Collegati con noi

Esteri

Kiev ancora sotto attacco russo, esplosioni in Crimea

Kiev ancora sotto attacco russo, esplosioni in Crimea

Pubblicato

del

Nove attacchi in 18 giorni, “senza precedenti per potenza, intensità e varietà”. E’ l’ennesima notte di esplosioni, quella vissuta dalla capitale ucraina Kiev che ancora una volta resiste alla pioggia di missili e droni dei russi che continuano a tenere nel mirino la città, costringendo i cittadini a dormire nei rifugi e ad avere paura. Ma se la notte è il tempo dei russi, il giorno è quello della vendetta – non rivendicata – degli ucraini nella Crimea occupata, dove un treno “che trasportava grano” è deragliato a Simferopoli, senza provocare vittime. Nel complesso sono deragliati otto vagoni, cinque dei quali si sono ribaltati, in quello che secondo le ferrovie filorusse della regione è stato un attentato, mentre Kiev si è limitata a precisare che quella linea serve al trasporto di armi per i russi e che finché gli invasori rimarranno nella penisola “non ci sarà pace” per quel territorio. L’Ucraina esulta intanto per un nuovo successo della difesa aerea, che ha abbattuto nella notte 29 missili da crociera su 30 e 4 droni, ha riferito l’aeronautica. Se a Kiev la caduta dei detriti ha causato incendi e danni a strutture non residenziali di tre distretti, il bilancio è più grave a Odessa, dove una persona è morta e altre due sono rimaste ferite in seguito all’attacco missilistico.

Il ministero della Difesa russo ha rivendicato di aver colpito “grandi depositi di armi e attrezzature militari di fabbricazione straniera e truppe di riserva nemiche”, sottolineando che “tutti i bersagli designati sono stati centrati”. Ma intanto Mosca deve incassare l’ennesima ferita in Crimea, nel giorno in cui l’Ucraina commemora la deportazione forzata dei tatari della penisola dalle autorità sovietiche. “Ora sempre più leader internazionali si stanno rendendo conto che senza il ritorno della Crimea all’Ucraina non ci sarà alcun ritorno alla pace”, ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sottolineando ancora una volta che l’obiettivo di Kiev resta il ripristino dei confini del 1991. Un pensiero ribadito anche all’inviato cinese Li Hui durante la sua visita a Kiev: se il rappresentante di Pechino ha esortato le parti a creare le condizioni per i colloqui di pace, il capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak gli ha comunicato che “il piano di pace ucraino contiene risposte esaurienti a tutte le sfide poste da questa guerra”. Lo stallo sulla soluzione diplomatica resta, mentre si guarda al G7 dal quale – secondo quanto riferito dai media – potrebbe uscire l’idea di un vertice internazionale di pace sull’Ucraina.

Nel frattempo continua la corsa alle armi: il ministro della Difesa britannico Ben Wallace ha confermato che i missili Storm Shadow hanno già fatto il loro debutto nel conflitto. Sul terreno, gli occhi restano puntati su Bakhmut, dove le forze ucraine hanno rivendicato l’ennesimo avanzamento di 2 km di larghezza e 700 metri di profondità nella periferia ovest, mentre il capo dei mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin ha denunciato una nuova fuga delle truppe regolari russe, che si sarebbero ritirate fino a 570 metri a nord della città lasciando scoperti i fianchi dei suoi combattenti. “Faccio appello ai vertici del ministero della Difesa pubblicamente, perché le mie lettere non vengono lette”, ha detto il capo dei miliziani alimentando la polemica con il suo antagonista Sergei Shoigu. Mentre si attende la controffensiva ucraina per liberare i territori occupati, resta intanto la morsa degli invasori sempre più intenzionati a sradicare la popolazione dalla sua terra per trasferirla in Russia. Oggi è arrivato anche l’ok definitivo della Duma alla possibilità della “deportazione forzata e controllata” di persone dai territori in cui è stata introdotta la legge marziale, e quindi le regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, che Mosca ha annesso unilateralmente e considera ormai russe. “E’ necessario punire il mondo russo e ripristinare la giustizia. Altrimenti sarà un ciclo infinito di deportazioni”, la risposta del consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak.

Advertisement

Esteri

Kiev conferma, ‘sfondate difese russe nel sud, avanziamo’

Pubblicato

del

Il generale a capo della controffensiva ucraina lungo la linea del fronte sud, Oleksandr Tarnavsky, ha confermato alla Cnn che le sue forze hanno sfondato a Verbove, a est di Robotyne (Zaporizhzhia) e avanzano ulteriormente. Tarnavsky ha ammesso che le sue truppe si stanno muovendo più lentamente del previsto. “Non così velocemente come ci si aspettava, non come nei film sulla Seconda Guerra Mondiale”, ha affermato: “La cosa principale è non perdere questa iniziativa (che abbiamo). E, beh, non perderla nella pratica, con le azioni”. Lo sfondamento della linea del fronte meridionale, la cosiddetta ‘linea Surovikin’, era stato riportato ieri dai media internazionali.

Continua a leggere

Esteri

Kiev, 9 morti in attacco a base flotta russa del Mar Nero

Pubblicato

del

Almeno 9 persone sono morte e 16 sono rimaste ferite in seguito all’attacco di ieri delle forze ucraine contro il quartier generale della Flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli, nella Crimea occupata: lo ha detto il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, a Voice of America. Tra i feriti, ha sottolineato, ci sono anche generali russi.

“Tra i feriti c’è il comandante del gruppo, il colonnello generale (Olexandr) Romanchuk, che è in condizioni molto gravi”, secondo Budanov. “Il capo di Stato Maggiore, il tenente generale (Oleg) Tsekov, non è cosciente. Il numero dei feriti tra i militari regolari che non sono dipendenti del quartier generale è ancora in fase di determinazione. Si tratta del personale militare in servizio, di sicurezza e così via: (questi) non sono inclusi nella lista che ho annunciato” .

Continua a leggere

Esteri

Missili ucraini sul comando della flotta russa in Crimea

Pubblicato

del

Un buon giorno per l’Ucraina. Un missile di Kiev ha infatti centrato il quartier generale della flotta russa del Mar Nero, a Sebastopoli, mentre pare che le forze di terra siano riuscite a sfondare la prima trincea difensiva – la cosiddetta linea Surovikin – a Verbove, villaggio a est di Robtyne, nell’oblast di Zaporizhzhia. Era già accaduto ma con assalti di fanteria su piccola scala. Ora, invece, gli ucraini sarebbero penetrati con i mezzi pesanti, suggerendo l’ipotesi di un’offensiva ben più strutturata e significativa. Ma la cautela è d’obbligo, dato che di conferme ufficiali per ora non ce ne sono. La notizia è stata rilanciata dal britannico Telegraph sulla base di riprese fatte dai droni in prima linea e verificate col metodo della geolocalizzazione: le immagini mostrano veicoli Stryker, Marder e Mrap che avanzavano su una strada di campagna verso la periferia occidentale di Verbove, seguiti dai veicoli per lo sminamento e dai corazzati M113 per il trasporto delle truppe, di fabbricazione americana. Altri filmati indicherebbero poi – questa volta secondo l’Istituto per lo studio della guerra Usa – che le forze ucraine sono avanzate anche a ovest e a sud-ovest del villaggio. A Kiev però le bocche per ora restano cucite.

“Chiedo a tutti di aspettare i commenti ufficiali sullo stato delle operazioni nel quadrante di Zaporizhzhia: non è una buona idea dare informazioni al nemico su quanto succede sul campo”, ha detto Natalia Humeniuk, responsabile del Centro stampa unificato di coordinamento delle forze di sicurezza e di difesa del Sud del Paese. Ciò che è certo, sia perché rivendicato dall’esercito ucraino sia perché le immagini parlano da sole, è il bombardamento a Sebastopoli dell’edifico storico della sede della flotta del Mar Nero, in stile neoclassico. I media russi parlano di un solo soldato disperso ma, a giudicare dai video apparsi in rete, un’intera ala del palazzo è stata sventrata. L’onda d’urto dell’esplosione – ha fatto sapere il governatore Mikhail Razvozhayev via Telegram – ha infranto le finestre di dieci edifici residenziali nel centro della città, senza però causare feriti. “I sistemi di difesa aerea hanno abbattuto cinque missili ma l’attacco ha danneggiato l’edificio storico della flotta”, ha dichiarato il ministero della Difesa russo.

Comunque sia, si tratta solo dell’ultimo caso, il più spettacolare, di una ormai lunga teoria di raid compiuti da Kiev nella penisola occupata, segno che le capacità offensive ucraine – grazie ai franco-britannici Scalp/Storm Shadow e in alcuni casi agli ucraini Neptune, opportunamente modificati – sono cresciute. Gli sviluppi sono senz’altro positivi per Volodymyr Zelensky, impegnato in un tour nordamericano dopo la partecipazione all’assemblea generale dell’Onu: senza il sostegno occidentale, in particolare degli Usa, l’Ucraina infatti non può vincere la guerra. Il momento è critico. Tra le capitali serpeggia il dubbio che Kiev sia arrivata al massimo di ciò che può fare contro la Russia e sia quindi giunto il momento di sedersi al tavolo delle trattative. Il presidente e il suo entourage però hanno scommesso tutto sulla vittoria e sarebbe un suicidio politico congelare il conflitto sulla linea del fronte attuale.

“Libereremo Bakhmut”, ha promesso Zelensky dagli Usa. “E penso che libereremo altre due città ma non vi dirò quali, mi spiace: abbiamo un piano, un piano molto, molto completo”. Il leader ucraino sa che il tempo gioca contro, perché se i russi avranno modo di trincerarsi nuovamente nel corso dell’autunno-inverno sarà più difficile sfondare. E poi c’è la politica americana, già rivolta alle presidenziali del 2024. E Zelensky lo ha toccato con mano a Washington. Ecco perché le indiscrezioni che indicherebbero prossima da parte degli Usa una fornitura, benché piccola, di missili a lungo raggio Atacms rappresentano un’altra buona notizia per l’Ucraina. Zelensky cammina lungo un filo, sottile come un capello.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto