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La bulimia espositiva e il rispetto per la Fotografia

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Se fossimo affascinati dalla pubblicità di un mobilificio che afferma di vendere mobili in ebano, o un altro tipo di legno che amiamo e attratti nella sua sede ci trovassimo di fronte a prodotti confezionati con compensato o addirittura con il polistirolo, la nostra reazione sarebbe, a ragion veduta, di sicuro una incavolatura di proporzioni bibliche. Ci chiederemmo  il perché ci siamo fatti coinvolgere e il perché si debba millantare cio’ che non si riesce a realizzare.

Ecco, questo è il sentimento che si prova di fronte a tante autonominatesi mostre fotografiche.

E un proliferare da un po’ di tempo in città, di cosiddette mostre fotografiche dove l’unico accostamento individuabile alla fotografia sono le immagini, buone, meno buone, ottime o inguardabili, che, peró, compongono pannelli, banner, combo o complessi di insieme di  immagini che unitamente a qualsiasi altro tipo di supporto e in forma non singola, ma “rigorosamente” molteplice, affollano non solo le bacheche dei social, ma anche ambienti istituzionali che ospitano queste kermesse, i cui dirigenti, attratti dai costi inesistenti o notevolmente favorevoli, diventano colpevolmente sodali con questi raduni.

A poco sono valse le tante parole sull’ Educazione Visiva che si sono, a questo punto, sprecate nei vari convegni e nelle manifestazioni dedicate alla Fotografia. Purtroppo non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Questo proliferare di forex, carta palstificata, materiale plastico per banner, composizioni grafiche in un unico pannello max 70cm.x100cm di un numero oscillante tra le tre e le nove immagini che hanno la pretesa di “spiegarci” un evento o una ricerca hanno veramente passato il limite e stanno mortificando, agli occhi di chi vorrebbe intraprendere questa attività come hobby o professione, la Fotografia. Ma prima di tutto mortificano chi ci crede e chi vorrebbe con queste manifestazioni esporre il proprio lavoro.

Il termine mostra è semplice da spiegare, ovvero, un autore di un manufatto, si espone al giudizio dei tanti che accorreranno alla sua esibizione.

E allora bisogna che si abbia la maggiore cura per ciò che si espone per come ci si mette in mostra, per come si offre a tutti il proprio lavoro.

Il voler mortificare le proprie fotografie con composizioni multiple su di un unico pannello, semirigido o addirittura deformabile è sinonimo di poca cura del proprio lavoro e di conseguenza di poco interesse e poco amore che si spende per esso.

A nulla valgono le “giustificazioni”, un postulato della Fotografia è proprio l’assenza di giustificazioni, la foto o c’è o non c’è, poco importa se in quel momento il cielo si è velato, se il modello o la modella ha leggermente chiuso l’occhio, se una persona è passata avanti nell’attimo del click, oppure se alla macchina improvvisamente si siano scaricate le batterie.

La Fotografia non ammette giustificazioni, se non c’è è meglio ammettere che si è sbagliato in qualcosa e andare avanti tenendo presente gli errori e cercando di non ripeterli.

A nulla valgono le spiegazioni “economiche” e se non ci sono le risorse, non ci si muove, perché si corre il rischio di incappare in madornali errori. Meglio convogliare molteplici piccole risorse in un evento che abbia i crismi dell’evento, anziché imbarcarsi in  varie accozzaglie espositive che lasciano poco e sviliscono il lavoro di coloro che veramente ci credono e si appassionano agli obiettivi che perseguono.

Non è vero, che in tutti i casi, quello che rimane è la storicizzazione dell’evento che andrebbe  in un ipotetico curriculum che poi nessuno andrà a “spulciare”. No, non funziona così, ci si ricorda di tutto, specialmente degli errori, quindi non credo che sia un buon viatico prendere in maniera leggera eventi cosi poco riconoscenti nei riguardi della fotografia.

Una Mostra Fotografica alla fine richiede pochissime cose, sentimenti, le foto che li comunichino, le stampe delle foto, siano esse su carta trattata con gli alogenuri o carta progettata per le moderne stampanti, poi di prassi c’è bisogno di passpartout e cornici, ma da tempo anche i supporti rigidi progettati appositamente assolvono alla nobile funzione espositiva e poi chiodi, catenelle, corde, livelle, scaletti o sgabelli, ma prima di tutto una mostra richiede amore e rispetto, rispetto per la fotografia e ancor prima rispetto per il proprio lavoro e di quello degli altri.

Alla fine, non bisogna necessariamente organizzare mostre fotografiche per certificare la propria esistenza, non è scritto in nessun trattato medico e di conseguenza nessun dottore lo prescriverebbe mai.

A volte, anche iniziative mosse dal sincero entusiasmo, ma realizzate male, possono arrecare danni alla Fotografia, non facciamone una abitudine.

 

 

Fragneto Monforte – Italy – Members of crew prepares an Air Ballons during the XIX International Air Ballon meeting at Fragneto Monforte, near Benevento, south of Italy Ph. Mario Laporta

 

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Cronache

Archivio di Stato di Napoli nella bufera: verifiche tecniche dopo la festa di matrimonio

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La direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli, Candida Carrino , ha dichiarato che lo svolgimento della festa di matrimonio (nella foto in evidenza un momento della festa) con 300 invitati nei locali dell’istituto, avvenuta il 7 dicembre scorso, si è svolto regolarmente e sotto il suo controllo. Tuttavia, l’evento ha sollevato un’ondata di polemiche per l’uso di spazi di alto valore storico, ricchi di affreschi e documenti antichi, per una celebrazione privata.

In risposta alle critiche, la Direzione Generale Archivi del Ministero della Cultura ha disposto l’invio di tecnici per verificare l’integrità dei locali e valutare la compatibilità di simili eventi con la dignità e il decoro del sito.

L’intervento del Ministero della Cultura

Il direttore generale archivi, Antonio Tarasco, ha disposto il sopralluogo per accertare che i monumentali locali non abbiano subito danni e per definire le condizioni restrittive necessarie per future concessioni degli spazi a terzi. In una nota, Tarasco ha sottolineato che sarà valutata l’integrità dei luoghi e del patrimonio documentario, verificando se l’evento si sia svolto in linea con le normative vigenti.

Eventi privati e normative: il punto della Direzione Generale Archivi

La Direzione Generale Archivi ha ricordato che, secondo la normativa, celebrazioni ed eventi privati possono essere organizzati in luoghi di interesse storico e culturale solo con modalità rispettose del valore artistico e documentale degli spazi. Il caso dell’Archivio di Stato di Napoli ha acceso il dibattito sulla necessità di regolamentare con maggiore rigorel’uso di siti culturali per eventi privati, tutelando al contempo il patrimonio pubblico.

Le polemiche e il futuro dell’Archivio

L’evento di Napoli ha suscitato numerose critiche da parte di esperti e cittadini, preoccupati per il possibile danneggiamento di un patrimonio di valore inestimabile. Ora, il sopralluogo dei tecnici rappresenta un passo necessario per garantire che l’Archivio di Stato di Napoli possa continuare a essere utilizzato per eventi pubblici o privati senza compromettere la sua integrità.

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Economia

Stellantis proroga commessa, Trasnova ferma licenziamenti

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Quasi 400 licenziamenti evitati grazie alla proroga di un anno da parte di Stellantis della commessa a Trasnova, l’azienda dell’indotto che fa attività di logistica a Pomigliano, a Cassino, a Melfi e a Torino. Oltre ai 97 licenziamenti previsti da Trasnova sono stati ritirati quelli delle aziende Logitech, Teknoservice e Csa. L’accordo è stato raggiunto al MiMit con i sindacati confederali e di categoria, i rappresentanti delle Regioni e degli enti locali dove opera l’azienda dell’indotto. Per il settore – che continua a registrare una pesante caduta della produzione, pari al 32,5% a ottobre – potrebbe arrivare una boccata d’ossigeno: “Credo che arriveremo a trovare circa 1 miliardo per sostenere l’industria dell’auto”, annuncia il vicepremier Antonio Tajani.

“Grazie alla collaborazione di tutte le parti e al metodo Mimit abbiamo tutelato la produzione e la forza lavoro. Mi auguro che sia l’inizio di un nuovo e fattivo percorso anche con Stellantis”, commenta il ministro Adolfo Urso. “E’ un’intesa che nasce nel solco del senso di responsabilità di Stellantis che aveva dato la propria disponibilità a supportare Trasnova per risolvere questa delicata situazione. Abbiamo proposto noi questo tipo di soluzione”, afferma Stellantis che chiarisce però che si tratta di un caso specifico e che tutti i problemi del settore andranno affrontati nel tavolo aperto al Mimit (foto Imagoeconomica in evidenza).

I lavoratori, presenti anche davanti al Mimit, festeggiano con caroselli di auto a Pomigliano, mentre Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr sottolineano che l’accordo è stato reso possibile grazie anche alle loro iniziative di lotta con il lungo presidio ai cancelli Per la Fiom quella di Trasnova “è una vertenza simbolo dell’automotive”. Soddisfazione anche dai leader politici, accorsi nei giorni scorsi a Pomigliano. “E’ una buona notizia, ma la battaglia non si ferma” avverte la segretaria del Pd Elly Schlein. “Il Movimento è stato al loro fianco dal primo minuto” sottolinea il presidente del M5s, Giuseppe Conte.

Il 17 dicembre è convocato sempre al Mimit il tavolo Stellantis e il numero uno per l’Europa allargata, Jean Philippe Imparato, ha già reso noto che saranno date indicazioni concrete su ogni stabilimento. Tra i capitoli ancora aperti c’è però quello della gigafactory di Termoli. Stellantis ha annunciato un investimento in Spagna con il gruppo Catl fino a 4,1 miliardi di euro per costruire un impianto europeo di batterie al litio a Saragozza, ma ha chiarito che il progetto integra quello di Acc a Termoli. A livello europeo Luca De Meo, presidente dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei, sottolinea che la “priorità più urgente è rivedere” gli obiettivi al 2025 delle norme Ue sul taglio delle emissioni di Co2 per le nuove auto, “per avere la certezza da parte della Commissione europea che” le case automobilistiche non siano costrette a pagare multe che potrebbero costare fino a 15 miliardi di euro. A quel punto potremmo sederci con le autorità e discutere di come fare per arrivare al target del 2035″.

De Meo ha definito “un segnale molto forte” la decisione di Stellantis di rientrare nell’Acea. “E’ fondamentale dialogare e sviluppare una comprensione condivisa delle sfide e dei modi per affrontarle insieme. Stellantis ritiene che Acea sia la piattaforma giusta per farlo”, sottolinea Imparato.

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In Evidenza

Stretta del Governo sui cronisti, non si pubblicano ordinanze cautelari

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Arriva la stretta del governo sulla cronaca giudiziaria. Non sono state introdotte nuove sanzioni, ma ora scatta il divieto di pubblicazione “delle ordinanze che applicano misure cautelari personali fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”. Lo prevede il decreto legislativo approvato oggi in Consiglio dei ministri, che era stato ribattezzato “legge bavaglio” dalle opposizioni e dalla Federazione nazionale della stampa. Il provvedimento, si legge, ha accolto le osservazioni delle commissioni parlamentari “solo in riferimento all’ampliamento del contenuto della norma, ma non all’introduzione di un nuovo apparato sanzionatorio”.

Durante l’esame della misura, infatti, dalla maggioranza e da Italia Viva erano arrivate indicazioni per introdurre multe sia per i giornalisti che per gli editori (fino a 500mila euro). La scure non è però passata al vaglio finale della riunione di Palazzo Chigi. E c’è già chi si è organizzato diversamente. Proprio oggi a Milano è stato siglato un protocollo, “il primo di questo genere in Italia”, che permetterà ai giornalisti accreditati al Palazzo di Giustizia di chiedere formalmente ed ottenere copie delle ordinanze cautelari dell’ufficio gip o alcuni altri atti giudiziari, come decreti o sentenze, secondo “una definizione di interesse pubblico” che terrà conto di un preciso “decalogo”. Il documento ‘pilota’ è firmato dal presidente del tribunale milanese, Fabio Roia, dal procuratore Marcello Viola e dai rappresentanti degli ordini degli avvocati e dei giornalisti.

Secondo Viola con la nuova legge “non cambia nulla. Nelle ultime due ordinanze significative”, quelle sul caso che riguarda le Curve Nord e Sud dello stadio Meazza e quella con al centro la presunta rete di cyber-spie, “i gip hanno fatto un lavoro di sintesi e assemblaggio evidenziando solo gli elementi del grave quadro indiziario e tutelando i terzi estranei”.

Il codice di procedura penale prevedeva già all’articolo 114 il divieto di pubblicazione, “anche parziale, degli atti non più coperti dal segreto fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”, ma faceva eccezione per l’ordinanza che dispone la misura cautelare.

Il nuovo decreto legislativo cassa questa eccezione ed aggiunge un comma che vieta esplicitamente “la pubblicazione delle ordinanze che applicano misure cautelari personali”. Si tratta di disposizioni, recita l’articolo 1 il provvedimento, “per il rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza delle persone fisiche sottoposte a indagini o imputate in un procedimento penale in attuazione della direttiva (Ue) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2016”.

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