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Esteri

Kiev, ‘gia’ 2 mila richieste di resa da militari russi’

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La direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino afferma che nelle ultime settimane 2 mila militari russi hanno chiesto di arrendersi: ha affermato in tv il rappresentante dell’intelligence militare Andrey Yusov, come riporta Ukrainska Pravda. Yusov ha dichiarato che e’ stata osservata ‘un’ondata di appelli a poter arrendersi’ dopo l’offensiva delle forze armate ucraine nella regione di Kharkiv e dopo l’annuncio della mobilitazione parziale nella Federazione Russa. “A chiedere di arrendersi non sono solo i soldati che si trovano sul territorio dell’Ucraina da occupanti, ma anche quelli che sono appena stati mobilitati e si trovano ancora sul territorio della Federazione Russa. Le richieste arrivano anche dai loro parenti, o da persone che temono di poter essere mobilitate. In poche settimane abbiamo gia’ ricevuto piu’ di 2 mila richieste di resa”, ha detto Yusov. E ha ricordato il progetto statale ucraino “Voglio vivere”, istituito per aiutare i militari dell’esercito russo ad arrendersi in sicurezza alle forze armate di Kiev. Per informazioni su come arrendersi, i militari russi o i loro parenti e amici possono chiamare i numeri a disposizione 24 ore su 24.

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Parigi, arrestato l’uomo che minacciava di farsi saltare nel consolato dell’Iran: era disarmato

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È stato arrestato l’uomo che si era asserragliato nel consolato dell’Iran a Parigi: aveva minacciato di farsi saltare per aria ma quando è uscito dallo stabile, perquisito, non aveva nessun esplosivo addosso: l’uomo però era già stato indagato per un incendio nei locali del consolato nel 2023.  L’uomo,  61 anni, aveva giustificato il gesto spiegando che voleva sostenere il movimento di protesta in Iran nato  dopo la morte di una ragazza arrestata dalla polizia perché non portava bene il velo. Per quell’episodio venne condannato a otto mesi con la condizionale, oltre ad essere colpito da un divieto di recarsi nel 16esimo arrondissement di Parigi, proprio dove si trova il consolato iraniano.

Sul posto la polizia ha inviato unità di intervento rapido ed ha istituito un perimetro di sicurezza in diverse strade intorno a Place du Trocadero, dove si trova il consolato iraniano, un luogo affollato che è proprio di fronte alla Torre Eiffel. Il consolato iraniano a Parigi non è mai molto affollato e vengono rilasciati pochi visti, a causa della freddezza tra i due paesi.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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