Collegati con noi

Esteri

Israele bombarda il cuore dell’Iran: obiettivi nucleari nel mirino, è guerra totale / VIDEO

Chiuso lo spazio aereo israeliano, allerta massima. Netanyahu: “Operazione andrà avanti finché sarà necessario”.

Pubblicato

del

È iniziata nella notte l’offensiva aerea di Israele contro l’Iran. Una vasta operazione militare, coordinata dal governo israeliano e guidata dall’Aeronautica e dai servizi segreti del Mossad, ha colpito decine di obiettivi militari e nucleari in territorio iraniano, tra cui l’impianto di arricchimento dell’uranio di Natanz e diverse residenze di alti comandanti delle Guardie Rivoluzionarie. Secondo quanto riferito dalla tv di Stato iraniana, il comandante delle Guardie, Hossein Salami, sarebbe stato assassinato.

L’attacco – denominato ufficialmente dall’Idf come “operazione preventiva integrata” – è stato descritto come una risposta all’accelerazione del programma nucleare iraniano, che secondo l’esercito israeliano avrebbe portato Teheran a pochi giorni dalla capacità di costruire fino a 15 bombe nucleari.

Spazio aereo israeliano chiuso, riservisti richiamati

In Israele è stato chiuso lo spazio aereo. Il Ministero dei Trasporti ha ordinato la sospensione di decolli e atterraggi all’aeroporto Ben Gurion, chiedendo ai cittadini di non recarsi in aeroporto. Tutti i leader politici israeliani sono stati trasferiti in luoghi sicuri, mentre l’Idf ha richiamato migliaia di riservisti (ordine d’emergenza “tzav 8”) per rafforzare le unità critiche in vista di possibili ritorsioni da Iran, Yemen, Libano e Siria.

Stati Uniti: “Non coinvolti, ma pronti a difendere il personale”

Il segretario alla Difesa USA ha confermato che gli Stati Uniti non sono coinvolti nell’operazione, ma hanno rafforzato le difese delle proprie basi militari in Medio Oriente, dove sono presenti circa 40.000 soldati americani. Washington, pur mantenendo una linea prudente, segue con preoccupazione l’evolversi della crisi.

Netanyahu: “Non abbiamo iniziato un’operazione, ma una guerra”

In un video messaggio alla nazione, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato che l’operazione proseguirà finché sarà necessario, definendo quella in corso “una guerra, non una semplice operazione militare”. Tra gli obiettivi colpiti ci sarebbero scienziati nucleari iraniani, il capo di stato maggiore iraniano, il Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale, e varie infrastrutture missilistiche e logistiche.

Secondo fonti militari israeliane, l’Iran rappresenta una minaccia esistenziale per Israele. Le recenti attività di arricchimento dell’uranio e i presunti test segreti condotti da Teheran sarebbero stati la miccia di un’azione pianificata da mesi.

Teheran valuta la risposta: riunione di sicurezza in corso

Fonti ufficiali iraniane confermano che è in corso una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza a Teheran. Lo spazio aereo sopra la capitale è stato chiuso, mentre esplosioni sono state segnalate a Isfahan. Secondo Reuters, i bersagli colpiti comprendono anche il centro di Natanz, fulcro del programma di arricchimento nucleare.

Una guerra che può cambiare il Medio Oriente

L’intelligence militare israeliana ha dichiarato che si tratta di un conflitto che potrebbe durare settimane. Il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha affermato:

“Abbiamo raggiunto il punto di non ritorno. Non possiamo aspettare oltre. Combattiamo per la nostra esistenza.”

Il Mossad, secondo Axios, ha inoltre condotto operazioni di sabotaggio mirate in profondità nel territorio iraniano, in parallelo ai bombardamenti.

Il Medio Oriente si trova sull’orlo di una escalation bellica senza precedenti, mentre l’intera comunità internazionale guarda con estrema apprensione a quella che potrebbe diventare una guerra su scala regionale, se non globale.

Advertisement

Esteri

Attacco a Teheran, Pezeshkian accusa Israele: “Volevano uccidermi”

Il presidente iraniano Pezeshkian accusa Israele di un attentato a Teheran. Sei missili contro il Consiglio di sicurezza: ferito, riesce a fuggire. Caccia ai traditori interni.

Pubblicato

del

Il 16 giugno, poco prima di mezzogiorno, sei missili israeliani hanno colpito un edificio strategico nella zona ovest di Teheran. All’interno si teneva una riunione del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale: presente anche il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, che sarebbe rimasto ferito ma riuscito a fuggire.

Secondo quanto riferito dall’agenzia Fars, vicina ai Guardiani della Rivoluzione, i missili hanno colpito gli ingressi e le uscite dell’edificio, nel tentativo di bloccare ogni via di fuga. Pezeshkian e i presenti si sono salvati solo grazie a un portello d’emergenza.

In un’intervista a Fox News, il presidente ha accusato direttamente Israele: “Hanno cercato di uccidermi”, ha dichiarato.

Il Mossad sotto accusa

In un clima carico di sospetti, Mehdieh Shadmani, figlia del comandante dei Pasdaran Ali Shadmani, ucciso nei raid israeliani, ha pubblicato un post sui social in cui racconta che suo padre cambiava posizione ogni poche ore, senza portare con sé dispositivi elettronici, seguendo rigidi protocolli di sicurezza.

Secondo lei, il Mossad avrebbe superato i metodi tradizionali di spionaggio, lasciando intendere l’esistenza di una falla interna o l’uso di tecnologie avanzatissime.

C’è anche chi ipotizza teorie al limite del surreale: l’ex direttore di un giornale legato alle Guardie, Abdollah Ganji, ha sostenuto che l’intelligence israeliana avrebbe fatto ricorso a scienze occulte e creature soprannaturali per localizzare i bersagli.

Caccia alla talpa

I punti chiave delle ultime analisi da Teheran convergono su tre elementi:

  1. Israele sapeva tutto, non solo i luoghi in cui si trovavano i vertici politici e militari iraniani, ma persino i rifugi alternativi. In alcuni casi, è riuscito a colpire anche i successori dei leader eliminati.

  2. All’interno del sistema iraniano cresce il sospetto di una fonte ai massimi livelli che abbia fornito informazioni al nemico, una dinamica già verificatasi a Beirut con i leader di Hezbollah.

  3. Si amplifica il mito del Mossad: una costruzione utile sia all’Iran, per giustificare le falle nella propria sicurezza, sia a Israele, per rafforzare l’immagine di onnipotenza del proprio servizio segreto.

Una guerra nell’ombra

Il conflitto tra Israele e Iran si è ormai spostato sul piano della guerra segreta, dove le informazioni valgono quanto i missili. In questo scenario, anche i social network e i canali informativi paralleli diventano strumenti di propaganda, specchi deformanti attraverso cui i nemici si osservano, si temono e si combattono.

Continua a leggere

Esteri

Biden: “Ho concesso io le grazie, l’autopen è legale e usato anche da Trump”

Joe Biden chiarisce al New York Times di aver concesso personalmente tutte le grazie firmate con autopen. “Sistema legale, usato anche da Trump”.

Pubblicato

del

Joe Biden rompe il silenzio e risponde alle accuse mosse dai repubblicani riguardo al suo stato cognitivo e al presunto mancato controllo sulle grazie presidenziali emesse a fine mandato. In un’intervista concessa al New York Times, l’ex presidente americano ha chiarito che tutte le decisioni di clemenza e grazia annunciate negli ultimi giorni della sua presidenza sono state personalmente autorizzate da lui.

Le accuse dei repubblicani

Negli ultimi giorni, alcuni esponenti del Partito Repubblicano hanno sollevato dubbi sulla lucidità mentale di Biden, insinuando che non sarebbe stato in grado di decidere autonomamente e che le grazie siano state firmate da altri a sua insaputa. In particolare, hanno puntato il dito sull’uso dell’autopen, uno strumento che replica automaticamente la firma del presidente.

La difesa di Biden: “Tutto legale, anche Trump lo ha fatto”

Biden ha spiegato che l’uso dell’autopen è assolutamente legale e ampiamente utilizzato: “Lo ha usato anche Donald Trump”. L’ex presidente ha precisato che tutte le grazie e commutazioni sono state decise oralmente da lui, e poi i suoi collaboratori hanno proceduto a formalizzarle con lo strumento automatico, dato l’elevato numero di persone coinvolte.

Grazia preventiva ai familiari

Biden ha anche ammesso di aver concesso la grazia preventiva a familiari e membri della sua amministrazione, una mossa pensata per proteggerli da eventuali ritorsioni del suo successore alla Casa Bianca. Una decisione controversa, ma secondo Biden necessaria: “Era un atto di responsabilità”, ha affermato.

Continua a leggere

Esteri

Trump: “Missili Patriot all’Ucraina, pagherà l’Unione Europea”

Donald Trump annuncia l’invio di missili Patriot all’Ucraina: “Ne hanno bisogno, noi non pagheremo nulla. Coprirà tutto l’Unione Europea”.

Pubblicato

del

Titolo SEO ottimizzato

Trump: “Missili Patriot all’Ucraina, pagherà l’Unione Europea”

Meta description SEO

Donald Trump annuncia l’invio di missili Patriot all’Ucraina: “Ne hanno bisogno, noi non pagheremo nulla. Coprirà tutto l’Unione Europea”.

Parole chiave SEO

Trump, Ucraina, missili Patriot, armi all’Ucraina, NATO, Unione Europea, guerra in Ucraina, difesa aerea, Rutte

Suggerimento immagine

Donald Trump durante una conferenza stampa con sfondo bandiere americane e militari.


Trump annuncia l’invio dei missili Patriot all’Ucraina: “Pagherà tutto l’Unione Europea”

Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti invieranno i sistemi di difesa aerea Patriot all’Ucraina, affermando che si tratta di un equipaggiamento “di cui hanno disperatamente bisogno”. Il presidente americano ha parlato con i reporter, sottolineando che, sebbene non sia stato ancora deciso il numero esatto di missili, l’invio avverrà a breve.

L’incontro con il segretario generale della NATO

Nel suo intervento, Trump ha anche confermato che incontrerà domani il segretario generale della NATO, Mark Rutte, per discutere delle forniture militari all’Ucraina e della sicurezza europea. Il colloquio si inserisce in un momento delicato della guerra, in cui Kiev continua a chiedere maggiore supporto militare per difendersi dagli attacchi russi.

Nessun costo per gli Stati Uniti, secondo Trump

Noi non pagheremo nulla”, ha puntualizzato Trump, precisando che l’intero costo dell’operazione sarà a carico dell’Unione Europea. “Loro (gli ucraini, ndr) ne avranno un po’, perché hanno bisogno di protezione”, ha dichiarato. Il presidente ha inoltre aggiunto che gli ucraini pagheranno il 100% per gli altri equipaggiamenti militari sofisticati che saranno forniti da Washington.

Un messaggio politico e strategico

Le parole di Trump arrivano in un contesto di crescente pressione su NATO e Unione Europea per il sostegno all’Ucraina. Il leader americano, pur ribadendo il supporto militare, ha marcato con decisione la linea del “niente spese per gli Stati Uniti”, segnando una chiara posizione di disimpegno economico diretto, ma non operativo.


Titolo SEO: Trump: “Missili Patriot all’Ucraina, pagherà l’Unione Europea”
Meta description SEO: Donald Trump annuncia l’invio di missili Patriot all’Ucraina: “Ne hanno bisogno, noi non pagheremo nulla. Coprirà tutto l’Unione Europea”.
Parole chiave SEO: Trump, Ucraina, missili Patriot, armi all’Ucraina, NATO, Unione Europea, guerra in Ucraina, difesa aerea, Rutte

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto