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Cronache

L’8 Marzo col Coravirus: niente feste e cortei ma un sit in a distanza di sicurezza a Roma

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A distanza di sicurezza per decreto ma con un filo fucsia che legherà i corpi. Ai tempi del Coronavirus tutto cambia ed anche l’8 marzo si trasforma. Domani niente cortei, ne’ rassegne, ne’ feste, ma un sit in nel cuore di Roma ci sara’. “I nostri corpi si disporranno a distanza – spiega la piattaforma ‘Non Una di Meno’ storica promotrice della manifestazione dell’8 marzo – ma uniti da un filo fucsia che segnala cio’ che ci rende vive: la cura reciproca, le alleanze nelle differenze, la lotta quotidiana alla solitudine, alla violenza patriarcale, allo sfruttamento”. Perche’ l’emergenza Coronavirus “non cancella ma conferma – dicono – l’urgenza della nostra lotta”. L’appuntamento, dal titolo ‘Lo sfruttatore sei tu!?’ e’ per le 12 in piazza di Spagna centrato sul lavoro delle donne, “indispensabile ma precario, non riconosciuto, gratuito o malpagato”. “Sappiamo che il costo dell’emergenza – spiegano – ricade soprattutto su donne e lavoratrici. Prendiamo molto seriamente l’invito alla responsabilita’ collettiva e proprio l’emergenza ha reso evidente la ‘normalita” delle condizioni sociali ed economiche contro cui si scontrano ogni giorno le persone in Italia e le donne in particolare, alle quali e’ delegato per la maggior parte, il lavoro domestico e di cura”. Poiche’ di questi tempi “la sicurezza – aggiunge Non Una di Meno – e’ il legame di solidarieta’ che ci unisce” l’invito per l’8 marzo e’ quello di appendere qualcosa, un indumento o un oggetto di colore fucsia, alla finestra o al balcone. E se la fisicita’ e’ bandita si trovano nuove strade, anche per per i canali social. Artiste e filmaker hanno realizzato per ‘Non Una di Meno’ un video dal titolo “Una giornata tutta per se'”, a zero budget, che ha coinvolto oltre 30 attrici. Tra le location dell’opera, anche la Casa delle Donne Lucha y Siesta – la cui asta e’ prevista per il prossimo 7 aprile – che le artiste “hanno voluto attraversare e animare per manifestare il loro appoggio ad un luogo fondamentale per le donne che rischia di essere cancellato”. In occasione della Giornata Internazionale della Donna, anche l’Unicef Italia rilancia la campagna#8marzodellebambine con un nuovo video “Posso essere quello che voglio?” per ricordare al mondo che il futuro di tante bambine, ragazze e donne e’ in pericolo. Un 8 marzo che Unicef vuole dedicare “idealmente alle ricercatrici che in Italia hanno raggiunto importanti risultati nella ricerca su Covid-19” come ha affermato il presidente dell’Unicef Italia Francesco Samengo. Il video affianca le immagini di icone femminili ribelli, come Greta Thunberg, Malala Yousafzai, Frida Khalo, Anna Frank, Madre Teresa di Calcutta, Audrey Hepburn, ad immagini di bambine di tutto il mondo, che hanno davanti un futuro tutto da costruire. La domanda che il video pone e’: possono queste bambine essere quello che vogliono in un mondo dove cambiamenti climatici, conflitti e migrazioni mettono a rischio la vita e lo sviluppo dei bambini e in particolare delle bambine? Dai Centri antiviolenza D.I.Re., arriva oggi la notizia di un incremento dell’11% di nuovi accessi nei centri. E cio’ dimostra, ha commentato Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, “quanto sia importante sostenere con continuita’ queste strutture, presidio essenziale che consente alle donne che hanno subito violenza di recuperare la propria autonomia e che resta aperto anche in questi tempi di emergenza Coronavirus perche’ la violenza contro le donne non si ferma”.

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Tragedia a Napoli, giovane turista tedesca investita e uccisa da un camion dei rifiuti

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Una vacanza attesa si è trasformata in tragedia per Lisa Herbrich, turista tedesca di 27 anni, morta in seguito a un tragico incidente stradale a Napoli. L’incidente è avvenuto intorno alle 2 del mattino di lunedì, quando Lisa, mentre percorreva via Foria su una bicicletta elettrica a noleggio, è stata investita da un camion dell’Asìa, azienda di raccolta rifiuti.

Nonostante i tentativi di rianimazione effettuati dai soccorritori del 118 e il trasporto urgente prima all’ospedale Vecchio Pellegrini e poi all’ospedale del Mare, la giovane non ha superato i gravi traumi riportati, tra cui un’emorragia cranica importante. La salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria presso il Policlinico federiciano, in attesa degli esami autoptici che saranno cruciali per le indagini.

La polizia municipale dell’Unità Operativa Chiaia, guidata da Bruno Capuano, sta conducendo le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente, avvalendosi anche delle immagini delle telecamere di sicurezza della zona. Dai primi accertamenti, sembra che un improvviso cambio di direzione della ciclista possa aver reso inevitabile l’impatto con il camion che stava svolgendo la sua abituale raccolta di rifiuti.

L’autocarro e la bicicletta sono stati sequestrati per ulteriori analisi, mentre il conducente del camion è stato sottoposto a test per valutare il suo stato psicofisico al momento dell’incidente.

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha espresso il suo cordoglio: «Siamo profondamente addolorati per questo tragico incidente e ci stringiamo ai familiari della vittima in questo momento di grande dolore. Speriamo che le indagini possano presto chiarire le dinamiche e le eventuali responsabilità.»

Lisa Herbrich, che aveva già visitato Napoli e l’Italia per motivi di studio, era tornata in città con alcuni amici per una breve vacanza. La sua morte ha scatenato una vasta ondata di solidarietà, specialmente tra la comunità ciclistica. Luca Simeone, direttore del Napoli Bike Festival, ha sottolineato il deterioramento delle condizioni di sicurezza stradale per i soggetti più vulnerabili e ha annunciato l’intenzione di richiedere un’audizione alla Prefettura di Napoli. Inoltre, è prevista l’apposizione di una bici bianca nel luogo dell’incidente, in memoria della giovane studentessa.

Questo tragico evento riaccende il dibattito sulla sicurezza stradale nelle grandi città italiane e sull’importanza di garantire un ambiente sicuro per tutti gli utenti della strada, in particolare per i ciclisti e i pedoni, frequentemente esposti a rischi elevati.

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Peculato e truffa, arrestato primario a Cagliari

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Avrebbe effettuato prestazioni di intra moenia in un ambulatorio dell’ospedale in cui lavorava ma senza versare poi all’azienda sanitaria quanto previsto dalla normativa. Il primario del reparto di urolgia dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, Antonello De Lisa, 64 anni è stato arrestato dai carabinieri e adesso si trova ai domiciliari. Il medico e docente universitario, molto conosciuto non solo in Sardegna, è accusato di peculato e truffa. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nas di Cagliari e sono partite circa due mesi fa. A seguito di alcune perquisizioni negli uffici del medico, su richiesta del pm Nicola Giua Marassi che coordina le indagini, è arrivato un primo provvedimento del Gip con la sospensione del primario dalla professione ospedaliera. De Lisa ha continuato in queste settimane a insegnare. Adesso si sono modificate le esigenze cautelari e per il medico sono scattati gli arresti domiciliari.

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Torino, 18 misure cautelari nei confronti di anarco-insurrezionalisti per il corteo del 4 marzo ‘23

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4 marzo 2023, corteo non autorizzato per solidarietà ad Alfredo Cospito: tensione altissima, danni ad autovetture e vetrine, lancio di bombe carta… Oggi maxi operazione della Polizia di Stato di Torino nell’ambito di un’articolata indagine della Digos coordinata dalla locale Procura della Repubblica che ha portato alla denuncia di n.75 militanti anarco-antagonisti, ed ha eseguito a Torino, Roma, Milano, Livorno, Alessandria e Cuneo, anche in collaborazione con gli omologhi uffici di Polizia, nr.18 misure cautelari. Sì va dagli arresti domiciliari, all’obbligo e/o divieto di dimora e/o aell’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. nei confronti di militanti anarchici per i reati di devastazione, violenza e lesioni aggravate a Pubblico Ufficiale.

I fatti risalgono alla manifestazione nazionale anarchica in solidarietà ad Alfredo COSPITO, a causa della sua detenzione in regime di 41 bis, svoltasi a Torino il 4 marzo 2023, allorquando circa 1000 libertari hanno data vita ad un corteo, non preavvisato, in un’area del centro cittadino, nel corso del quale si sono verificati gravi atti di intemperanza con lanci di bombe carta e corpi contundenti contro le Forze dell’Ordine ed il danneggiamento diffuso di numerose vetrine di esercizi pubblici, banche, arredo urbano, monumenti, autovetture private, cagionando danni quantificati in oltre 630.000 euro.
Nella circostanza sono anche rimasti feriti due operatori di Polizia, di cui uno con prognosi di 100 giorni.
Si rammenta altresì che la mattina del 4 marzo, in occasione dell’arrivo a Torino dei numerosi manifestanti provenienti da diversi contesti territoriali e dall’estero, erano stati organizzati controlli preventivi della Digos, dei Reparti Mobili, della Polaria, della Polizia Stradale, di Frontiera e Ferroviaria, a seguito dei quali erano stati accompagnati in Questura nr. 37 libertari, trovati in possesso di numeroso materiale (caschi, maschere antigas, martelli, piedi di porco, frombole, bastoni, bombe carta, petardi, aste, scudi, coltelli, accette e materiale per travisarsi) nr. 28 dei quali poi denunciati per porto abusivo di oggetti atti ad offendere e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Si fa presente che tutti i predetti indagati sono presunti innocenti fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile.
Il procedimento si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari.

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