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Juventus-Napoli, l’ora dei ricorsi e delle carte bollate: parla Eugenio Patroni Griffi

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Tre punti a tavolino per i bianconeri e un punto di penalizzazione per gli azzuri: Juventus – Napoli, la partita più attesa della stagione per adesso si è conclusa così. Decisione amara per tutti i sostenitori partenopei. Ora il Napoli si rivolgerà prima alla Corte d’Appello sportiva, a seguire al Collegio di Garanzia del CONI e poi eventualmente al TAR, provando a far valere le sue ragioni. Domani il Napoli scenderà finalmente in campo di nuovo (Napoli – Atalanta al San Paolo alle ore 15:00), collateralmente giocherà nel tempo una lunga battaglia legale e si augura che sia fissata una nuova data per disputare la partita all’Allianz Stadium.

Eugenio Patroni Griffi

Del caso ne parla un esperto, l’avvocato Eugenio Patroni Griffi, Componente della FIGC – ufficio tesseramenti – con alle spalle quindici anni di lavoro all’ufficio indagini della Federcalcio.

Da professionista del settore qual è il suo pensiero sulla sentenza del Giudice Sportivo, Gerardo Mastrandrea, sull’esito della sentenza che ha assegnato il 3-0 a tavolino alla Juventus e 1 punto di penalizzazione al Napoli?

“Siamo in un momento di emergenza per fronteggiare una pandemia, mai vista, che per diffondersi nel mondo ha giovato dell’attuale sviluppo della tecnologia. Occorre capire che a situazioni legate al Covid possono corrispondere norme e interpretazioni diverse che appaiono magari come contraddittorie, questo dipende dai vari settori e uno di questi è il calcio. La Federcalcio doveva applicare questo provvedimento perché esiste un protocollo. Da una parte il Presidente azzurro De Laurentiis aveva l’obbligo (giuridico e morale) di fare determinate cose, come salvaguardare i suoi dipendenti. Dall’altra risultava difficile prescindere dall’esistenza di un regolamento sottoscritto dopo una serie lunghissima di incontri dove si sono prospettate analisi non solo di tipo calcistico ma anche sociale. Un protocollo atto alla corretta gestione del campionato di calcio ai tempi del coronavirus. Resta poi la presa di coscienza di un presidente di un singolo club che – con due tesserati contagiati, dopo l’episodio relativo alla gara con il Genoa (che contava oltre 20 positivi nella settimana dopo quella partita al San Paolo) coinvolgeva le Asl. Umanamente è un atto di responsabilità che non si può condannare. Ma pensiamo se Ronaldo fosse stato contagiato dopo la partita con il Napoli, cosa sarebbe successo in Italia? La decisione di non partire per Torino è stata la più giusta secondo il buon senso. L’Asl ovviamente non avrebbe mai potuto rispondere diversamente in questo momento storico. Nessuno aveva considerato la possibilità di chiedere – prima d’ora – un parere alle Asl evidentemente, nessuno aveva considerato l’obbligatorietà della risposta. La Federcalcio, per evitare fenomeni di strumentalizzazione, ha dovuto tenere fede al protocollo”.

Quale iter di giustizia il Napoli seguirà dopo la sentenza e che possibilità ci sono di ribaltare il verdetto?

“Ci troviamo di fronte a dei primi sintomi indicativi: la Juventus non si è costituita in primo grado e ha dichiarato che non si costituirà neanche in secondo grado. Quindi ciò dimostra quanto meno un disinteresse al provvedimento. La posizione della squadra partenopea è così alleggerita: credo che il Napoli dal punto di vista tecnico debba necessariamente esaurire tutti i gradi della giustizia sportiva e se quest’ultima non dovesse raggiungere una posizione di equilibrio (rappresentato dalla ripetizione della partita) si andrà in sede giurisdizionale. Ho dei dubbi che la corte federale di appello possa modificare il provvedimento del giudice sportivo ma stempererei i toni. Che non si pensi sia un accordo di palazzo contro il Napoli. Se il Napoli propone il ricorso al Tar ha serie possibilità di vincerlo, questo perché il protocollo prevede che un’autorità locale – e la Asl lo è – possa sempre intervenire ovvero su denuncia. Il patron del Napoli non ha adottato la decisione in maniera autonoma ma ha rispettato l’ordine di una autorità locale. Che non può essere messo in discussione. E’ una circostanza innegabile. Va oltre la causa di forza maggiore. La causa è l’emergenza Covid che si è manifestata in quel momento nella società non dipendente dalla volontà dei soggetti. Il provvedimento è di imperio. Nell’immediato la decisione della Asl era l’unica ipotizzabile”.

Quali sono i tempi? Si arriverà a fine campionato?

“I tempi sono quelli tecnici, burocratici legati al deposito dei vari ricorsi e ai termini processuali. Tranne se non si trovi una soluzione antecedente che possa portare probabilmente alla ripetizione della partita, unica soluzione plausibile, occorre vedere come arrivarci. Sono certo che la stessa Juve non vada fiera di un 3-0 a tavolino in vista dei risultati che può avere in questo campionato, delle sue potenzialità, considerando anche le stagioni precedenti. Penso non ne abbia bisogno. Penso che intelligentemente la dirigenza non abbia ritenuto di costituirsi”.

Questo caso costituisce un precedente importante che può condizionare il campionato di calcio?

“Senza dubbio è stato sollevato un problema. La gestione di queste situazioni epidemiologiche deve essere rimessa al prudente apprezzamento di un tesserato oppure affrontata in altro modo? Qual è l’influenza che questa vicenda avrà nel prosieguo del campionato? Possono sorgere mille casi. Non esiste articolo di legge che non sia affidato al buon senso di chi lo deve applicare e di chi lo deve rispettare. Questo buon senso deve essere richiamato da quelli che hanno l’obbligo di gestirlo. La federazione ha fatto bene ad applicare il procedimento. Presumo che tutti coloro che hanno la responsabilità in questo settore stiano dialogando alla ricerca di una soluzione alternativa, per trovare un punto di equilibrio. Sia la Federazione che De Laurentiis hanno fatto il proprio lavoro. Il nocciolo della questione è che oggi esiste il problema – probabilmente non emerso quando si è firmato il protocollo – e va affrontato per consentire la serena prosecuzione del campionato. La Asl ha ritenuto la circostanza degna di nota. È necessario che tutti gli organi dialoghino per gestire questo tema e trovare una soluzione. E immagino che le parti siano già all’opera verso questa direzione. Nessuna autorità dello Stato italiano può negare alla Asl di essere una autorità locale e di avere il potere di bloccare chiunque. A prescindere da questo, da addetto ai lavori ma anche da sportivo sono più concentrato nel capire come troveranno la soluzione al problema principale. Il Covid ci ha cambiato la vita, e non solo dal punto di vista epidemiologico, ha cambiato le nostre abitudini, le relazioni quotidiane, il lavoro. Tutte le componenti del calcio vedano questa evidenza con grande equilibrio e che ognuno faccia la sua parte”.

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La morte di Mattia Giani sul campo di calcio, l’accusa del giudice sportivo: l’ambulanza arrivò dopo 17 minuti

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Una tragedia ha colpito il mondo del calcio toscano con la morte del calciatore Mattia Giani durante una partita tra Lanciotto e Castelfiorentino. Il giudice sportivo della Figc – Lega Dilettanti toscana ha ora fornito una ricostruzione dettagliata degli eventi che hanno portato alla tragedia e delle decisioni conseguenti.

Secondo il giudice sportivo, l’ambulanza è arrivata allo stadio di Campi solo 17 minuti dopo che i soccorsi sono stati richiesti per Mattia Giani. Durante questo periodo, i soccorsi sono stati forniti da un massaggiatore ospite e da un medico presente in tribuna, che sembra che abbiano utilizzato un defibrillatore per tentare di rianimare il giocatore. Successivamente, una prima ambulanza è giunta sul posto e ha continuato le operazioni di soccorso con l’aiuto di altri volontari che sono arrivati con un’altra ambulanza pochi minuti dopo. Nonostante gli sforzi dei sanitari, il calciatore è stato dichiarato morto dopo il suo trasferimento in ospedale.

Il giudice sportivo ha ritenuto giustificata la sospensione della partita, che è stata interrotta al 14′ del primo tempo, a causa dell’inevitabile turbamento di giocatori e dirigenti causato dall’evento tragico. Inoltre, ha deciso che la parte restante della partita dovrà essere recuperata in un secondo momento.

La squadra Lanciotto è stata multata di 400 euro “per mancanza di ambulanza e/o medico”,  sanzione prevista per questa mancanza.

“Giova sottolineare – scrive ancora il giudice sportivo – come il rispetto del grave evento anche da parte della società Lanciotto Campi Bisenzio e dei componenti la terna arbitrale sia sintomo di grande osservanza dei valori della solidarietà e della correttezza sportiva”.

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Champions, il Real Madrid di Ancelotti batte il City ai rigori e vola in semifinale

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Il “re” di coppe piazza un altro colpo: il Real Madrid di Carlo Ancelotti raggiunge la semifinale di Champions League dopo una battaglia durissima contro il Manchester City di Pep Guardiola. Raggiunge così Del Bosque come il secondo allenatore del Real Madrid con più presenze in Champions.

Con uno spettacolare pareggio 3-3 nell’andata, i Blancos di Carlos Ancelotti si sono imposti dopo i rigori (5-4) nel ritorno dei quarti di finale all’Etihad Stadium. Nonostante un inizio frenetico, con il Real che si è portato in vantaggio al 12’ grazie a Rodrygo e il Manchester City che ha colpito la traversa con Haaland, il primo tempo si è chiuso sull’1-1, firmato da De Bruyne al 76’. Il ritmo del match è stato incandescente, con entrambe le squadre impegnate in rapidi scambi e azioni fulminee. Nonostante gli sforzi di entrambi i lati nei tempi regolamentari e supplementari, il risultato è rimasto invariato.

La partita è stata caratterizzata da un gioco tattico, con Pep Guardiola e Carlo Ancelotti che hanno orchestrato le loro mosse con maestria. Ma è stata la lotteria dei rigori a decretare il vincitore, con il Real Madrid che ha avuto la meglio, accedendo così alla semifinale per il quarto anno consecutivo. Ora, i Blancos si preparano ad affrontare il Bayern Monaco in un’altra sfida emozionante per un posto nella finale di Champions League.

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Champions, il Bayern va in semifinale battendo l’Arsenal di misura

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Il Bayern Monaco si consola del campionato deludente conquistando l’accesso alla semifinale di Champions League dopo una vittoria cruciale sul campo dell’Arsenal. Con un risultato finale di 1-0 all’Allianz Arena nel ritorno dei quarti di finale, i bavaresi hanno dimostrato ancora una volta la loro forza e determinazione. Il momento decisivo è arrivato nella ripresa, quando Kimmich ha trovato la rete di testa su un preciso cross di Guerreiro al minuto 63’.

La partita è stata caratterizzata da un dominio del Bayern, che ha colpito due volte il palo nella stessa azione all’inizio della ripresa, con Goretzka e Guerreiro, mettendo a dura prova la difesa dell’Arsenal. Nonostante i tentativi dei Gunners di reagire grazie ad un ottimo Jorginho, il Bayern ha mantenuto saldamente il controllo del gioco e ha difeso con determinazione il proprio vantaggio fino al fischio finale.

Questo risultato segue il pareggio 2-2 nell’andata all’Emirates di Londra, confermando la superiorità complessiva del Bayern Monaco nella doppia sfida. Ora, i bavaresi si preparano ad affrontare la vincente tra Manchester City e Real Madrid nella semifinale.

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