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Iran promette “dura punizione” per Israele: Khamenei supervisiona, Shamkhani gravemente ferito

L’Iran annuncia una risposta militare all’attacco israeliano. Khamenei: “Israele subirà una dura punizione”. Ferito gravemente il consigliere Shamkhani.

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La tensione tra Iran e Israele continua ad aumentare in modo drammatico. Dopo l’offensiva aerea israeliana che ha colpito decine di obiettivi strategici e militari in territorio iraniano, Teheran ha annunciato che preparerà una “dura risposta”. Lo riferisce una fonte della sicurezza iraniana alla Reuters, ripresa da numerosi media locali e israeliani.

Lo spazio aereo iraniano è stato ufficialmente chiuso fino a nuovo ordine, secondo quanto annunciato dalla televisione di Stato. Nella capitale iraniana, una nuova serie di esplosioni è stata avvertita nelle ultime ore e le autorità hanno attivato i sistemi di difesa aerea.

Khamenei: “Israele subirà una punizione severa”

La Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha confermato di essere vivo e costantemente aggiornato sulla situazione, dopo che alcuni canali avevano messo in dubbio la sua presenza al comando in queste ore difficili. In una dichiarazione riportata dall’agenzia Irna, Khamenei ha lanciato un duro monito:

Il regime sionista si è procurato un destino amaro e doloroso e lo subirà sicuramente.”

Il portavoce del quartier generale delle forze armate iraniane, Abolfazl Shekarchi, ha ribadito:

L’Iran darà una risposta decisa agli attacchi selvaggi del nemico sionista, condotti con l’aiuto diretto degli Stati Uniti. Una dura punizione attende Israele.”

Ferito Shamkhani, ex capo del Consiglio Supremo per la Sicurezza

Intanto, fonti iraniane confermano che Ali Shamkhani, attuale consigliere politico di Khamenei ed ex capo del Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale dell’Iran, è rimasto gravemente ferito in un attacco aereo israeliano diretto contro la sua residenza. Le stesse fonti riferiscono che è stato ricoverato in terapia intensiva, in condizioni critiche.

Scenario in evoluzione: rischio escalation su scala regionale

Il quadro che si delinea nelle prossime ore è quello di una possibile controffensiva iraniana, con potenziali ripercussioni militari in tutto il Medio Oriente, in particolare in Siria, Libano e nello stretto di Hormuz. Le forze armate iraniane sono in stato di massima allerta, mentre continuano i raid e si registrano movimenti intensi nelle basi strategiche.

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Biden: “Ho concesso io le grazie, l’autopen è legale e usato anche da Trump”

Joe Biden chiarisce al New York Times di aver concesso personalmente tutte le grazie firmate con autopen. “Sistema legale, usato anche da Trump”.

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Joe Biden rompe il silenzio e risponde alle accuse mosse dai repubblicani riguardo al suo stato cognitivo e al presunto mancato controllo sulle grazie presidenziali emesse a fine mandato. In un’intervista concessa al New York Times, l’ex presidente americano ha chiarito che tutte le decisioni di clemenza e grazia annunciate negli ultimi giorni della sua presidenza sono state personalmente autorizzate da lui.

Le accuse dei repubblicani

Negli ultimi giorni, alcuni esponenti del Partito Repubblicano hanno sollevato dubbi sulla lucidità mentale di Biden, insinuando che non sarebbe stato in grado di decidere autonomamente e che le grazie siano state firmate da altri a sua insaputa. In particolare, hanno puntato il dito sull’uso dell’autopen, uno strumento che replica automaticamente la firma del presidente.

La difesa di Biden: “Tutto legale, anche Trump lo ha fatto”

Biden ha spiegato che l’uso dell’autopen è assolutamente legale e ampiamente utilizzato: “Lo ha usato anche Donald Trump”. L’ex presidente ha precisato che tutte le grazie e commutazioni sono state decise oralmente da lui, e poi i suoi collaboratori hanno proceduto a formalizzarle con lo strumento automatico, dato l’elevato numero di persone coinvolte.

Grazia preventiva ai familiari

Biden ha anche ammesso di aver concesso la grazia preventiva a familiari e membri della sua amministrazione, una mossa pensata per proteggerli da eventuali ritorsioni del suo successore alla Casa Bianca. Una decisione controversa, ma secondo Biden necessaria: “Era un atto di responsabilità”, ha affermato.

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Trump: “Missili Patriot all’Ucraina, pagherà l’Unione Europea”

Donald Trump annuncia l’invio di missili Patriot all’Ucraina: “Ne hanno bisogno, noi non pagheremo nulla. Coprirà tutto l’Unione Europea”.

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Donald Trump durante una conferenza stampa con sfondo bandiere americane e militari.


Trump annuncia l’invio dei missili Patriot all’Ucraina: “Pagherà tutto l’Unione Europea”

Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti invieranno i sistemi di difesa aerea Patriot all’Ucraina, affermando che si tratta di un equipaggiamento “di cui hanno disperatamente bisogno”. Il presidente americano ha parlato con i reporter, sottolineando che, sebbene non sia stato ancora deciso il numero esatto di missili, l’invio avverrà a breve.

L’incontro con il segretario generale della NATO

Nel suo intervento, Trump ha anche confermato che incontrerà domani il segretario generale della NATO, Mark Rutte, per discutere delle forniture militari all’Ucraina e della sicurezza europea. Il colloquio si inserisce in un momento delicato della guerra, in cui Kiev continua a chiedere maggiore supporto militare per difendersi dagli attacchi russi.

Nessun costo per gli Stati Uniti, secondo Trump

Noi non pagheremo nulla”, ha puntualizzato Trump, precisando che l’intero costo dell’operazione sarà a carico dell’Unione Europea. “Loro (gli ucraini, ndr) ne avranno un po’, perché hanno bisogno di protezione”, ha dichiarato. Il presidente ha inoltre aggiunto che gli ucraini pagheranno il 100% per gli altri equipaggiamenti militari sofisticati che saranno forniti da Washington.

Un messaggio politico e strategico

Le parole di Trump arrivano in un contesto di crescente pressione su NATO e Unione Europea per il sostegno all’Ucraina. Il leader americano, pur ribadendo il supporto militare, ha marcato con decisione la linea del “niente spese per gli Stati Uniti”, segnando una chiara posizione di disimpegno economico diretto, ma non operativo.


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Abu Mazen: Hamas rilasci gli ostaggi e consegni le armi all’Anp

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Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha esortato Hamas a rilasciare gli ostaggi israeliani che ancora detiene e a consegnare le armi alla stessa Anp, sottolineando che il gruppo islamista “non governerà la Striscia di Gaza” dopo la fine della guerra in corso con Israele. Lo riportano l’agenzia di stampa palestinese Wafa e i media dello Stato ebraico. In un incontro ad Amman con l’ex primo ministro britannico Tony Blair, Abbas ha chiesto anche il rilascio dei prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane, un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza e l’ingresso senza ostacoli di aiuti umanitari nell’enclave palestinese. Abu Mazen è tornato a chiedere anche che all’Anp venga concesso il controllo della Striscia di Gaza, un’idea a lungo respinta da Israele.

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