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La bella gioventù italiana che scende in piazza per difendere la Terra “malata” non va dileggiata ma incoraggiata

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È singolare leggere di una cantante che dileggia, anche in maniera volgare, una ragazzina sedicenne che con la sua protesta, partita tempo addietro, ha sensibilizzato il mondo su un tema che interessa tutti, ma proprio tutti: l’ambiente e le condizioni in cui lo stiamo lasciando alle generazioni future.

Cosa sarebbe accaduto se quella ragazza, da quattordicenne, ora sedicenne, invece che nella civile Svezia fosse nata in Italia? Terra oramai abitata da tifoserie opposte e campanilismi a volte anche tragici. Come l’avremmo apostrofata e come avremmo bloccato sul nascere la sua determinazione, casomai con esempi di “beata gioventù” quali le veline, le letterine, le meteorine o i vari troni e tronisti?

A questa domanda ha pensato di rispondere un ministro (Marco Bussetti) mandando a dirle : “Studia e studiate” detto anche a loro  che oggi sono in centinaia di migliaia e nel mondo milioni, in piazza a manifestare per una problematica che prima di tutto interesserebbe noi adulti.

Il nostro modello educativo credo abbia qualche falla da tappare, era solo 4 anni fa che gioivamo pensando alla meglio gioventù, ora invece pare che la parola studio sia usata come offesa, anche quella scandita dal Ministro ha questo amaro sapore, non manifestare, è inutile protestare vai a studiare, lanciato li come un’ anatema. Non ci si rende conto che questi ragazzi sono scesi in piazza proprio perché hanno studiato, perché meglio di noi si sono resi conto che oramai il pianeta è al limite della sopportazione, hanno studiato e sono gli stessi che chiedono di studiare, veramente, non con le chiacchiere, ma chiedondo supporti scolastici, mezzi, aule, professori accorti e prima di tutto sicurezza nelle aule, quella sicurezza che non dovrebbe far crescere i fenomeni di bullismo e anche quella sicurezza delle strutture scolastiche oramai fatiscenti e a rischio caduta massi ad ogni emergenza metereologica.

Vogliono studiare e vogliono vivere, e vogliono in prima persona costruirsi un futuro che non gli faccia mangiare le pappe con il pomodoro radioattivo, se lo ricordi la cantante.

 

 

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Nuova Carta della Sismicità in Italia, 72mila eventi in 25 anni

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Racconta i terremoti avvenuti in Italia negli ultimi 25 anni la nuova Carta della Sismicità pubblicata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: la mappa mostra che, dal 1° gennaio 1999 al 31 agosto 2024, ci sono stati 72mila terremoti con magnitudo pari o superiore a 2.0, e questi rappresentano solo una piccola parte di tutti gli eventi registrati dalle stazioni della Rete Sismica Nazionale Integrata. Il maggior numero di terremoti si concentrano in particolare nel 2009, nel 2012 e nel biennio 2016-17: soprattutto il 2016 risulta l’anno con attività più intensa, con quasi 12mila eventi di magnitudo maggiore o uguale a 2.0 e oltre 70mila eventi in totale, tenendo conto anche di quelli più piccoli. I terremoti più forti, di magnitudo uguale o maggiore di 5.0, sono stati 72 in tutto, e 3 hanno raggiunto o superato magnitudo 6.0: la sequenza del 2009 in Abruzzo (6.1), quello dell’agosto 2016 ad Amatrice (6.0) e quello dell’ottobre 2016 a Norcia (6.5). Quest’ultimo è l’evento più forte registrato dalla Rete Sismica Nazionale Integrata dalla sua nascita.

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Campi Flegrei, terremoti più probabili col sollevamento del suolo

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La probabilità dei terremoti nei Campi Flegrei aumenta con il sollevamento del suolo: lo indica l’analisi di 20 anni di dati relativi alla deformazione e alla sismicità registrati nella caldera condotta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) tra il 2000 e il 2023 e pubblicata sulla rivista Communications Earth & Environment.

La ricerca, osserva l’Ingv, “ha una valenza essenzialmente scientifica, priva al momento di immediate implicazioni in merito agli aspetti di protezione civile”. I dati provengono dall’analisi dei segnali geofisici registrati ai Campi Flegrei dalle reti di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv, sulla base dei quali la situazione è descritta “in un modo il più possibile obiettivo e neutro attraverso un’analisi matematica rigorosa dei dati”, osserva il coordinatore della ricerca Augusto Neri. “Attraverso questa analisi – prosegue – è possibile rappresentare, seppur in termini sintetici e approssimati, il comportamento del vulcano ed evidenziare i suoi cambiamenti nel tempo col fine ultimo di migliorare la comprensione del suo funzionamento”.

Lo studio indica che “su scala decennale il sollevamento del suolo segue un andamento parabolico con un’accelerazione media di circa 0,7-0,8 centimetri l’anno con riferimento alla stazione Gnss del Rione Terra di Pozzuoli, al centro della caldera”, rileva il primo autore dello studio, Andrea Bevilacqua. “L’andamento temporale del tasso di terremoti è invece sovra-esponenziale, ovvero più rapido di un andamento esponenziale”. Non si tratta comunque di andamenti costanti nel tempo, ma “soggetti a oscillazioni di varia frequenza” i cui periodi variano da un minimo di 2-5 mesi a 1,5-3 anni.

La relazione tra deformazione del suolo e numero di terremoti registrati è diversa, quindi, da quella lineare osservata nella crisi bradisismica del 1982-1984 e diventata più forte a partire dal 2020 circa, ovvero con l’avvicinarsi del sollevamento della caldera alla quota massima raggiunta durante la crisi del 1982-1984. “La relazione spiega come mai il sollevamento della caldera registrato negli ultimi anni è stato accompagnato da una più intensa attività sismica rispetto agli anni precedenti”, osserva Neri. Un comportamento, aggiunge, che “può essere interpretato come un progressivo deterioramento delle proprietà meccaniche della crosta più superficiale dei Campi Flegrei”.

Anche dopo la pubblicazione, che si ferma ai dati del 2023, lo studio è stato aggiornato e i dati relativi a fine ottobre 2024 “confermano che gli andamenti e le relazioni individuate nel periodo 2000-2023 sono tuttora valide”, osserva Flora Giudicepietro, coautrice dello studio. “Questo significa – prosegue – che al crescere della velocità di sollevamento aumenta anche la probabilità di terremoti nei Campi Flegrei nei mesi successivi”. Un’altra implicazione è che,” qualora tali andamenti continuassero con le stesse caratteristiche nel futuro, un ulteriore sollevamento della caldera potrebbe essere associato a tassi di attività sismica superiori a quelli registrati nel 2023, come già avvenuto nel maggio 2024. Questo scenario – conclude la ricercatrice – rappresenta una possibile evoluzione futura qualora la crisi bradisismica attualmente in corso dovesse perdurare. D’altra parte, è anche possibile che il processo di sollevamento del suolo flegreo si attenui nel tempo, e questo comporterebbe anche una riduzione dell’attività sismica”.

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Piantedosi, key box per alloggi turisti è un modello da superare

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“Io credo che sia un modello da superare”: lo ha detto il ministro dell’interno Matteo Piantedosi al termine di una riunione nella sede della Prefettura di Venezia a proposito della normativa che impone il riconoscimento di persona dei turisti che giungono in città e non le key box. “E’ da superare – ha aggiunto – perchè è molto critico anche in termini di rispetto della normativa che impone una effettività del riconoscimento della persona che poi accede al servizio alberghiero”. Il ministro ha ricordato che “ci sono episodi che testimoniano che viene utilizzato per eludere la completa applicazione della norma”. “Per cui siamo partiti con questa direttiva, intendiamo poi rafforzare anche i controlli – ha concluso – e progressivamente far in modo che sia affermato un controllo ordinario e meno elusivo”.

C – “A noi interessa l’effettività dell’accesso” ha chiarito Piantedosi, “non assecondando meccanismi che di fatto possono creare un’elusione della norma che prevede che chi accede a strutture alberghiere debba essere compiutamente identificato”. E’ stato posto al ministro il caso specifico dei b&b che, dopo una identificazione iniziale del cliente, non essendoci una portineria, di fatto nei giorni successivi non avviene nessuna altra identificazione. “Questo bisogna vedere – ha risposto il ministro – perchè teoricamente anche in un albergo potrebbe esserci che poi vi entri qualcuno di diverso, vorrà dire che chi deve esercitare questa attività dovrà fare in modo che ci sia una effettività del controllo”. Per quanto riguarda le key box “non è tanto un problema di rimozione fisica ma che quel sistema non può funzionare così”. E’ stato citato dai giornalisti il caso di questi giorni di un proprietario di Padova che aveva affittato l’alloggio per una locazione breve e adesso, finito il contratto, non riesce più a rientrare in possesso della casa perchè vi si sono insediati dei presunti turisti. “Questo non dipende dalla key box – ha chiarito – è una forma di occupazione abusiva. Vedremo il caso specifico”.

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