come “uno dei classici incontri finti, senza novità”. Un confronto “positivo e costruttivo con i sindacati sul contrasto all’inflazione e sulle misure a tutela del potere di acquisto di lavoratori, pensionati e famiglie”, ha affermato invece il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, che ha presieduto il tavolo.

“La direzione che sin dall’inizio della legislatura abbiamo intrapreso a sostegno dei ceti medio bassi, dei lavoratori e delle famiglie è giusta e largamente condivisa ed ha ottenuto ottimi riscontri in questi mesi: l’inflazione si è ridotta più in Italia che nella media Ue”, ha sottolineato il ministro. Alcune tabelle diffuse dal ministero, che riprendono l’elaborazione Unità di missione del Garante per la sorveglianza dei prezzi su dati Eurostat, mostrano che ad agosto di quest’anno l’indice dei prezzi al consumo armonizzato Ipca, che misura l’inflazione con metodo comparabile con altri Paesi Europei, segna una crescita su base annua in Italia del 5,5%, “inferiore” alla media UE-27 (+5,9%), alla Germania (+6,4%) e alla Francia (+5,7%). A maggio scorso è stato avviato il confronto con le imprese che poi è arrivato all’accordo sul trimestre anti-inflazione, che partirà il primo ottobre per offrire a prezzi calmierati o ribassati una serie di prodotti del carrello della spesa.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, assente al tavolo con la Cgil rappresentata dal segretario confederale Christian Ferrari, ha sottolineato in una conferenza stampa successiva che per combattere l’inflazione “non bastano i bonus, ma bisogna risolvere i nodi di fondo, con interventi strutturali: con l’aumento dei salari, con la conferma del taglio del cuneo fiscale, aumentando le detrazioni, detassando gli aumenti dei contratti nazionali”. Landini ha aggiunto anche che non c’è “alcuna risposta sulle pensioni e sulla sicurezza siamo di fronte al nulla”. Molto critica anche la Uil. “Quello che oggi ci è stato detto è che su alcune cose intendono prorogare i bonus già esistenti e soprattutto si punta sui redditi medio bassi e voi capite che questo è importante ma noi abbiamo anche tantissime famiglie e lavoratori dipendenti e pensionati che stanno a redditi medi ma che fanno fatica con il caro carburante, il caro energia, il caro libri scolastici e il caro mutui con un aumento generalizzato e le misure che si prospettano non sono misure per noi sufficienti”, ha detto la segretaria confederale, Ivana Veronese. Meno conflittuali Cisl e Ugl che hanno mostrato un’apertura verso le misure del governo.

“Consideriamo l’incontro importante, che darà sicuramente frutti se si trasforma in un cammino partecipato, condiviso nella prospettiva di definire una intesa trilaterale: governo, associazioni datoriali, sindacati per contrastare e contenere l’inflazione”, ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, chiedendo, però, che il piano sui prezzi calmierati non comprenda solo i beni alimentari ma venga allargato ad altri campi come quello “dell’energia, del carburante, del trasporto areo, del trasporto pubblico locale, delle editoria di problemi legati agli affitti e alla casa”. E anche per il leader della Cisl è “centrale la proroga strutturale del taglio del cuneo contributivo”. Per il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, “ci stiamo incamminando verso un percorso positivo che riteniamo possa portare risultati positivi per i lavoratori per i pensionati” ma è da “confermare il taglio del cuneo”, ha sottolineato.

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Politica

Crosetto, “un plotone contro di me”, è scontro in Aula

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E’ scontro nell’Aula della Camera tra il ministro Guido Crosetto e le opposizioni. Se il responsabile della Difesa – chiamato a rispondere ad un’interpellanza sulla giustizia – lamenta la mistificazione della sua intervista sulle toghe – parlando di un “plotone di esecuzione” contro di lui – Pd, M5s e +Europa chiedono un dibattito più ampio sul tema. Le accuse al ministro sono di avere “un carente senso delle istituzioni” (come sostiene Giuseppe Conte), ma anche di attaccare “confusamente”, i magistrati (affermano i dem e +E). Crosetto ribadisce che alcuni “interventi pubblici” di giudici sono stati “gravissimi”, che chi giudica deve avere un atteggiamento “terzo”, ma esprime fiducia nella magistratura.

Poi, ribatte alle minoranze parlamentari: “Tutto mi aspettavo tranne che qualcuno contestasse un ministro che risponde ad un’interpellanza”. Il titolare della Difesa non si lascia sfuggire una sottolineatura sulle tante assenze in Aula: “Mi è dispiaciuto che tanti di quelli che in questi giorni avevano detto che era grave” quanto avevo sostenuto “non ci fossero”. In apertura dei lavori, la capogruppo del Pd Chiara Braga, mette agli atti una nuova “richiesta di informativa” da parte del ministro per “avere piena trasparenza”. Si associa il collega del M5s, Francesco Silvestri, che lo invita ad andare “in Procura a denunciare le sue preoccupazione” su “correnti che cospirano contro il governo”. “Non ho parlato di incontri segreti, di cospirazioni – afferma Crosetto -. Do lettura di alcuni interventi pubblici che io reputo gravissimi sulla questione giustizia”, “ho totale fiducia nella magistratura” ma “chi ha responsabilità deve essere terzo”.

Il ministro, riporta frasi di Stefano Musolino, segretario di Magistratura democratica, e rincara: “Io non penso che la magistratura debba limitare l’esercizio della volontà popolare perché ci sono tempi in cui c’è bisogno di riequilibrio'”. Il magistrato ribatte a tono: “Credo che il ministro non conosca alcuni fondamenti della nostra Costituzione e soprattutto il ruolo di garanzia a tutela dei diritti fondamentali che la Carta riconosce alla magistratura. Non ci facciamo intimidire da bagarre mediatiche”. Crosetto, riferisce di “insulti” e “interpretazioni malevole” delle sue parole: “La mia era una riflessione molto più alta. Tornando indietro non la farei perché avevo altro da fare, mi occupo di altro”. Salvo, poi, rilanciare: “Ho posto un tema e forse ho sbagliato a non farlo di più”. Per Matteo Renzi “Crosetto ha fatto un bel discorso, in teoria”, ma ad oggi “non vedo una riforma”. Il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova, firmatario dell’interpellanza gli domanda: “Cosa voleva fare? Mettere le mani avanti rispetto ad eventuali provvedimenti giudiziari a carico di membri del governo o della maggioranza?”.

A difesa del ministro, in Aula, si schierano esponenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia, mentre dalla Lega di Salvini – che all’indomani delle polemiche su Crosetto aveva sottolineato che la riforma si dovrà fare “con i magistrati e gli avvocati” – nessun intervento. Intanto, non si placa la bufera sul sottosegretario Andrea Delmastro che, stando a quanto riportato da alcuni quotidiani, avrebbe fatto pressioni sul Dap per ottenere la relazione su Alfredo Cospito. Dopo le rivelazioni stampa, il M5s torna a reclamarne con forza le dimissioni, Avs propone una mozione di sfiducia unitaria delle opposizioni, Ilaria Cucchi chiede al ministro Nordio di revocargli le deleghe.

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Bilaterali Meloni a Dubai su Gaza, vede Erdogan ed Herzog

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L’urgenza di dare una “svolta” all’azione contro i cambiamenti climatici. Ma anche quella di trovare la via per una “pace duratura” in Medio Oriente. Giorgia Meloni si presenta alla Cop28 con l’annuncio di 100 milioni di euro che l’Italia verserà al nuovo fondo contro i danni provocati dal clima nei paesi più vulnerabili. Ma la guerra tra Israele e Gaza, con la tregua finita, i nuovi attacchi di Hamas, e la ricerca di terreni di mediazione internazionale inevitabilmente occupano gran parte dell’agenda parallela al vertice. La premier arriva all’Expo City di Dubai in tempo per la foto di famiglia (baci con il segretario dell’Onu Antonio Guterres, un momento di incertezza sull’etichetta per il saluto al presidente degli Emirati Arabi bin Zayed). Ci sono quasi 150 leader (l’Iran se ne va, proprio per la presenza di Israele) e una delle edizioni più partecipate di sempre perché non c’è più tempo da perdere per rendere concreta la transizione. Che va accompagnata anche nel campo dei sistemi alimentari, una “priorità”, con attenzione particolare all’Africa, l’altra “priorità” per l’Italia.

La premier ne parla con il primo ministro etiope Abiy Ahmed in uno dei diversi bilaterali che avrà nel corso della giornata. Il più delicato, quello con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan. Si erano sentiti solo poche settimane fa, e a Dubai Meloni cerca di richiamare il ruolo che Ankara può giocare nell’evitare un “allargamento” del conflitto al resto della regione. Mentre Erdogan fa sapere di avere sì sottolineato l’importanza di una “stretta cooperazione con l’Italia” per arrivare alla fondazione di uno Stato palestinese basato sui confini del 1967. Ma allo stesso tempo di aver ribadito che è “essenziale prendere misure efficaci per fermare Israele in modo tale da porre fine alle uccisioni” a Gaza.

Roma invece condanna il nuovo attacco di Hamas e la premier porta direttamente al presidente israeliano Isaak Herzog la “solidarietà” dell’Italia che, ribadisce, rimane “al fianco del popolo israeliano in questo difficile momento”. C’è anche, nelle parole della premier, l’auspicio per una nuova pausa umanitaria e l’impegno italiano per curare soprattutto i bambini feriti, con il team di medici arrivato con lei da Roma e la nave ospedale della marina militare Vulcano che attraccherà domenica ad Al Arish in Egitto. Di Gaza parla anche con il primo ministro del Libano, Najib Miqati (mentre Hezbollah rivendica un nuovo attacco) e della situazione al confine con Israele che resta critica.

E con l’emiro del Qatar, in prima fila nei negoziati, Tamim Al Thani. Tra un intervento e l’altro, e prima di andare all’Opera di Dubai per il concerto dell’orchestra della Scala, Meloni si confronta anche con gli amici Rishi Sunak e Narendra Modi – in India è “popolare”, sottolineano da Palazzo Chigi, e lo dimostra l’attenzione di “studenti e giornalisti” indiani (l’incontro con la stampa italiana è rinviato). E ha un rapido scambio con il segretario di Stato Usa Antony Blinken ma anche, tra gli altri, con il presidente francese Emmanuel Macron.

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Napoli

Cantone: smantellare abuso ufficio non è scelta giusta

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– Raffaele Cantone, procuratore generale a Perugia, già presidente Anac, intervenuto a Napoli al forum Asmel “Paura della firma o ansia del risultato” si è soffermato sul tema della “burocrazia difensiva” che caratterizza sempre più i funzionari pubblici condizionati dalla “paura della firma”: «il tema della “burocrazia difensiva” è diventato di attualità negli ultimi dieci anni sulla falsariga di quanto già accaduto nel mondo anglosassone nell’ambito della “sanità difensiva”. L’ex presidente Anac non ha mancato di lanciare una stoccata nei confronti del legislatore e, in particolare del Governo attuale e di quello in carica al tempo del Covid, a cui si deve imputare il primo smantellamento del reato di abuso di ufficio. Sul punto Cantone è stato lapidario: “non credo sia questa la strada corretta da seguire!”.

Non è mancato da parte di Cantone un piccolo mea culpa ripensando ai rapporti non sempre sereni con i Comuni che hanno caratterizzato il suo periodo all’Anticorruzione: “confesso che il ruolo di presidente Anac mi ha consentito di superare alcuni pregiudizi che avevo nei confronti della Pubblica Amministrazione, abituato com’ero a vederne esclusivamente le patologie legate alla commissione dei reati contro la stessa PA. In quella esperienza ho imparato a conoscere un mondo articolato e complesso nel quale vivono tantissime possibilità oltre, naturalmente, ai noti problemi”.

Infine, in merito alla candidatura dell’Italia per ospitare l’Autorità Europea Antiricilaggio (AMLA) Cantone ritiene questa soluzione profondamente auspicabile in quanto “in tema di antiriciclaggio il nostro è l’unico Paese all’avanguardia. Ormai in tutti i contesti non esportiamo più la mafia ma l’antimafia, con un serie di criteri che riguardano proprio l’antiriciclaggio e che funzionano molto meglio che in altri luoghi. Credo inoltre che ci siano motivi anche simbolici per giustificare la presenza dell’Amla proprio in Italia, basti pensare al ruolo fondamentale che ha avuto la Convenzione di Palermo, voluta fortemente anche da Giovanni Falcone, è da lì che il tema della lotta alla mafia è diventato un tema mondiale”. In apertura del Forum il segretario generale di Asmel Francesco Pinto, soffermandosi sul ruolo assunto negli anni dall’Associazione, ha sottolineato la peculiarità del modello associativo promosso da ASMEL, ormai diventata la seconda associazione cui aderiscono oltre il 50% dei Comuni italiani

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