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Ischia, un’equipe medica a casa dei malati covid. Per loro anche mascherine, pulsossimetro e igienizzante oltre a farmaci e tamponi

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I malati con sintomi lievi restano a casa ma vengono seguiti da un’equipe composta da due medici ed un infermiere dell’ospedale Rizzoli: sono anche dotati di un ecografo portatile per verificare lo stato dei polmoni dei pazienti affetti da coronavirus. Il servizio sperimentato a Ischia e che partirà nei prossimi giorni è completamente nuovo e servirà ad evitare di congestionare gli ospedali così da poter riservare i posti letto a chi effettivamente ne ha bisogno. Nel corso della visita saranno effettuati tutti gli esami diagnostici utili a verificare lo stato di salute dell’assistito tra cui: un’esame ecografico per monitorare lo stato dei polmoni, verrà utilizzato uno strumento portatile per l’emogasanalisi, sarà fatto un prelievo di sangue ed un test istantaneo per verificare il livello degli anticorpi al COVID19. L’equipe prescriverà il percorso terapeutico più opportuno e consegnerà al paziente i farmaci necessari. Il percorso sarà condiviso coi Medici di Famiglia del territorio. Da sabato scorso sull’isola di Ischia è attiva anche una nuova ambulanza dedicata esclusivamente all’effettuazione dei tamponi a domicilio. A Ischia ed anche negli comuni dell’isola, il sindaco ogni giorno fa il punto della situazione, aggiornando i cittadini su quanti sono i malati covid, come stanno  e facendo loro gli auguri di un’immediata guarigione: un sollievo per chi sta in casa preoccupato del suo stato di salute e di poter fare male agli altri. Nel comune sono state anche distribuite le mascherine porta a porta grazie all’aiuto dato dai volontari.

 

Non è l’unica iniziativa della Asl Napoli 2 Nord: su richiesta del Medico di Famiglia l’ASL fornirà infatti per ciascun paziente COVID positivo assistito a casa un kit comprensivo di disinfettante per le mani, mascherine, pulsossimetro e i farmaci introvabili in farmacia. L’obiettivo dell’Azienda è supportare il ruolo dei Medici di Medicina Generale nella gestione dei 256 pazienti positivi al COVID19 attualmente assistiti a casa, stringendo ancora di più le maglie del sistema di sorveglianza domiciliare che nell’ASL Napoli 2 Nord sta dando buoni frutti. Qui i tassi di ospedalizzazione sono molto più bassi rispetto ai dati regionali e nazionali: solo il 16,4% dei pazienti COVID positivi è ricoverato in ospedale, contro la media del 27% campana e del 37% italiana.

“Stiamo collaborando molto coi Medici di Famiglia per affrontare la pandemia a casa dei pazienti, dice Antonio d’Amore, Direttore Generale dell’ASL Napoli 2 Nord, alcuni farmaci consigliati nella fase iniziale della malattia sono difficili da trovare; per questo il nostro servizio farmaceutico li fornirà direttamente ai medici di famiglia, dietro loro prescrizione. Alcuni di questi farmaci, poi, possono dare problemi cardiologici, per questo i cardiologi degli ospedali di Pozzuoli, Ischia, Giugliano e Frattamaggiore supporteranno i medici di famiglia nella gestione delle terapia. È ormai chiaro che, spesso, se si tratta bene il COVID19 nelle fasi iniziali, si può evitare il ricorso all’ospedale e, quindi, avere esiti fausti. Su questa stessa linea di gestione va il servizio di assistenza domiciliare che stiamo avviando ad Ischia; si tratta di un modello innovativo che si sperimenta per la prima volta in Campania.”

Il protocollo adottato prevede che il medico di famiglia comunichi all’ASL la richiesta dei farmaci introvabili, del pulsossimetro e del kit. Entro 24 ore dalla comunicazione il Dipartimento farmaceutico dell’ASL provvede a consegnare al medico il kit dedicato al proprio paziente, comprensivo dei farmaci richiesti. Ai medici di famiglia sono stati riportati i riferimenti dei cardiologi che all’interno di ciascun reparto dei quattro ospedali aziendali (Pozzuoli, Frattamaggiore, Ischia e Giugliano) saranno a disposizione dei colleghi del territorio per consulenze su tali pazienti.

 

 

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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