L’Italia si prepara ad archiviare il 2021 con una crescita dell’economia del 6,5% e spera che questa forte ripresa abbia un effetto trascinamento anche sull’anno in corso, per il quale la sfida e’ di portare il prodotto interno lordo sopra il 4%. Le stime che arrivano da piu’ parti sono concordi e ora si attende solo l’ufficializzazione lunedi’ da parte dell’Istat. Si guarda pero’ con preoccupazione all’andamento dell’inflazione (il dato di gennaio verra’ diffuso in settimana dai principali Paesi europei), grande osservato speciale della Bce che torna a riunirsi giovedi’. In Italia, mentre la partita del Quirinale si intreccia inevitabilmente a quella della stabilita’, si guarda a lunedi’ quando l’Istituto di statistica alzera’ il velo sulla stima preliminare del Pil del quarto trimestre 2021 e dell’intero anno. L’ultimo trimestre dell’anno appena concluso “dovrebbe segnare un +0,6%” rispetto al trimestre precedente e “la crescita nel 2021, presumibilmente, sara’ del +6,5%”, afferma il ministro della P.a. Renato Brunetta, spiegando che la discesa del tasso di disoccupazione al 9,2% registrata a novembre e il forte incremento dell’export verso l’estero (+16,8% tendenziale a novembre) “corroborano l’evidenza della forte crescita dell’economia e inducono ottimismo anche per il futuro”. Un “risultato strepitoso”, “un anno da vero e proprio boom economico per il nostro Paese”, sottolinea Brunetta, che evidenzia il confronto con gli altri paesi europei: “meglio di noi solo la Francia con un +7%”. In Germania invece il Pil non e’ andato oltre il +2,8%, mentre l’economia spagnola e’ cresciuta del 5%. Gia’ nei giorni scorsi il titolare dell’economia Daniele Franco aveva indicato per il 2021 una crescita vicina al 6,5%. Le previsioni degli analisti di Bloomberg sono relative solo al quarto trimestre 2021 e indicano un +0,5% rispetto al trimestre precedente e un +6,2% rispetto allo stesso trimestre del 2020. Dati che in ogni caso superano ampiamente le previsioni (nella Nadef il governo aveva fissato l’asticella al +6%) e che ora fanno ben sperare per l’anno in corso. Nonostante le incertezze che ancora permangono, “l’effetto trascinamento del 2021 sul 2022 garantira’ uno slancio piu’ che positivo per l’anno in corso”, assicura Brunetta: tradotto in numeri, “possiamo ragionevolmente prevedere una crescita per quest’anno oltre il +4%”. E se e’ vero che gia’ nel primo trimestre di quest’anno dovremmo recuperare il livello produttivo ante crisi, come indicato dal ministro dell’economia, ci sono pero’ delle minacce che pendono sull’andamento dell’economia nel 2022: il protrarsi della pandemia, le tensioni internazionali, e soprattutto i costi dell’energia. Proprio la fiammata dei prezzi energetici ha fatto schizzare negli ultimi mesi l’inflazione e il timore e’ che questo possa incidere sulla crescita economica, gia’ messa sotto pressione dalla diffusione della variante Omicron. Alla corsa dei prezzi guarda con particolare attenzione la Bce, che comunque continua a prevedere un progressivo riassorbimento dell’inflazione nel corso dell’anno e non sembra avviata verso un aumento dei tassi come la Fed. La maggior parte degli analisti, ultimi quelli di Morgan Stanley, ritiene comunque improbabile un aumento dei tassi nel 2022 da parte di Francoforte. In settimana sono attesi i dati preliminari sull’inflazione a gennaio. La prima a diffonderli sara’ lunedi’ la Germania, mentre mercoledi’ arrivano le stime di Italia, Francia ed Eurozona. Gli analisti di Bloomberg prevedono che i prezzi accelerino in Italia al +4% (dal +3,9% di dicembre), mentre e’ previsto un rallentamento per Eurozona (+4,4% da +5%), Germania (+4,4% da +5,3%) e Francia (+2,5% da +2,8%).