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Israele all’attacco, pioggia di raid anche nello Yemen

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“Chi vuol fare del male allo Stato ebraico pagherà un caro prezzo”. Le parole ripetute da tempo dal premier israeliano, dal suo ministro della Difesa e dal capo dell’esercito, sono diventate realtà: nella notte tra sabato e domenica gli aerei con la stella di David (Iaf) hanno colpito duramente ‘l’anello di fuoco’, la strategia architettata per soffocare lo Stato ebraico dal generale iraniano Soleimani, ucciso dagli Usa nel 2020. Un piano sposato soprattutto da Hassan Nasrallah e perseguito dalle milizie in Libano, Siria, Iraq, Cisgiordania, Gaza e Yemen. Domenica la reazione contro gli Houthi, attesa da giorni, dopo che nel mese di settembre hanno sparato missili balistici terra-terra e droni. L’esercito (Idf) ha inflitto un nuovo, possente colpo agli alleati di Teheran nello Yemen: decine di aerei hanno volato fino a 1.800 chilometri di distanza dal confine israeliano per colpire i porti di Hodeidah e Ras Issa, usati per il rifornimento di armi e petrolio.

L’Iaf ha confermato di aver lanciato raid contro i siti utilizzati dal gruppo per scopi militari nel principale porto sul Mar Rosso e nel vicino terminal di Ras Issa. Quattro morti e feriti secondo le autorità locali. Preso di mira anche l’aeroporto internazionale di Hodeidah, dove i cargo degli ayatollah fanno arrivare carichi di armi. Gli stessi con cui gli Houthi da quasi un anno attaccano le navi commerciali in transito. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha sottolineato che “nessun posto è troppo lontano per Israele”. E questo è il secondo attacco in Yemen, dopo che il 20 luglio, rispondendo a un drone lanciato su Tel Aviv, che aveva provocato una vittima, Tsahal aveva bombardato lo scalo portuale di Hodeidah che aveva provocato un incendio colossale. La rappresaglia di Benyamin Netanyahu nella giornata è continuata in Libano dove, dal 17 di questo mese, praticamente l’intera leadership di Hezbollah è stata ‘eliminata’.

L’Idf ha annunciato che nell’attacco di venerdì al quartier generale di Beirut del gruppo fondamentalista libanese oltre al leader del partito di Dio sono stati uccisi anche 20 comandanti, tra cui Ali Karaki, comandante del fronte meridionale, Ibrahim Hussein Jazini, capo della sicurezza personale di Nasrallah, il consigliere Samir Tawfiq Deeb, Abd al-Amir Muhammad Sablini, responsabile del rafforzamento delle forze militari, Ali Nayef Ayoub, capo della potenza di fuoco di Hezbollah. L’Idf ha pubblicato una mappa dell’area bombardata dove a soli 53 metri c’era una scuola gestita dalle Nazioni Unite. I media libanesi invece hanno mostrato il video con il recupero del cadavere di Nasrallah, ‘intatto’, tirato fuori dal cratere lasciato dalle bombe anti bunker dell’Idf.

Non solo: nella notte tra sabato e domenica i caccia israeliani hanno di nuovo preso di mira la roccaforte sciita uccidendo Nabil Kawak, comandante dell’unità di sicurezza dei miliziani e membro del Consiglio centrale esecutivo. I piloti dell’Iaf hanno poi puntato il mirino sulla Siria, a Homs, dove hanno centrato, secondo il Centro di monitoraggio dei diritti umani, un veicolo con milizie irachene filo-iraniane. Sul fronte di Gaza un nuovo raid ha distrutto con missili di precisione un centro di comando di Hamas in una ex scuola nel nord della Striscia. Intanto il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi è tornato a mettere in guardia dalle “conseguenze pericolose” degli attacchi in Libano.

E ha aggiunto: “Il regime israeliano non troverà mai pace e tranquillità”. Alle minacce di Teheran hanno risposto indirettamente gli Usa con la loro posizione: “Il sostegno alla sicurezza di Israele è incrollabile e questo non cambierà”, ha detto il portavoce della sicurezza nazionale John Kirby, ribadendo il diritto dell’alleato a difendersi “da attacchi quotidiani”. “Biden e Netanyahu si conoscono da 40 anni, non sono d’accordo mai su nulla ma su una cosa concordano: la sicurezza di Israele”, ha aggiunto. Intanto funzionari statunitensi hanno dichiarato ad Abc News che operazioni “su scala ridotta ” dell’Idf in territorio libanese “potrebbero essere iniziate al confine con il Libano, o potrebbero essere sul punto di iniziare” per eliminare le posizioni di Hezbollah. Israele tuttavia sembra non aver preso ancora nessuna decisione su una eventuale invasione di terra. Ma se dovesse decidere di muovere le suo truppe oltreconfine, secondo gli Usa “la portata sarà probabilmente limitata”.

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Media, Israele ha iniziato a ritirarsi da Rafah a Gaza

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I media che sostengono Hamas affermano che le forze israeliane hanno iniziato a ritirarsi da diverse aree della zona di conflitto, incluse Rafah a Gaza. Oltre ai media sostenitori di Hamas, anche il corrispondente arabo di Al Jazeera a Gaza afferma che l’esercito israeliano ha iniziato il ritiro da Rafah. I veicoli militari starebbero lasciando il centro della città e si sarebbero ritirando attraverso il cosiddetto Corridoio Filadelfia, che si estende lungo il confine meridionale di Gaza con l’Egitto. L’informazione non è stata confermata ufficialmente e Israele non si è ancora espressa in merito. Inoltre, non è chiaro esattamente quante forze il ritiro debba includere. Alle 7:30 entrerà in vigore la tregua. La prima fase dell’accordo durerà sei settimane.

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TikTok blocca l’accesso in Usa, in attesa di Trump

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TikTok ha interrotto l’accesso ai suoi utenti negli Stati Uniti poco prima che entrasse in vigore un divieto nazionale sull’app, con il presidente eletto Donald Trump, che ha promesso una proroga di 90 giorni, impossibilitato a intervenire fino al suo insediamento in programma domani. “Negli Stati Uniti è stata promulgata una legge che vieta TikTok”, si legge in un messaggio che appare agli utenti che tentavano di utilizzare l’app. “Purtroppo, ciò significa che per ora non puoi utilizzare TikTok.

Siamo fortunati – si legge ancora – che il presidente Trump abbia indicato che lavorerà con noi per trovare una soluzione per ripristinare TikTok una volta entrato in carica. Restate sintonizzati!”. Dopo mesi di battaglie legali, venerdì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato una legge che vieta la popolare piattaforma di condivisione video in nome della sicurezza nazionale, a meno che i suoi proprietari cinesi non raggiungano un accordo per venderla ad acquirenti non cinesi entro domenica. Tra i fan di TikTok c’è anche Trump, che ha attribuito all’app il merito di averlo messo in contatto con gli elettori più giovani, contribuendo alla sua vittoria elettorale a novembre. Dopo aver discusso di TikTok con il presidente cinese Xi Jinping, Trump ha detto che avrebbe potuto attivare una proroga di 90 giorni dopo il suo insediamento.

“Penso che sarebbe, certamente, un’opzione che prenderemo in considerazione. L’estensione di 90 giorni è qualcosa che molto probabilmente verrà fatta, perché è appropriata”, ha detto, spiegando che che probabilmente lo annuncerà lunedì. La legge consente una proroga di 90 giorni se la Casa Bianca può mostrare progressi verso un accordo praticabile, ma il proprietario di TikTok ByteDance ha categoricamente rifiutato qualsiasi vendita. L’amministrazione del presidente uscente Joe Biden ha dichiarato che lascerà la questione a Trump. Dopo la sconfitta in tribunale, il CEO di TikTok Shou Chew ha fatto appello a Trump, ringraziandolo per il suo “impegno a lavorare con noi per trovare una soluzione”. Trump “capisce davvero la nostra piattaforma”, ha aggiunto. Chew dovrebbe anche presenziare all’insediamento di Trump domani.

La legge richiede ad Apple e Google di rimuovere TikTok dai loro app store, bloccando i nuovi download. Le aziende potrebbero dover pagare sanzioni fino a 5.000 dollari per ciascun utente che può accedere all’app. Anche Oracle, che ospita i server di TikTok, sarebbe legalmente obbligata a far rispettare il divieto. Una proposta di acquisto dell’ultimo minuto è stata fatta sabato dalla start-up di grande valore Perplexity AI, che ha offerto una fusione con la sussidiaria statunitense di TikTok. Tale accordo potrebbe consentire alla società madre ByteDance una possibile soluzione senza vendere completamente l’app. Il piano creerebbe una nuova joint venture che combina le attività di US TikTok e Perplexity AI, sostenuta dal fondatore di Amazon Jeff Bezos.

La proposta non include un prezzo per la transazione, che sarebbe stato di almeno 50 miliardi di dollari. Frank McCourt, l’ex proprietario dei Los Angeles Dodgers, ha anche fatto un’offerta per acquistare l’attività statunitense di TikTok e ha affermato di essere “pronto a lavorare con l’azienda e il presidente Trump per concludere un accordo”. L’investitore canadese Kevin O’Leary, coinvolto in tale offerta, ha detto a Fox News che a ByteDance sono stati offerti 20 miliardi per l’attività statunitense di TikTok. Con TikTok costretto a chiudere, i suoi rivali con sede negli Instagram Reels e YouTube Shorts potrebbero trarne vantaggio. Migliaia di utenti del social cinese hanno optato per ‘Red Note’: simile a Instagram, è stata l’app più scaricata sull’Apple Store statunitense questa settimana.

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Esplode un’autocisterna in Nigeria, almeno 70 morti

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Almeno 70 persone sono morte nell’esplosione di un autocisterna in Nigeria. Lo riferisce l’agenzia per la sicurezza stradale. L’incidente è avvenuto nella Nigeria centrale quando il pesante mezzo attorno al quale si era radunata una folla per raccogliere carburante, si è ribaltato, secondo quanto riferito dall’Agenzia nazionale per la sicurezza stradale. “Il bilancio delle vittime è salito a 70”, ha dichiarato Kumar Tsukwam, direttore dell’Agenzia per lo Stato del Niger il quale precisa che l’autocisterna che trasportava 60.000 litri di benzina si è schiantata all’altezza di uno svincolo sulla strada che collega la capitale federale Abuja alla città di Kaduna. La crisi economica che la Nigeria sta attraversando da un anno e mezzo ha spinto molti nigeriani in situazioni precarie, soprattutto a causa dell’impennata del prezzo della benzina. Alcuni sono disposti a rischiare la vita per raccogliere il carburante, il cui prezzo è quintuplicato in 18 mesi, negli incidenti stradali. Lo scorso ottobre, più di 170 persone sono morte nello stesso modo nello Stato di Jigawa, nel nord del Paese.

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