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L’ ex sindaca grillina Capuozzo di Quarto va in piazza con Giorgia Meloni

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Rosa Capuozzo, una dei primi sindaci del Movimento Cinque Stelle,  sfiduciata ed espulsa dai grillini nel 2015 per una inchiesta della procura, è tornata. L’ex sindaca  parteciperà alla manifestazione di domani in piazza di Montecitorio convocata da Giorgia Meloni per “dire no al patto delle poltrone”. Secondo Capuozzo il governo giallorosa è “il più grande inciucio di governo mai visto prima, un’unione forzata tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico, due gruppi politici acerrimi nemici fino a qualche giorno prima. Parlamentari che si insultavano al limite della querela, spesso superandolo ora siedono affianco, nello stesso governo, solo ed esclusivamente per evitare di tornare al voto”.

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Mattarella invita al rispetto, coesione sociale, accoglienza

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“Rispetto è valore universale in ogni dimensione. Rispetto verso sé stessi, rispetto verso gli altri, rispetto verso il pianeta: rappresentano il primo passo per una società vivibile, che assume i criteri della solidarietà, della coesione sociale, della reciproca accoglienza, della sostenibilità. Sono principi costituzionali che animano e rendono autentica la nostra democrazia”. Lo dice Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nella Giornata nazionale del rispetto che, ricorda il Capo dello Stato “si celebra nel giorno della nascita di Willy Monteiro Duarte, brutalmente assassinato nel tentativo di difendere un amico in difficoltà. Istituita dal Parlamento nel 2024, intende contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica circa la necessità di prevenire e contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo”.

“Rispetto è antidoto contro l’odio, la discriminazione, la violenza e la prepotenza che tendono, talvolta, a riproporsi come segno di affermazione, laddove corrispondono, invece, a manifestazione di fragilità e incertezze”, prosegue ancora il Capo dello Stato nella giornata nazionale del rispetto. “Famiglie, insegnanti, agenzie educative, hanno tutte un ruolo nella promozione del valore del rispetto, specie tra i giovani, per renderli donne e uomini capaci di costruire comunità solide e unite. Rispetto è segno di maturità: significa scegliere di godere della propria libertà appieno, in armonia con gli altri e con sé stessi, in un contesto che garantisce diritti e responsabilità di ciascuno. Essere rispettosi è esercizio di libertà”, conclude Mattarella.

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Schlein e il dibattito Dem: ok contributi costruttivi

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Guarda al dibattito interno e sul centro con una certa di dose di pragmatismo, la segretaria Dem Elly Schlein. I contributi di questi giorni dal mondo cattolico a Milano e da quello riformista a Orvieto sono, di fatto, un segno di vitalità. Quella del Pd, a differenza dei partiti della maggioranza, avrebbe ragionato con i suoi, è una comunità che discute. Certo, la richiesta di avere più voce in capitolo dell’area riformista con un big come Paolo Gentiloni a tracciare la linea non sono passati inosservati. Ma, d’altra parte, c’è stato anche il riconoscimento chiaro – viene fatto notare al Nazareno – di un partito che ha ripreso quota con la sua segreteria passando in due anni e mezzo dal 14 al 24%.

L’impegno, in questo momento, è comunque concentrato sull’opposizione al governo di Giorgia Meloni, per i dibattiti sulle alleanze – ragiona qualcuno dalla segreteria – ci sarà tempo. In ogni caso, il weekend segnato dai due appuntamenti di Milano e Orvieto ha riportato nel dibattito interno una serie di questioni. Quelle poste da un lato dal fronte cattolico con la prima uscita pubblica di Ernesto Maria Ruffini e quello dell’area riformista con l’appuntamento di Libertà Eguale di Enrico Morando a Orvieto che ha visto la presa di posizione chiara (forse anche oltre quanto si aspettasse qualcuno al convegno) di Paolo Gentiloni.

L’idea dell’ex premier del fare qualcosa in più per “delineare l’alternativa” è la linea indicata anche da Morando nel suo intervento nel quale ha evidenziato la necessità di “lavorare per organizzare una scossa riformista”. Insomma, la richiesta venuta da Orvieto appare ancora una volta quella di evitare un eccessivo schiacciamento a sinistra del partito. Intanto anche l’area cattolica si è fatta sentire. Un mondo al quale continua a guardare con interesse anche il leader Iv, Matteo Renzi, che non manca di rimarcarlo. “Mai come in questo momento – dice ricordando l’anniversario dell’Appello ai liberi e forti di don Luigi Sturzo – c’è bisogno di un contenitore che recuperi quei valori se vogliamo che le prossime elezioni politiche siano davvero aperte e contendibili”. Insomma, da un lato e dall’altro, in questo weekend gli input alla segretaria non sono mancati.

Lei, per il momento, tira dritto sulla strada, appunto, della concretezza, assicurano i suoi. Certo, la discussione può, di sicuro essere segno di vivacità interna ma il punto ora sarà trovare una sintesi anche a fronte di una serie di questioni che rischiano di essere divisive. Tra le altre, certamente, quella del terzo mandato con le prese di posizione del sindaco di Milano Beppe Sala e del presidente del Copasir Lorenzo Guerini. E ancora quella del lavoro soprattutto se la Consulta dovesse dare il via libera ai referendum, in particolare a quello che riguarda il job act. Un tema sul quale non c’è completa assonanza di vedute tra tutte le anime del partito. Intanto domani è prevista la riunione del consiglio nazionale M5s.

Ed è di oggi l’annuncio del capogruppo alla Camera uscente Francesco Silvestri che non si ricandiderà per quel ruolo per dare il proprio contributo per la costruzione del partito. “Dopo due anni e mezzo, e soprattutto dopo le traiettorie delineate dall’assemblea costituente – ha spiegato – ho deciso di dedicare tutto me stesso alla costruzione del partito. E per questo di non ricandidarmi per il ruolo di capogruppo alla Camera. Ora a cambiare sarà il contesto, ma il mio impegno e la mia determinazione per la crescita del Movimento saranno sempre le stesse”.

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Di Pietro: lo sciopero dei magistrati è inappropriato, le carriere devono essere separate

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“Fino a prova contraria, la separazione delle carriere dei magistrati – per come prospettata finora dal Parlamento – non modifica in alcun modo l’articolo 104 della Costituzione, a norma del quale la magistratura – sia quella giudicante che inquirente sono e restano un ordine indipendente da qualsiasi altro Potere dello Stato, e, quindi, demonizzare la riforma a priori (solo perché lo aveva detto anche Berlusconi) mi pare una forzatura ideologica non corrispondente alla realtà dei fatti”. A dichiararlo è Antonio Di Pietro (foto Imagoeconomica in evidenza), Pubblico ministero all’epoca di Mani Pulite, a proposito della riforma costituzionale della giustizia per la separazione delle carriere.

“Con riferimento alla prospettata separazione delle carriere – aggiunge – rispetto chi la pensa diversamente da me, ma io ritengo che – così come in una partita di calcio l’arbitro e il giocatore non possano far parte della stessa squadra – anche nel nostro sistema processuale penale – specie dopo la riforma del processo da inquisitorio ad accusatorio – i giudici ed i Pubblici ministeri non dovrebbero percorrere la medesima carriera”.

“Anche i magistrati – prosegue Di Pietro – come tutti i cittadini hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni e lo sciopero è certamente un atto lecito, ma io trovo inappropriato che un potere dello Stato (tale è di fatto l’ordine giudiziario) scioperi contro un altro potere dello Stato. Ritengo più corretto che i poteri dello Stato si confrontino (e si scontrino se necessario) fra loro nelle sedi istituzionali loro proprie”.

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