Collegati con noi

Cronache

Islam e urne: a Monfalcone nasce il primo partito islamico, ma la sfida è più simbolica che politica

Pubblicato

del

«Ma questo è imbroglio!», grida Sharif Islam davanti a un seggio di Monfalcone. Ha con sé documenti, convinzione e la moglie. Ma la legge italiana vieta l’ingresso con il volto coperto, e il disegno di un niqab barrato è chiaro sulla porta a vetri dell’oratorio San Michele. Lei resta fuori, sotto la pioggia. Oggi, il voto di Sharif è “single”. La scena vale più di mille analisi: l’incontro fra religione e Stato laico è ancora tutto da gestire.

Un partito islamico nel cuore del Friuli

A Monfalcone, dove un abitante su tre è straniero, debutta Italia Plurale: primo partito islamico a presentarsi alle elezioni in Italia. In lista ci sono diciotto nomi, sei donne, un leader carismatico: Bou Konate, ingegnere senegalese, già assessore. Il suo braccio destro, Jahirul Islam, dice: «Siamo riusciti a raccogliere le firme, a fare squadra. La politica contro di noi ci ha uniti».

Il Friuli scopre di essere diventato laboratorio politico

Monfalcone, tra navi di Fincantieri e negozi bangladesi, è oggi il campo di battaglia tra identità, diritti e rappresentanza. Italia Plurale è osservata speciale. Nei suoi confronti arrivano Salvini, Gasparri, Schlein. Aboubakar Soumahoro bussa alle porte dei bangla. Intorno, crescono i money transfert e il kebab rimpiazza i bar storici. Ma il partito resta chiuso ai giornalisti: «Scrivete solo bugie», replicano. Clima teso.

Le ferite della Lega e la disillusione negli islamici locali

Italia Plurale nasce anche dalla delusione. La ex sindaca leghista Cisint ha chiuso moschee abusive, vietato bagni con abiti e persino il cricket nei parchi. «Ci promise aiuto, poi ci ha chiuso la moschea», dice il vice imam Raju Haq. Ora si punta a contare, ma con regole rigide: per parlare con le candidate serve l’ok del partito.

Ma non tutti gli immigrati ci stanno

Non tutta la comunità straniera è con Italia Plurale. Lotfi, capocantiere tunisino, sbotta: «Perché farmi rappresentare da un africano?». Una coppia delle Mauritius, titolare di un bar, rifiuta la narrazione identitaria: «Noi siamo friulani, amiamo il maiale e il Sauvignon». E questa storia non se la bevono.

Una novità politica, ma sarà duratura?

Italia Plurale forse non vincerà, ma ha già fatto la storia. Ha portato in piazza il tema della rappresentanza degli immigrati. Il banco di prova è Monfalcone, ma la posta in gioco riguarda tutta l’Italia. E sarà il tempo a dire se questa sarà una fiammata passeggera o il primo tassello di una nuova realtà politica.

Advertisement
Continua a leggere

Cronache

Chiesta imputazione per La Russa jr, contattò testi

Pubblicato

del

Non aveva alcuna capacità di decidere e prestare il consenso, parlava in modo “inappropriato e sconnesso” e non “capiva nulla” per via di quel mix di alcool, Cannabis e farmaci antidepressivi che ha provocato anche una sorta di “amnesia”, la ragazza che ha denunciato di essere stata violentata da Leonardo Apache La Russa e dall’amico Tommaso Gilardoni dopo una serata in un locale della movida milanese e finita la mattina dopo con il risveglio nel letto del figlio del Presidente del Senato. Lo scrive Stefano Benvenuto, legale della presunta vittima, nell’opposizione alla richiesta di archiviazione della parte principale dell’inchiesta in cui i due giovani rispondono di violenza sessuale.

Accusa che per la pm Rosaria Stagnaro e l’aggiunto Letizia Mannella, a differenza dell’ipotesi di revenge porn, non va contestata in quanto manca “la prova che gli indagati, pur consapevoli dell’assunzione di alcuni drink alcolici da parte della ragazza, abbiano percepito, in modalità esplicita o implicita, la mancanza di una valida volontà”.

Una conclusione, questa, che l’avvocato della ex compagna di liceo del terzogenito del senatore di Fdi ha chiesto al gip Rossana Monguardo di rivedere e di procedere con l’imputazione coatta e ulteriori approfondimenti. E nel far ciò Benvenuto parte da due premesse: da un lato sottolinea come Apache, “non appena uscita la notizia” dell’inchiesta “sui media nazionali”, si sarebbe “immediatamente attivato” avvicinando e contattando alcuni testimoni prima che venissero convocati in Questura in merito alla vicenda.

E poi aggiunge che in passato “senza il consenso della parte, ha compiuto attività identiche ai fatti oggi già oggetto di questo giudizio”, citando un bacio “a stampo” e “rubato” a una 17enne che non aveva dato alcun consenso e una mano sui “glutei” di un’amica che avrebbe reagito dicendo: “No Leonardo basta”. Nell’atto, inoltre, vengono valorizzate le frasi ‘intercettate’ sui telefoni di alcune testimoni della serata nel locale milanese dove la ragazza e La Russa jr si sono rivisti dopo tanto tempo.

“Lei era palesemente fuori, incapace di decidere cosa volesse fare e lui chiaramente ha approfittato di ciò”. E ancora parlava in modo “sconclusionato”, si legge nel documento, “era fatta” e non “capiva niente”. Frasi che si legano ad approfondimenti medici allegati alla richiesta di non archiviare con i quali si sostiene che quella sera la presunta vittima aveva assunto una quantità di alcol “prossima al coma etilico”, cannabis e benzodiazepine, per cui non sarebbe stata in grado di “acconsentire all’attività sessuale” e pure di ricordare in modo “corretto” quanto accaduto. Tant’è che si parla di “sintomi che assomigliano all’amnesia globale transitoria”.

Infine si parla di una parte di un video che testimonierebbe le “capacità verbali (…) palesemente deficitarie” della ragazza. Ora la parola passa alla giudice che dovrà fissare un’udienza per discutere l’istanza e decidere se archiviare, disporre nuove indagini o ordinare l’imputazione coatta come chiede il legale. (

Continua a leggere

Cronache

Frode e riciclaggio, Gdf Piacenza sequestra beni per 20 milioni

Pubblicato

del

La Guardia di Finanza di Piacenza su delega e con il coordinamento della Procura Europea – Ufficio di Napoli e Bologna, ha sequestrato, in via preventiva, immobili, terreni, società, quote societarie, autovetture di lusso, conti correnti e liquidità per un valore di oltre 20 milioni a seguito di una indagine che ha fatto emergere la commercializzazione illecita di prodotti energetici, frode all’Iva e riciclaggio.

Nel dettaglio, le Fiamme Gialle hanno posto sotto sequestro uno stabilimento balneare, situato in una nota ed esclusiva località turistica ligure; 6 immobili di pregio situati nella provincia di Piacenza; 66 tra fabbricati, capannoni e pertinenze oltre a 77 terreni, ubicati nel Piacentino, in provincia di Milano, Brindisi, Novara, Cuneo, Alessandria, oltre al comune di Chiavari, di 8 società, con sede a Piacenza e Milano, relative quote societarie; 9 autovetture, di cui 6 di lusso (una Ferrari 488, una Porsche 911 Carrera 4, due Porsche Macan, un’Audi Rsq8, un’Audi Q3); 3 motocicli, conti correnti e liquidità formalmente intestati a familiari e persone di fiducia ma risultati e nella piena e diretta disponibilità di un residente nel Piacentino, accusato di associazione per delinquere, frode all’Iva e riciclaggio, connessi alla commercializzazione illecita di prodotti energetici e petroliferi nel territorio nazionale.

L’indagine, si incardina in un contesto investigativo, coordinato dalla Procura Europea e condotto congiuntamente dai Nuclei di Polizia Economico – Finanziaria di Roma, Napoli e Verbania, che ha consentito, nel marzo del 2024, di smantellare un sodalizio criminale, composto da 59 soggetti e 13 imprese, con ramificazioni in Italia e all’estero, dedito alla commercializzazione illecita nel territorio nazionale di prodotti energetici di provenienza straniera, in completa evasione di accisa e Iva, attraverso l’esecuzione di 8 misure cautelari personali nei confronti dei vertici dell’associazione. L’indagine dei finanziari piacentini ha consentito di segnalare all’autorità giudiziaria 7 soggetti ritenuti responsabili di episodi di intestazione fraudolenta di valori oltre che per riciclaggio e di ricostruire il patrimonio mobiliare e immobiliare, distribuito prevalentemente nella provincia piacentina oltre che in Lombardia, Liguria, Piemonte e Puglia, detenuto, direttamente o indirettamente, dal principale soggetto indagato, anche attraverso la schermatura e l’interposizione fittizia dei familiari e di persone di fiducia.

Continua a leggere

Cronache

Roma crocevia, il puzzle dei leader mondiali ai funerali

Pubblicato

del

Con il passare dei giorni, si allunga e delinea con maggiore chiarezza la lista delle 170 delegazioni straniere che arriveranno a Roma per partecipare sabato ai funerali di papa Francesco: capi di Stato e di governo, re e regine, organizzazioni internazionali e leader spirituali. La macchina operativa lavora già a pieno regime per garantire l’accoglienza negli aeroporti della capitale, la sicurezza, le scorte.

Fino al sagrato di San Pietro dove entrerà in gioco il cerimoniale della Santa Sede per definire, tra le altre cose, i posti a sedere in una quanto mai turbolenta scacchiera internazionale, tra amici e nemici, alleati e belligeranti, storici rivali e nuovi assi: basterebbe anche solo un contatto ravvicinato non opportuno per provocare, se non veri incidenti diplomatici, almeno imbarazzo o polemiche. In prima fila ovviamente sovrani, presidenti e primi ministri, più indietro le delegazioni di più basso livello. Ma a decidere chi siede accanto a chi sarà probabilmente, come nel caso delle esequie di Giovanni Paolo II nel 2005, le prime trasformate in un evento di big mondiali, l’ordine alfabetico dei Paesi in lingua francese.

E così, i primi posti saranno per l’Argentina di papa Bergoglio con Javier Milei atteso a Roma già venerdì mattina, nonostante gli attriti del passato, poi il Brasile di Luiz Inacio Lula da Silva. Il presidente degli Stati Uniti (États-Unis) Donald Trump – tra i primi ad annunciare la sua presenza con la moglie Melania nel giorno del 55mo compleanno della First Lady – potrebbe sedere molto vicino, se non accanto, al francese Emmanuel Macron, ma lontano dall’ucraino Volodymyr Zelensky che ha già fatto sapere di aver chiesto un incontro al capo della Casa Bianca a margine della cerimonia, dopo il fallimentare faccia a faccia di Washington. Non è infatti escluso che Trump possa avere incontri informali durante la sua breve sosta nella capitale italiana, anche se al momento non c’è nulla di strutturato. Anche altre cancellerie – così come le istituzioni europee rappresentate da Ursula von der Leyen, Antonio Costa e Roberta Metsola – stanno valutando la possibilità di bilaterali, nonostante il poco tempo a disposizione.

Tra le decine di leader mondiali, tuttavia, si fa prima a elencare le assenze: non ci sarà infatti Vladimir Putin, inseguito da un mandato di arresto internazionale per crimini di guerra, che ha deciso di inviare a Roma la ministra della Cultura Olga Lyubimova. Così come non è atteso l’israeliano Benyamin Netanyahu, anche lui ricercato dalla Corte penale internazionale, ma soprattutto in aperto scontro con papa Francesco, anche da morto, per le sue posizioni sulla guerra a Gaza: ci sarà per Israele solo l’ambasciatore presso la Santa Sede Yaron Sideman che, a dispetto della bufera sui post di cordoglio delle sedi diplomatiche fatti cancellare dal governo, ha retwittato su X il messaggio di condoglianze del presidente Isaac Herzog. Anche la Cina non ha ancora annunciato una propria delegazione presenza ai funerali, ma ha incassato la rinuncia al viaggio del presidente di Taiwan – riconosciuta dal Vaticano – William Lai a favore dell’ex vicepresidente, il cattolico Chen Chien-jen.

Il Regno Unito sarà rappresentato secondo tradizione dall’erede al trono, il principe William, e dal premier Keir Starmer che ancora nell’ultimo question time alla Camera dei Comuni ha reso omaggio a Francesco definendolo “un uomo straordinario”. Per la Germania, il presidente Frank-Walter Steinmeier con il cancelliere uscente Olaf Scholz che lascerà l’incarico a Friedrich Merz pochi giorni dopo. Tante anche le teste coronate: il re di Spagna Felipe con la regina Letizia, accompagnati da tre ministri ma senza il premier Pedro Sanchez; i reali del Belgio, Filippo e Matilde, con il primo ministro Bart De Wever; re Carlo XVI Gustavo di Svezia con la consorte Silvia e il premier Ulf Kristersson; il principe ereditario Haakon di Norvegia con la principessa Mette-Marit; e il principe Alberto di Monaco con la moglie Charlène.

Hanno invece rinunciato i reali olandesi, Guglielmo Alessandro e Maxima, per la concomitanza della data con il Giorno del Re che celebra il compleanno del sovrano. In piazza San Pietro ci sarà anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, dall’Africa al momento è confermato il presidente di Capo Verde José Maria Neves, mentre dal Cairo è attesa una delegazione di alto livello di Al-Azhar, la più importante istituzione islamica sunnita al mondo. Non è escluso che a rappresentarla sia proprio il grande imam sceicco Ahmed el Tayyeb che in un messaggio di cordoglio ha ricordato “il nostro caro amico Papa Francesco che ha dedicato la sua vita al servizio dell’umanità”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto