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Jerry Calà dimesso da clinica di Napoli

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Jerry Calà ha lasciato in mattinata la Clinica Mediterranea di Napoli dove era stato ricoverato per un infarto nella notte tra venerdì e sabato scorso. L’attore era stato portato nella struttura sanitaria dai soccorritori del 118: la Mediterranea è inserita nella rete Ima, per la cura dell’infarto miocardico acuto. Calà, 71 anni, colpito da malore in albergo, si trova a Napoli per le riprese del suo ultimo film, “Hanno rapito Jerry Cala’ : il riscatto e’ un problema”, prodotto da Gianluca Varriale per VargoFilm. All’attore e show man che ha fatto sorridere milioni di italiani con le sue interpretazioni magistrali nella commedia italiana gli auguri di rientro immediato sul set dalla redazione di Juorno.it

 

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Festival di Sanremo 2025: Carlo Conti annuncia i 30 Big in gara e introduce novità al regolamento

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I primi nomi a rimbalzare sui social sono quelli di Fedez e Tony Effe, protagonisti di un chiacchierato dissing di fine estate: commenti e meme si scatenano a immaginare incontri ravvicinati tra i due artisti sul palco o nel backstage dell’Ariston, magari anche con Guè o Emis Killa. Ma il rap è solo uno degli ingredienti di un cast “particolarmente variegato” di Big che Carlo Conti ha scelto per Sanremo 2025. Ben trenta artisti, anziché i 24 previsti, sfilerà all’Ariston dall’11 al 15 febbraio: una modifica al regolamento decisa per “la qualità e la quantità” dei brani proposti.

Trenta nomi in grado di rappresentare le nuove tendenze del mercato, con un potenziale complessivo da 585 dischi di platino, record di sempre, ma anche la grande tradizione, senza dimenticare il pop e il nuovo cantautorato, in linea con l’impegno portato avanti da Amadeus negli ultimi anni e avviato dallo stesso Conti nei suoi precedenti festival, dal 2015 al 2017. Tra i nomi più attesi c’è sicuramente Fedez, che torna sul palco che lo ha visto piazzarsi secondo nel 2021 – alle spalle dei Maneskin – con Chiamami per nome, in duetto con Francesca Michielin, poi nel 2023 ospite degli Articolo 31 nella serata cover e protagonista del bacio sul palco con Rosa Chemical alla finale.

È un debutto invece, quello del ‘rivale’ Tony Effe, che arriva a Sanremo dopo aver dominato l’estate con la hit Sesso e Samba in coppia con Gaia – anche lei in gara tra i Big – e dopo i successi dell’Icon Tour. Un duo Fedez-Tony Effe?, azzarda la conduttrice del Tg1 Valentina Bisti. La replica di Conti, da buon toscano, è sul filo dell’ironia: “Sono ragazzi intelligenti, lì canteranno e basta”. Esordio anche per Emis Killa, terza partecipazione invece per Rocco Hunt, già trionfatore nel 2014 tra le Nuove Proposte con Nu Juorno Buono e poi in lizza tra i Campioni nel 2016 con Wake Up. È un grande ritorno quello di Giorgia: reduce dalla conduzione di X Factor, l’anno scorso partner di Amadeus in una delle serate, sarà per la sesta volta al festival dove ha vinto nel 1995 con Come saprei. Tre volte in gara, co-conduttrice nel 2021, riecco Elodie, attesa dal nuovo album e dai live negli stadi. Tanto pop anche con i ritorni di The Kolors, Modà, Noemi, Coma-Cose, Francesco Gabbani, Francesca Michielin, Olly e con il debutto di Sarah Toscano, vincitrice di Amici.

Raddoppia Rose Villain, l’anno scorso in gara con Click Boom. “Ci son cascato di nuovo”, scrive sui social Achille Lauro, quattro volte già in gara e ospite fisso nel 2021 con i suoi Quadri. “Mi siete mancati”, commenta invece Rkomi, già in gara nel 2022, pubblicando a sorpresa sui suoi canali il video di un brano inedito dal titolo Odio, quindi sono, una riflessione sull’odio come motore della società. Prima volta all’Ariston invece per Brunori Sas, tra i nomi più apprezzati della scena cantautorale contemporanea, che potrà contare anche sulla presenza di Simone Cristicchi. Rock d’autore e accenti folk sul palco con un altro esordiente, Lucio Corsi (tra i protagonisti di Vita da Carlo 3, la serie di Carlo Verdone ambientata proprio al festival), sonorità R&B e jazz con Serena Brancale e Joan Thiele, urban sound con l’italo-argentino Shablo, che ha voluto accanto a sé tre generazioni a confronto: Guè, Tormento (a ben 24 anni dall’ultima partecipazione a Sanremo con i suoi Sottotono) e Joshua. In quota evergreen, due nomi di spicco della grande tradizione musicale italiana, come Massimo Ranieri e Marcella Bella. Grande assente Al Bano, che puntava al festival.

“È stata una scelta difficilissima tant’è che abbiamo portato i protagonisti a 30 e magari altri 10 avrebbero comunque meritato di essere tra questi”, ammette Conti prima di correre a Bologna per condurre la finale dello Zecchino d’Oro. Il 18 dicembre, durante Sarà Sanremo, la finalissima di Sanremo Giovani, annuncerà i titoli dei brani dei Big in gara. A quel punto il cast musicale sarà definito e le scelte del direttore artistico si concentreranno su co-conduzioni e ospiti, che saranno “tanti e ci permetteranno di parlare di tanti argomenti: come sempre il festival racconterà tante sfaccettature del mondo e dell’Italia”, promette Conti. Il toto-nomi è partito da tempo: sul fronte co-conduzioni, restano alte le quotazioni di Annalisa, mentre sarà improbabile vedere all’Ariston Paola Cortellesi, impegnata ad accompagnare nel mondo il suo film dei record, C’è ancora domani. Tra i superospiti, i rumors scommettono su Damiano David dei Maneskin e su Jovanotti, tornato sulle scene con Montecristo, singolo apripista del nuovo album in uscita il 31 gennaio, in vista del Palajova Tour in partenza dal 4 marzo.

I 30 Big in gara

Il cast annunciato include artisti di spicco e nuove promesse, selezionati tra un gran numero di proposte. Ecco l’elenco completo:

  1. Achille Lauro
  2. Gaia
  3. Coma Cose
  4. Francesco Gabbani
  5. Willy Peyote
  6. Noemi
  7. Rkomi
  8. Modà
  9. Rose Villain
  10. Brunori Sas
  11. Irama
  12. Clara
  13. Massimo Ranieri
  14. Emis Killa
  15. Sara Toscano
  16. Fedez
  17. Simone Cristicchi
  18. Joan Tille
  19. The Kolors
  20. Bresh
  21. Marcella Bella
  22. Tony Effe
  23. Elodie
  24. Olly
  25. Francesca Michielin
  26. Lucio Corsi
  27. Shablo ft. Guè, Joshua e Tormento
  28. Serena Brancale
  29. Rocco Hunt
  30. Giorgia

Novità e modifiche al regolamento

  • Aumento dei Big in gara: Il numero dei partecipanti è passato da 24 a 30, una scelta dettata dall’elevata qualità e quantità delle proposte ricevute.
  • Giuria internazionale: Le radio straniere saranno incluse nella Giuria della Sala Stampa come categoria ospite, ampliando la prospettiva e il respiro internazionale del Festival.
  • Svelati i brani in “Sarà Sanremo”: Il 18 dicembre, durante la serata televisiva “Sarà Sanremo”, in onda su Rai 1 dal Casinò di Sanremo, verranno annunciati i titoli dei brani in gara.

Un cast da record

Gli artisti in gara quest’anno vantano complessivamente 585 dischi di platino, il numero più alto mai registrato nella storia del Festival. Questo dato evidenzia l’attenzione del direttore artistico alle tendenze del mercato musicale. Per confronto, nel 2024 i platini rappresentati erano 512 e nel 2022 erano 341.

La visione di Carlo Conti

Il direttore artistico ha evidenziato come il Festival 2025 racconterà “tante sfaccettature del mondo e dell’Italia”, combinando brani intimi, allegri e profondi. Ha inoltre anticipato la presenza di ospiti che contribuiranno a stimolare discussioni su diversi temi di attualità.

Un Festival che guarda al futuro

Con un cast variegato, regolamenti aggiornati e un respiro sempre più internazionale, Sanremo 2025 promette di essere una celebrazione della musica italiana e un riflesso delle sue tendenze contemporanee.

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Zecchino d’oro, “Diventare un albero” vince la 67/a edizione

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‘Diventare un albero’, un brano pop stile Coldplay cantato da Anna Sole Dalmonte, 9 anni, di Voltana (Ravenna), ha vinto la 67/a edizione dello Zecchino d’oro, trasmessa in diretta su Rai1 dall’Antoniano di Bologna e condotta dal direttore artistico Carlo Conti. Il brano – che vede tra gli autori del testo Luca Argentero, con Rebecca Pecoriello e Nicola Marotta, musica di Pecoriello, Marotta e Stefano Francioni – racconta l’importanza del vivere le diverse fasi della crescita ed è stato scelto, tra i 14 finalisti, da una giuria di bambini e da quella dei ‘grandi’, rappresentata in finale da Caterina Balivo, Elisabetta Ferracini, Bianca Guaccero e dai conduttori delle due semifinali, Carolina Benvenga e Lorenzo Baglioni.

Premio per il brano più radiofonico di Rai Radio Kids a ‘Un rospo nel bosco’, musica e testo di Andrea Mingardi e Sandro Comini, interpretato da Andrea Trullu, 8 anni, di Decimomannu (Cagliari). A firmare le tracce ben 36 autori, sia esperti di musica per bambini, sia attori, scrittori, produttori e grandi artisti, tra cui, oltre ad Argentero e Mingardi, Red Canzian, Johnson Righeira, Piero Romitelli, Enrico Galiano, Massimo Zanotti, Giulia Luzi, i Thru Collected, Max Elias Kleinschmidt.

A interpretare i brani in gara 19 piccoli cantanti provenienti da 11 regioni, accompagnati dal Piccolo Coro diretto da Sabrina Simoni. I nuovi pezzi arricchiscono ulteriormente il repertorio da record dello Zecchino d’Oro – 846 in totale – amato a tal punto da superare sul canale YouTube 2 milioni 400mila iscritti e 2 miliardi 700 milioni di visualizzazioni totali e da raggiungere oltre 100 milioni di stream sia su Spotify che su Amazon Music.

Come nel 2023, l’edizione di quest’anno – che ha visto ogni giorno la ritrovata presenza di Topo Gigio e in finale dei Ricchi e Poveri, con l’inedito in anteprima ‘Il Natale degli angeli’ – è stata intitolata ‘La musica può’: la musica può divertire, può educare e può offrire sostegno alle persone più fragili grazie anche all’Operazione Pane, campagna per raccogliere fondi a sostegno delle mense francescane in Italia e all’estero con il numero solidale 45538, che tramite lo Zecchino d’oro ha permesso di donare 120mila pasti.

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Denzel Washington: largo alla nuova generazione

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“Cosa penso del ricambio generazionale? Prima o poi bisogna togliersi di mezzo. Ci spero, almeno. Prego per questo”. Davanti ai giornalisti della Critics Choice Association riuniti a Los Angeles, Denzel Washington accenna uno dei suoi sorrisi accattivanti, ma parla sul serio. Il patriarca di una delle famiglie più influenti di Hollywood, protagonista di oltre 50 film in quattro decenni di carriera, domina le multisale con Il Gladiatore II, mentre i suoi figli conquistano lo streaming con l’adattamento cinematografico di The Piano Lesson, celebre opera teatrale del premio Pulitzer August Wilson.

L’omonimo film – disponibile su Netflix – schiera tre dei quattro figli di Pauletta Washington e dell’attore di Philadelphia, Training Days o Inside Man: il regista è Malcolm, di 33 anni, al suo primo lungometraggio; il protagonista è John David, di 40 anni, già visto in BlacKkKlansman di Spike Lee e in Tenet di Christopher Nolan; la 37enne Katia è tra i produttori. Olivia, sorella gemella di Malcolm, fa un cameo, così come Pauletta. “Ora tocca a loro”, dice il padre che, il giorno dopo aver posato davanti al Colosseo di cartapesta allestito al Chinese Theatre per il sequel di Ridley Scott, ha presentato The Piano Lesson all’Egyptian, pochi metri oltre sull’Hollywood Boulevard.

“È naturale che siano entrati nel mondo del cinema. Non per il lavoro che faccio io, quanto per la passione di mia moglie – considera il due volte premio Oscar -. È lei la vera cinefila di casa. I nostri figli sono cresciuti guardando film perché è quello che ama fare lei. Io volevo uscire, stare all’aperto e correre, giocare. Invece lei gli ha trasmesso questa passione. E poi, viviamo a Los Angeles: sono cresciuti nel settore”. Altrettanto naturale sembra che The Piano Lesson abbia coinvolto l’intero clan dei Washington, poiché la trama è incentrata su una famiglia, quella dei Charles: Boy Willie (John David) e la sorella Berniece (Danielle Deadwyler) si contendono il pianoforte della madre, su cui un bisnonno schiavo ha inciso la storia degli antenati.

Lui lo vuole vendere per comprare la terra su cui lavorava la famiglia, mentre lei è decisa a tenerlo come ricordo del proprio passato. Lo zio Doaker (Samuel L. Jackson) tenta di mediare, ma nessuno può proteggersi dai fantasmi evocati dal vecchio strumento a muro. È il terzo film uscito da quando gli eredi di Wilson hanno affidato a Denzel e al suo partner produttore Todd Black le opere del famoso drammaturgo, un canone di 10 piece sulla vita dei neri nel XX secolo, noto come American Century Cycle.

Nel 2016 era venuto Fences e nel 2020 Ma Rainey’s Black Bottom, entrambi con l’attore più celebrato della Black Hollywood come protagonista. “Il primo l’ho anche diretto – considera l’interprete di Malcolm X -. Mi è bastato per decidere che non voglio mai più fare regista e attore insieme. Non sono un cineasta, diciamo la verità. C’è differenza tra fare un film e dirigere un film. Ridley dirige i film, come un buon pilota sa dove portare l’equipaggio. Tu sali a bordo e ti concentri sul tuo, perché è lui che guida. Anche mio figlio Malcolm sa guidare”, afferma Washington che, a meno di un mese dal suo 70/o compleanno (il 28 dicembre), sostiene la nuova generazione, ma non ha intenzione di lasciare le scene: “Sono prenotato per i prossimi sei anni, se non otto: ho dato la mia parola a Steve McQueen, a Ryan Coogler, farò la serie su Hannibal e da marzo sarò a Broadway con Otello…”.

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