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Cronache

La camorra della sosta abusiva, i carabinieri hanno denunciato 83 persone ma sequestrano poche migliaia di euro

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Una goccia nel mare, come voler svuotare il mare con il secchiello. Però, almeno, ci provano a fare qualcosa. Parliamo dei controlli dei carabinieri di Napoli sul fenomeno dei parcheggiatori abusivi. Nelle ultime settimane, i militari hanno denunciato 83 persone, notificato 123 contravvenzioni al Codice della Strada ed emesso 93 provvedimenti di allontanamento.Complessivamente i carabinieri hanno sequestrato 36380 euro in contante, provento dell’attività illecita contestata. Una cifre risibile rispetto all’affare sosta abusiva.
Delle 83 persone segnalate alla magistratura, è scritto in una nota dei carabinieri di Napoli, 5 operavano nei dintorni del Cimitero di Poggioreale. Parliamo del posto dove ieri c’erano decine di parcheggiatori abusivi e dove è stato picchiato selvaggiamente un consigliere regionale, Francesco Emilio Borrelli. Altri parcheggiatori abusivi sono stati beccati lungo la strada che porta all’Ospedale del Mare di Ponticelli.

Sei le persone denunciate tra Mergellina e Fuorigrotta. Una di queste aveva stabilito un vero e proprio “tariffario”: 5 euro per automobili lussuose, 3 per le utilitarie e 2 per i motocicli.
Nel quartiere Chiaia, invece, i militari hanno sanzionato 69 persone, molte delle quali sorprese mentre chiedevano insistentemente denaro agli automobilisti in cerca di parcheggio.
Stessa sorte per un parcheggiatore abusivo beccato dai carabinieri nel centro storico di Pozzuoli: ad una donna appena uscita da un auto aveva suggerito “un’offerta a piacere”. Non soddisfatto della somma consegnata, l’uomo aveva preso ad insultare l’automobilista.
Ingente la somma sequestrata, tutta in banconote di piccolo taglio e monete. Gran parte del denaro ottenuto indebitamente  è stato rinvenuto nelle tasche dei parcheggiatori. In alcuni casi, i militari hanno trovato i soldi all’interno di ingegnosi nascondigli, ideati per evitare controlli e sequestri delle forze dell’ordine.

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Cronache

Camorra: clan minorenni in Quartieri Spagnoli Napoli, 3 arresti

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Un vero mini-clan, con tanto di summit e azioni intimidatorie. Tutto formato da minorenni dei Quartieri spagnoli di Napoli. E’ la scoperta di una indagine dela polizia che ha portato a una misura di custodia cautelare del gip partenopeo con il carcere nei confronti di tre ragazzi, ritenuti vicini ai Di Biasi, meglio conosciuti come Faiano, e indagati, a vario titolo, di lesioni personali, porto e detenzione di armi da fuoco, violenza privata, rapina, reati tutti aggravati anche dalle modalita’ mafiose. Il provvedimento nasce dalle indagini sul ferimento a colpi d’arma da fuoco di Vincenzo Masiello il 5 novembre 2022.

L’agguato e’ da ricondurre alla mira espansionistica di un gruppo di giovanissimi ambiziosi che volevano ritagliarsi il loro spazio all’interno delle dinamiche criminali dei Quartieri Spagnoli. La vittima, attualmente detenuta, e’ da considerarsi elemento di spicco della camorra del quartiere. Durante le indagini e’ emerso che il nascente gruppo criminale e’ dedito a reati contro il patrimonio, ha un’ampia disponibilita’ di armi, ha stabilito la sua base operativa in vico Lungo San Matteo che e’ controllato militarmente. Gli indagati costantemente armati di pistola, per evitare attacchi da componenti di altri gruppi antagonisti, hanno in piu’ occasioni perquisito le persone che, in particolare nelle ore notturne, transitavano nella loro zona di influenza.

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Pizzaiolo ucciso: risate e gesti a fine udienza tra gli imputati

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Risate e gesti anche quello delle manette, a fine udienza, tra gli imputati al processo in corso a NAPOLI sull’omicidio di Francesco Pio Maimone, l’aspirante pizzaiolo ucciso nelle prime ore del 20 marzo 2023 sul lungomare di NAPOLI da un proiettile vagante esploso al culmine di una lite scoppiata solo per un pestone su un paio di scarpe griffate a cui la vittima era estranee. Il comportamento di alcuni degli accusati – collegati in video conferenza dalle carceri dove sono detenuti – non è passato inosservato in aula, quando ormai l’udienza, particolarmente importante quella di oggi, si era ormai conclusa. Oggi, infatti, per la prima volta uno dei testimoni, un amico della vittima, che era lì e nelle cui braccia Maimone è spirato, ha indicato colui che ha sparato, puntando il dito verso il riquadro del monitor in cui c’era Francesco Pio Valda.

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Cronache

Terra dei Fuochi: M5s, fare luce su restituzione beni ai Pellini

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“I fratelli Pellini, condannati definitivamente per traffico illecito di rifiuti, sono responsabili di aver avvelenato la Terra dei Fuochi seppellendo e spargendo nelle campagne di Acerra rifiuti speciali e pericolosi. Era stata disposta la confisca del loro patrimonio per ben 222 milioni, quei soldi dovevano essere destinati alle bonifiche.

Invece, la Cassazione glieli ha restituiti perchè la Corte d’Appello di Napoli si sarebbe attivata oltre i termini previsti. Ministro, per rispetto verso tutti i cittadini e per affermare i valori della Giustizia, chiediamo che si accerti, anche tramite ispezioni, cosa è realmente successo negli uffici giudiziari di Napoli e che si faccia tutto il possibile per recuperare quei soldi alla causa collettiva. Questa non può essere solo una battaglia del Movimento 5 Stelle, deve essere un impegno di tutte le forze politiche”.

Lo ha detto il deputato M5S Sergio Costa, vice presidente della Camera, illustrando un’interrogazione al ministro Nordio. Nella replica, la deputata M5S Carmela Auriemma, prima firmataria dell’atto, ha osservato come “non sia sufficiente la risposta del ministro. 222 milioni di euro sono stati restituiti a dei delinquenti per un vizio procedurale, è doveroso che si faccia la massima chiarezza su quello che è accaduto, lo Stato lo deve a tutti i cittadini cresciuti nella Terra dei Fuochi e alle troppe famiglie che piangono le vittime di quell’inquinamento criminale. Lo Stato non può perdere così davanti agli eco-delinquenti, deve essere forte e inflessibile con questa gente. Bisogna tutelare il lavoro svolto per 15 anni dai magistrati di ben tre procure della Repubblica”.

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