Il lunedì nero della Juve si è chiuso nel peggiore dei modi, dopo la mazzata in Corte Federale d’Appello della Figc è arrivata la batosta di Empoli. Dal secondo al settimo posto con il -10, dalla possibilità di entrare in Champions a un’impresa sempre più impossibile: i bianconeri dovrebbero recuperare cinque lunghezze al Milan con sole due gare a disposizione, senza considerare che in mezzo ci sono anche Atalanta e Roma. La situazione sportiva ormai è compromessa, quella extra-campo è ancora da valutare con le sanzioni che potrebbero non essere finite tra il filone legato alla manovra stipendi e l’Uefa che continua ad osservare prima eventualmente di intervenire. I problemi della Juventus, però, vanno oltre il tonfo clamoroso di Empoli e la snervante attesa per altre ripercussioni, qui c’è tutto un progetto che rischia di fallire. La gestione Allegri ha sempre meno estimatori tra i tifosi e cominciano ad emergere i primi scricchiolii anche all’interno dello stesso spogliatoio. “Dopo le partite bisognerebbe stare zitti, magari ha sbagliato l’uso dei termini non conoscendo bene l’italiano”, l’affondo dell’allenatore dopo le parole di Szczesny post-Siviglia, con il portiere che aveva criticato la prestazione che è valsa l’eliminazione dall’Europa League. La società bianconera ha qualche dilemma da risolvere: sul piano della giustizia sportiva deve decidere di ripercorrere la strada del ricorso al Collegio di garanzia, sul piano sportivo scegliere se continuare con la fiducia Allegri, che ha ancora due anni di contratto, o troncare. In ogni caso, il mercato bianconero si annuncia movimentato.
A Pasquetta c’era stato un battibecco con Paredes, in varie occasioni Vlahovic è sembrato tutt’altro che felice di essere sostituito, Di Maria sembra sempre più svuotato ora che ci sarebbe bisogno di lui: episodi che, se singolarmente possono essere circoscritti ad arrabbiature momentanee, al contrario diventano preoccupanti se sommati l’uno dopo l’altro. Tutte le vicissitudini di una stagione maledetta, o “imprevisti del Monopoli” come li aveva definiti Allegri tra il serio e il faceto, non hanno sicuramente aiutato, ma adesso è inevitabile porsi degli interrogativi sul futuro.
“Lasciare ora sarebbe da vigliacchi, la mia scelta è di rimanere al 100%” il messaggio forte e chiaro mandato dall’allenatore, ma negli uffici della Continassa dovranno valutare l’operato dello stesso tecnico toscano. E, al netto di tutti gli alibi, è stata una stagione con tanti fallimenti e poche soddisfazioni, anche se all’appello mancano ancora due partite e se, a sentire il tecnico, è stato fatto tutto quel che si poteva. “Tutti i ragazzi hanno dato il massimo, si possono dare un po’ di attenuanti a questa squadra” ha aggiunto dopo il 4-1 di Empoli. Ora ci sono 180 minuti da giocare, gli stimoli rischiano di venir meno perché di obiettivi concreti ne sono rimasti ben pochi. “Dobbiamo fare quadrato e provare a vincere le ultime due partite” la volontà di Allegri, che contro Milan e Udinese cercherà di salvare il salvabile. Il big-match contro i rossoneri sarà anche l’ultima apparizione stagionale davanti ai propri tifosi: lo Stadium è stato teatro di quattro sconfitte tra tutte le competizioni, la Juve vuole salutare con una vittoria. Il sipario calerà a Udine nel week-end del 4 giugno, poi finalmente si chiuderanno i bilanci di quest’anno e si comincerà con la programmazione della prossima stagione. Alla Juve nessuno può dirsi al sicuro del posto, nonostante la volontà di Allegri sia ben chiara.