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Iran, Trump: siti nucleari annientati. Tensione alle stelle Usa- Iran

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“Tutti i siti nucleari in Iran hanno subito danni monumentali, come mostrano le immagini satellitari. Annientamento e’ un termine esatto”. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a 24 ore di distanza sente il dovere di tornare sugli effetti del bombardamento americano avvenuto nella notte tra sabato e domenica ai danni di siti nucleari iraniani. E la fa proprio mentre molti media americani stanno sollevando dubbi sull’efficacia di tali attacchi. “I danni maggiori si sono verificati molto al di sotto del livello del suolo” scrive sul suo social network Truth quasi a rassicurare chi invece proprio analizzando le immagini satellitari ipotizzava un impatto quasi irrilevante dei bombardamenti. Ma la tensione resta alla stelle e, secondo fonti citate dal New York Times, diversi funzionari militari e di intelligence americani avrebbero rilevato segni che le milizie sostenute dall’Iran si stanno preparando ad attaccare le basi statunitensi in Iraq.

Nella notte l’esercito israeliano ha dichiarato di aver effettuato degli attacchi contro “obiettivi militari” iraniani, tra cui siti di lancio e stoccaggio di missili (circa 20 jet da combattimento e oltre 30 munizioni) e allo stesso tempo sono stati intercettati alcuni missili iraniani da Israele e le sirene d’allarme sono risuonate a Tel Aviv, a Gerusalemme e in buona parte di Israele. Conseguenza immediata di tanta stabilita’ e’ stato il balzo del prezzo del petrolio che all’avvio degli scambi in Asia ha visto un’impennata del 4%, ai massimi da 6 mesi. Pochi minuti dopo l’avvio degli scambi le quotazioni si sono stabilizzate ma segnando comunque un netto progresso dei future sia del WTI che del Brent (in entrambi i casi con un progresso di due punti percentuali e mezzo).

Gli sviluppi del fine settimana del conflitto mediorientale hanno riacceso i timori del peggiore scenario possibile per il mercato petrolifero: la chiusura dello Stretto di Hormuz, al largo delle coste iraniane, attraverso il quale passa quasi il 20% del petrolio mondiale, un terzo del traffico petrolifero mondiale. Non va infatti dimenticato che l’Iran produce circa 3,3 milioni di barili di petrolio al giorno: il nono produttore mondiale di petrolio. E di questo ne esporta poco meno della meta’ (1,5 milioni). Ma e’ soprattutto la limitazione o l’interruzione del traffico marittimo nello Stretto di Hormuz a mettere in allarme gli operatori del mercato. Borse asiatiche tutte nettamente in territorio negativo.

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Biden: “Ho concesso io le grazie, l’autopen è legale e usato anche da Trump”

Joe Biden chiarisce al New York Times di aver concesso personalmente tutte le grazie firmate con autopen. “Sistema legale, usato anche da Trump”.

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Joe Biden rompe il silenzio e risponde alle accuse mosse dai repubblicani riguardo al suo stato cognitivo e al presunto mancato controllo sulle grazie presidenziali emesse a fine mandato. In un’intervista concessa al New York Times, l’ex presidente americano ha chiarito che tutte le decisioni di clemenza e grazia annunciate negli ultimi giorni della sua presidenza sono state personalmente autorizzate da lui.

Le accuse dei repubblicani

Negli ultimi giorni, alcuni esponenti del Partito Repubblicano hanno sollevato dubbi sulla lucidità mentale di Biden, insinuando che non sarebbe stato in grado di decidere autonomamente e che le grazie siano state firmate da altri a sua insaputa. In particolare, hanno puntato il dito sull’uso dell’autopen, uno strumento che replica automaticamente la firma del presidente.

La difesa di Biden: “Tutto legale, anche Trump lo ha fatto”

Biden ha spiegato che l’uso dell’autopen è assolutamente legale e ampiamente utilizzato: “Lo ha usato anche Donald Trump”. L’ex presidente ha precisato che tutte le grazie e commutazioni sono state decise oralmente da lui, e poi i suoi collaboratori hanno proceduto a formalizzarle con lo strumento automatico, dato l’elevato numero di persone coinvolte.

Grazia preventiva ai familiari

Biden ha anche ammesso di aver concesso la grazia preventiva a familiari e membri della sua amministrazione, una mossa pensata per proteggerli da eventuali ritorsioni del suo successore alla Casa Bianca. Una decisione controversa, ma secondo Biden necessaria: “Era un atto di responsabilità”, ha affermato.

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Trump: “Missili Patriot all’Ucraina, pagherà l’Unione Europea”

Donald Trump annuncia l’invio di missili Patriot all’Ucraina: “Ne hanno bisogno, noi non pagheremo nulla. Coprirà tutto l’Unione Europea”.

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Donald Trump annuncia l’invio di missili Patriot all’Ucraina: “Ne hanno bisogno, noi non pagheremo nulla. Coprirà tutto l’Unione Europea”.

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Donald Trump durante una conferenza stampa con sfondo bandiere americane e militari.


Trump annuncia l’invio dei missili Patriot all’Ucraina: “Pagherà tutto l’Unione Europea”

Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti invieranno i sistemi di difesa aerea Patriot all’Ucraina, affermando che si tratta di un equipaggiamento “di cui hanno disperatamente bisogno”. Il presidente americano ha parlato con i reporter, sottolineando che, sebbene non sia stato ancora deciso il numero esatto di missili, l’invio avverrà a breve.

L’incontro con il segretario generale della NATO

Nel suo intervento, Trump ha anche confermato che incontrerà domani il segretario generale della NATO, Mark Rutte, per discutere delle forniture militari all’Ucraina e della sicurezza europea. Il colloquio si inserisce in un momento delicato della guerra, in cui Kiev continua a chiedere maggiore supporto militare per difendersi dagli attacchi russi.

Nessun costo per gli Stati Uniti, secondo Trump

Noi non pagheremo nulla”, ha puntualizzato Trump, precisando che l’intero costo dell’operazione sarà a carico dell’Unione Europea. “Loro (gli ucraini, ndr) ne avranno un po’, perché hanno bisogno di protezione”, ha dichiarato. Il presidente ha inoltre aggiunto che gli ucraini pagheranno il 100% per gli altri equipaggiamenti militari sofisticati che saranno forniti da Washington.

Un messaggio politico e strategico

Le parole di Trump arrivano in un contesto di crescente pressione su NATO e Unione Europea per il sostegno all’Ucraina. Il leader americano, pur ribadendo il supporto militare, ha marcato con decisione la linea del “niente spese per gli Stati Uniti”, segnando una chiara posizione di disimpegno economico diretto, ma non operativo.


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Abu Mazen: Hamas rilasci gli ostaggi e consegni le armi all’Anp

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Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha esortato Hamas a rilasciare gli ostaggi israeliani che ancora detiene e a consegnare le armi alla stessa Anp, sottolineando che il gruppo islamista “non governerà la Striscia di Gaza” dopo la fine della guerra in corso con Israele. Lo riportano l’agenzia di stampa palestinese Wafa e i media dello Stato ebraico. In un incontro ad Amman con l’ex primo ministro britannico Tony Blair, Abbas ha chiesto anche il rilascio dei prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane, un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza e l’ingresso senza ostacoli di aiuti umanitari nell’enclave palestinese. Abu Mazen è tornato a chiedere anche che all’Anp venga concesso il controllo della Striscia di Gaza, un’idea a lungo respinta da Israele.

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