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Jurgen Klopp e la follia del calcio moderno: “È come parlare a un microonde”

Le parole di Klopp contro l’eccesso di partite e l’avidità del calcio moderno tornano d’attualità dopo il caso Rabiot: dal Mondiale per club alla sfida Milan-Como in Australia, il calcio è sempre più lontano dal buon senso.

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Nel piccolo e spesso surreale orticello del calcio italiano, è bastata una frase di Adrien Rabiot, centrocampista francese del Milan, per accendere l’ennesima polemica. Il giocatore ha definito “una follia” la decisione di disputare Milan-Como a Perth, in Australia: «È insensato fare così tanti chilometri per far giocare due squadre italiane dall’altra parte del mondo».
Parole di semplice buonsenso, condivise da molti tifosi, ma subito stigmatizzate dall’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, che ha risposto con tono da industriale ottocentesco: «Rabiot si scorda, come tutti i calciatori che guadagnano milioni, che è pagato per lavorare. Dovrebbe avere rispetto dei soldi che guadagna».
Un rimprovero di casta, applaudito persino dal ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha definito la partita australiana «una buona occasione per promuovere il calcio italiano nel mondo».

Un’idea che sulla carta suona bene, ma che nella sostanza evidenzia la deriva di un sistema sempre più orientato al profitto e sempre meno alla tutela di chi il calcio lo gioca.

Klopp, la voce fuori dal coro

Ed è proprio in questo contesto che tornano di grande attualità le parole di Jurgen Klopp, l’allenatore tedesco che ha deciso di lasciare le panchine per allontanarsi – come ha detto lui stesso – «dall’imbecillità non più arginabile di chi dirige il calcio».
Dopo dieci anni a Liverpool e una carriera di successi tra Borussia Dortmund e Mainz, Klopp ha scelto di assumere un ruolo manageriale nel gruppo Red Bull, supervisore dei sei club sparsi tra Europa, Stati Uniti, Brasile e Giappone.

La motivazione è chiara: l’eccesso di sfruttamento dei giocatori e l’assenza di visione etica da parte delle istituzioni calcistiche.
Già due anni fa, quando la FIFA annunciò il nuovo Mondiale per club 2025 negli Stati Uniti, Klopp lo definì «la peggiore idea mai partorita nella storia del calcio».
«Chiediamo sempre di più ai giocatori — spiegò —, di andare al massimo, sempre e comunque. Magari i tornei sono belli da vedere, ma a che prezzo? Il Chelsea ha vinto il Mondiale per club e incassato tanti soldi, ma oggi è falcidiato dagli infortuni. Un giorno dovremo pure prenderci cura delle persone senza le quali questo sport non esisterebbe: i calciatori».

“Parlare con Infantino? È come parlare al mio microonde”

Nell’intervista a The Athletic, il giornalista Adam Crafton gli chiese cosa direbbe a Gianni Infantino, presidente della FIFA, che sogna di portare il Mondiale per nazionali da 32 a 64 squadre.
La risposta di Klopp è diventata un manifesto di disillusione:
«Sarebbe come parlare al mio microonde».

Una battuta amara e lucidissima, che riassume il senso di impotenza di molti professionisti davanti a un calcio che si è trasformato in un’industria globale senza limiti né rispetto.

Il paradosso di un pallone senza anima

Dalle parole di Klopp al caso Rabiot, l’immagine che emerge è quella di un calcio sempre più stressato, globalizzato, lontano dai tifosi e dai suoi protagonisti.
Partite giocate in continenti lontani per marketing, tornei inventati per incassare nuovi diritti tv, calendari sempre più saturi e atleti ridotti a ingranaggi.
Un sistema che sembra aver smarrito il senso della misura — e forse anche quello del gioco.

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Economia

Mutui, tassi ancora in rialzo: Taeg al 3,71% e famiglie sempre più orientate al fisso

Nuovo aumento dei tassi sui mutui: a settembre il Taeg sale al 3,71%. Le famiglie scelgono il tasso fisso nonostante condizioni più alte. Cresce la domanda di finanziamenti per casa e imprese.

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Il costo dei nuovi mutui torna a salire. Secondo i dati della Banca d’Italia, il Taeg sui finanziamenti immobiliari è aumentato al 3,71% a settembre, rispetto al 3,67% di agosto e al 3,61% di luglio.

Il rialzo è legato sia alla crescita dell’Irs, l’indice che regola i mutui a tasso fisso, sia alla scelta delle famiglie italiane di orientarsi in oltre il 90% dei casi verso formule a tasso fisso, nonostante sul mercato i finanziamenti a tasso variabile offrano condizioni più basse, tra il 2,6 e il 2,8%.


Il peso degli Irs e la prudenza della Bce

I tassi fissi restano comunque inferiori ai picchi del 2023, quando si era superata la soglia del 4,5%. Tuttavia, la discesa attesa nei mesi scorsi non si è concretizzata a causa della prudenza della Bce e delle tensioni internazionali, che hanno spinto al rialzo gli indici a lungo termine.

Secondo il Codacons, dall’inizio dell’anno i tassi sui mutui sono aumentati dello 0,21%, pari a un aggravio annuo di circa 216 euro su un mutuo da 150.000 euro a 30 anni.


Domanda di mutui ancora in crescita

Nonostante il contesto sfavorevole, la domanda resta sostenuta. Bankitalia rileva che i finanziamenti alle famiglie per l’acquisto della casa sono cresciuti del 2,2% a settembre, confermando la tenuta del mercato immobiliare.

Dopo mesi in cui i mutui hanno rappresentato il principale motore del credito, durante l’estate è tornata a crescere anche la domanda delle imprese. I finanziamenti aziendali sono saliti dell’1,2%, lo stesso incremento già registrato ad agosto.


Crif: domanda in ripresa e rischiosità stabile

Il Crif conferma che, dopo il rallentamento tra il 2023 e il 2024, la domanda di credito ha ripreso a crescere mentre la rischiosità del sistema produttivo resta stabile: a giugno il tasso medio di default è al 3%, in linea con la fine del 2024.

Allo stesso tempo, l’incertezza continua a spingere verso il risparmio: i depositi del settore privato sono aumentati del 3%, in crescita rispetto al 2,7% di agosto.


La dinamica dei mutui conferma quindi un quadro in cui la domanda resta solida, ma la traiettoria dei tassi continua a essere influenzata dalle tensioni internazionali e dalla cautela della politica monetaria europea.

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Razzismo nel calcio, in Spagna l’allarme torna a crescere: Lamine Yamal il più insultato sui social

Il razzismo torna a scuotere il calcio spagnolo. Secondo un report dell’Osservatorio iberico sulla xenofobia, Lamine Yamal è il giocatore più insultato online. Dati allarmanti che riportano alla memoria i casi Eto’o, Dani Alves e Vinícius.

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In Spagna, il problema del razzismo nel calcio torna prepotentemente d’attualità. Dopo Samuel Eto’o, Dani Alves e Vinícius, ora è il turno di Rodrigo e soprattutto di Lamine Yamal, giovanissimo talento del Barcellona e stella della nazionale spagnola.

Secondo un report dell’Osservatorio iberico sulla xenofobia, diffuso da El País, Yamal è oggi il giocatore più bersagliato da insulti razzisti sul web, con il 60% dei messaggi d’odio rilevati sui social.


Lamine Yamal, talento precoce e bersaglio dell’odio

Ancora minorenne, Yamal è diventato l’idolo della Spagna dopo l’Europeo vinto a suon di gol e giocate spettacolari. Ma la popolarità lo ha reso anche vittima di odio razziale: sui social abbondano insulti come “puto negro morito” e “moro inmundo”.
Una violenza verbale che supera di gran lunga quella rivolta a colleghi come Rodrigo, Mbappé, Balde, Brahim Díaz o Iñaki Williams.


Una lunga storia di razzismo negli stadi spagnoli

Il razzismo nel calcio spagnolo non è un fenomeno nuovo.
Nel 2006, Samuel Eto’o fu sommerso da versi da scimmia durante un Barcellona–Real Saragozza: il campione camerunense minacciò di abbandonare il campo, ma fu convinto a restare.
Nel 2014, Dani Alves reagì con ironia a un gesto ignobile — un tifoso del Villarreal gli lanciò una banana — mangiandola davanti a tutti, trasformando l’offesa in un simbolo di forza.
Più di recente, Vinícius Jr. è riuscito a far sospendere la gara Valladolid–Real Madrid a causa dei cori razzisti e ha portato in tribunale alcuni tifosi, condannati per reati d’odio: un precedente storico in Spagna.


Anche in Italia episodi ancora frequenti

Il fenomeno non risparmia l’Italia.
Nel 2005, Marc André Zoro del Messina fu tra i primi a ribellarsi agli insulti razzisti del pubblico, minacciando di lasciare il campo durante una partita contro l’Inter.
Negli anni, la lista si è allungata: Romelu Lukaku, bersagliato più volte a Cagliari e Torino; Kalidou Koulibaly, insultato nel 2018; e Mike Maignan, vittima di cori discriminatori.


Un fenomeno che chiede risposte concrete

Dai campi di calcio ai social network, il razzismo nello sport continua a manifestarsi in forme diverse ma sempre più visibili.
Le campagne di sensibilizzazione non bastano: servono regole, controlli e sanzioni efficaci, ma soprattutto un cambiamento culturale che riporti al centro il rispetto e l’educazione, dentro e fuori dagli stadi.

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Ambiente

Scoperta in Australia una nuova specie di ape con le corna: si chiama “Lucifero”

Gli scienziati australiani hanno scoperto una nuova specie di ape con minuscole corna, chiamata “Lucifero”. Si trova solo nell’Australia Occidentale e rappresenta la prima scoperta del genere in 20 anni.

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Scoperta in Australia una nuova specie di ape con le corna: si chiama “Lucifero”

Una nuova specie di ape autoctona è stata scoperta in Australia e, per le sue caratteristiche uniche, gli scienziati le hanno dato un nome singolare: “Lucifero”.
Il nuovo insetto, denominato Megachile Lucifer, è stato individuato durante uno studio su un raro fiore selvatico dei Bremer Ranges, nella regione dei Goldfields, nell’Australia Occidentale, circa 470 chilometri a est di Perth.


L’ape con le corna

La particolarità di questa specie risiede nelle piccole corna prominenti, presenti solo nelle femmine.
Secondo i ricercatori, queste strutture potrebbero servire come meccanismo di difesa o come strumento per raccogliere polline, nettare o resine utilizzate nella costruzione dei nidi.


Il nome ispirato a una serie Netflix

La scienziata responsabile della scoperta ha spiegato che il nome Lucifer è stato scelto in modo ironico e ispirato dalla serie televisiva “Lucifer” di Netflix, che stava guardando durante il periodo della ricerca.
Il nome, però, risulta quanto mai appropriato per un insetto dalle caratteristiche tanto singolari e misteriose.


Una scoperta importante dopo 20 anni

Il Megachile Lucifer rappresenta il primo nuovo membro del suo gruppo tassonomico in 20 anni, un evento che sottolinea la ricchezza e la varietà della fauna australiana.
Gli studiosi sperano che questa scoperta contribuisca a sensibilizzare sulla tutela della biodiversità e sulla necessità di proteggere gli ecosistemi unici dell’Australia Occidentale.

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