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Italia riunisce 70 Paesi all’Onu su sicurezza alimentare: milioni di persone soffrono la fame

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L’Italia, in qualita’ di presidente del Group of Friends all’Onu per la sicurezza alimentare e la nutrizione, ha convocato una nuova riunione del gruppo cui hanno partecipato oltre 70 Paesi. Scopo dell’incontro, aperto dalla vice segretaria generale Amina Mohammed, e’ quello di fare il punto, a una settimana dall’apertura della settimana di alto livello dell’Assemblea Generale, sull’attuale emergenza alimentare a livello globale peggiorata dagli effetti della guerra in Ucraina. Preoccupazione destano in particolare aree fragili come il Corno d’Africa e il Sahel, dove milioni sono ormai ridotti alla fame. “Grazie alla diplomazia multilaterale e ai buoni uffici del segretario generale Guterres, abbiamo raggiunto il cruciale accordo di Istanbul sul grano, e nuove iniziative come la Global Alliance del G7, i corridoi di solidarieta’ Ue, e la Chiamata all’Azione per la Sicurezza alimentare globale”, ha commentato l’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente d’Italia al Palazzo di Vetro. Le maggiori sfide da affrontare focalizzate nella riunione sono quelle di mantenere catene di fornitura alimentare aperte e promuovere resilienza nelle catene del valore e dei sistemi alimentari, di stimolare investimenti per una transizione sostenibile mettendo al centro le popolazioni rurali, di accelerare sull’attuazione delle linee di azione dello Un Food Systems Summit e del Pre-Summit svolto a Roma nel 2021. Nel corso della riunione, la Polonia ha aderito al Group of Friends guidato dall’Italia quale suo nuovo membro.

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Tre morti sotto le bombe a Kiev, anche una bambina

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Negli occhi resta l’immagine di un uomo, anziano, col capo chino davanti al corpo senza vita di una bambina di 9 anni: è sua nipote ed è una delle vittime di un’altra notte di bombardamenti su Kiev. Un’immagine che fa subito il giro del web, e quindi nel mondo, diventando l’emblema del quarto attacco questa settimana alla capitale ucraina, ma anche il diciassettesimo dall’inizio di maggio. La gran parte sferrati nella notte, anche se in almeno un’occasione, nei giorni scorsi, Kiev è stata colpita in pieno giorno, con le esplosioni udite in gran parte della città. L’ultimo bilancio aggiornato della notte di fuoco è di tre morti: due donne, di 33 e 34 anni, e la figlia di quest’ultima che aveva soltanto nove anni. Morti provocate dai frammenti dei missili distrutti dalle forze di difesa aerea ucraine caduti su un condominio e un ospedale pediatrico, stando al ministero della Difesa di Kiev, che tra l’altro ha parlato di un attacco “con sette missili balistici Iskander-M e tre missili da crociera Iskander-K. Tutti sono stati abbattuti”.

C’è però anche un dettaglio in più che questa volta rende la conta delle vittime nella capitale ancora più drammatica: le due donne e la bambina si trovavano vicino ad un rifugio antiaereo nel distretto di Desnianskyi mentre riecheggiava la sirena di allarme, stavano tentando di raggiungerlo ma il rifugio era rimasto chiuso. Lo ha reso noto su Telegram il sindaco di Kiev Vitalii Klitschko, annunciando un’indagine e procedimenti penali. “Le forze dell’ordine stanno svolgendo azioni investigative nella clinica e sul territorio nel distretto di Desnianskyi. Sono stati aperti dei procedimenti penali. Tre persone, tra cui una bambina, sono state uccise ieri sera nei pressi della clinica – ha scritto Klitschko -. Un frammento di missile è caduto vicino all’ingresso della struttura medica quattro minuti dopo l’annuncio dell’allarme aereo. Le persone sono corse al riparo. Le indagini stanno ora accertando se il rifugio fosse aperto”.

Nel distretto di Desnianskyi sono state danneggiate tre scuole, un asilo, sei case e una stazione di polizia, ha aggiunto il primo cittadino, che ha chiesto inoltre la sospensione dei responsabili della struttura locali: “Ho fatto appello all’ufficio del presidente e del governo, che sono d’accordo sulla sospensione del capo del distretto di Desniansky, Dmytro Ratnikov, dall’esercizio delle sue funzioni. Anche il capo della struttura medica, nominato dall’amministrazione distrettuale, dovrebbe essere sospeso”. Intanto a Belgorod, la regione russa al confine con l’Ucraina in mattinata “le forze armate ucraine hanno bombardato incessantemente il distretto di Shebekinsky. Otto persone sono rimaste ferite. Non ci sono state vittime”, ha affermato su Telegram il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, sottolineando inoltre che molti civili in fuga a causa dei bombardamenti ucraini vengono alloggiati in centri di raccolta. Il centro per l’ospitalità temporanea della città “si va gradualmente riempiendo”, ha aggiunto, e quindi i profughi vengono inviati “verso altri centri di raccolta liberi”.

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Attacco aereo russo su Kiev: morti e feriti

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Questa notte, un terribile attacco aereo russo ha causato la morte di tre persone, tra cui un bambino, nella capitale ucraina di Kiev. L’amministrazione militare della città ha confermato che l’attacco si è verificato nel distretto di Desnyansky e ha lasciato altre quattro persone gravemente ferite.

Inizialmente, le autorità avevano riportato che due bambini erano tra le vittime dell’attacco, ma successivamente hanno corretto l’informazione, specificando che solo un bambino, di 11 anni, era tra le persone uccise. Questo tragico evento ha scosso profondamente la comunità, poiché rappresenta una violazione inaccettabile dei diritti umani e della sicurezza dei cittadini.

L’attacco ha causato anche il ferimento di dieci persone, inclusi un altro bambino. Inizialmente, il sindaco di Kiev, Vitalii Klitschko, aveva riportato 14 feriti, secondo quanto riportato dai media locali. La situazione rimane fluida, e le autorità stanno facendo il possibile per fornire assistenza medica e supporto alle vittime e alle loro famiglie.

L’attacco aereo russo ha suscitato indignazione a livello internazionale, con numerose condanne da parte della comunità internazionale. Gli attacchi indiscriminati contro civili sono considerati crimini di guerra e violazioni del diritto internazionale umanitario. La comunità internazionale deve unirsi nel condannare tali atti e sostenere gli sforzi per trovare una soluzione pacifica a questo conflitto.

Il conflitto tra Ucraina e Russia ha causato sofferenze e perdite umane per troppo tempo. È fondamentale che le parti coinvolte si impegnino in negoziati pacifici e mettano fine a questa violenza inaccettabile. La comunità internazionale deve intensificare gli sforzi diplomatici per favorire una soluzione negoziata e porre fine a questa tragedia che ha colpito molte vite innocenti.

L’attacco aereo russo su Kiev rappresenta un triste promemoria dell’importanza di proteggere i civili durante i conflitti armati. È necessario un impegno globale per garantire che i diritti umani e la sicurezza delle persone siano rispettati in tutte le circostanze. Solo attraverso la pace e la giustizia si può costruire un futuro migliore per tutti.

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Flop di Kim, il primo satellite militare cade in mare

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Kim Jong-un questa volta ha fatto flop, forse tradito da un eccesso di confidenza o dalla forzatura dei tempi. Il tentativo del leader supremo di spedire in orbita il primo satellite spia militare della Corea del Nord si è concluso con un fallimento, ma l’impegno già anticipato dal Paese eremita è di riprovarci “il prima possibile”. Il “veicolo di lancio spaziale” potrebbe aver mancato i suoi obiettivi a causa di un problema tecnico legato a “un eccessivo cambio di rotta”, ha ipotizzato l’agenzia di spionaggio (Nis) di Seul, in un’audizione dei suoi vertici tenuta nel pomeriggio dinanzi al Comitato parlamentare di intelligence. All’inizio della giornata, il Comando di stato maggiore congiunto sudcoreano ha riferito di aver rilevato il lancio dalla base spaziale di Tongchang-ri – un nuovo sito sulla costa occidentale nordcoreana non ancora completato – alle 6.29 locali (le 23.29 di martedì in Italia): il volo, tuttavia, è stato di poche centinaia di chilometri perché il vettore si è inabissato nel mar Giallo a circa 200 chilometri a ovest dell’isola sudcoreana di Eocheong, senza provocare danni.

Pyongyang, a quel punto, ha confermato il fallimento e ha spiegato che il nuovo razzo Chollima-1, che trasportava il satellite da ricognizione militare Malligyong-1, è caduto in mare a causa “dell’avviamento anomalo del motore del secondo stadio”. L’intelligence di Seul ha suggerito che durante le operazioni potrebbe essersi verificato un problema tecnico, mentre dettagli potrebbero emergere dai detriti recuperati in mare: il vettore era stato impostato per volare su una rotta inclinata verso ovest, ma “ha dovuto effettuare un brusco cambio di rotta verso est con un movimento laterale”, ha riportato l’agenzia Yonhap, citando le testimonianze di alcuni deputati. Il Nis, inoltre, ha anche avanzato l’ipotesi che il lancio del Nord sia avvenuto con un eccesso di fiducia o forzando i tempi in risposta al successo della scorsa settimana registrato dalla Corea del Sud che ha testato il suo razzo spaziale Nuri.

E’ possibile, come avvenuto in passato, che le operazioni siano state supervisionate dallo stesso Kim Jong-un perché le immagini satellitari della base hanno mostrato veicoli e tende per gli spettatori, a oltre un chilometro dal punto di lancio. Il Chollima-1 è stimato dagli esperti come un tipo di vettore che usa motori per missili balistici intercontinentali, mentre il Malligyong-1 è ritenuto un piccolo satellite di base da orbita bassa di 1,3 metri e del peso di 300 kg. Quanto al nuovo tentativo nordcoreano, l’intelligence di Seul ha previsto che ci vorranno settimane perché il Nord risolva i problemi al motore, non escludendo però un lancio anticipato.

Pyongyang aveva notificato il piano di lancio del satellite all’inizio della settimana al Giappone (che si era detto pronto ad abbatterlo) e all’Organizzazione marittima internazionale nel periodo 31 maggio-11 giugno, malgrado le critiche sulle violazioni delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. La condanna verso Pyongyang è stata netta da parte di Washington, Seul e Tokyo, rinnovando un coordinamento tra alleati cementato in nome della sicurezza e abbinato al monito di risposta “severa e unificata” da parte della comunità internazionale. In Corea del Sud ci sono state polemiche per l’allerta anti-missile partito per errore, parte ormai di una nuova normalità.

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