Un compromesso (quasi) storico che non accontenterà tutti i repubblicani e i democratici ma sarà positivo per il popolo americano scongiurando il primo default degli Stati Uniti e una crisi di dimensioni globali. Dopo settimane di serrati negoziati, Joe Biden e Kevin McCarthy sono arrivati ad un’intesa di massima sul tetto del debito che sarà votata mercoledì al Congresso dove dovrà superare l’opposizione dei trumpiani e dei liberal. “L’accordo è un compromesso, quindi non tutti otterranno quello che volevano. Ma è una buona notizia per gli americani”, ha annunciato il presidente Usa poco dopo che la notizia era trapelata sul New York Times. “Eviterà un catastrofico default che avrebbe causato una recessione economica e la perdita di milioni di posti di lavoro”, ha sottolineato il presidente. “C’è ancora molto lavoro da fare”, ha dichiarato dal canto suo lo speaker repubblicano McCarthy ,”ma ci siamo assicurati che nel budget non ci siano nuove tasse”.
Al di là delle dichiarazioni a caldo dei due artefici della svolta,, secondo gli analisti l’accordo è un successo per Biden e la sua squadra che sono riusciti a ridimensionare le richieste iniziali del Gran old party. Il compromesso prevede, infatti, un aumento del debito per i prossimi due anni in cambio di alcuni tagli sull’agenda dell’amministrazione molto lontani dall’obiettivo di 130 miliardi di dollari fissato all’inizio dai repubblicani. Per la difesa ad esempio, uno dei punti sul quale il presidente è stato irremovibile dall’inizio soprattutto rispetto all’assistenza all’Ucraina, è stato stabilito un budget di 886 miliardi di dollari, con un aumento di circa il 3,5%, proprio come voleva Biden. Ne’ sono state tagliate le cure mediche per veterani, un’altra richiesta del ‘commander-in-chief’, per le quali sono stati 121 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2024. Qualcosa, invece, l’amministrazione ha dovuto cedere sui requisiti per l’accesso al welfare, uno dei nodi più difficili da sciogliere negli ultimi giorni della trattativa. Alla fine i repubblicani sono riusciti a portare da 49 a 54 l’età fino alla quale chi vuole beneficiare di alcune forme di assistenza, tra cui i buoni pasto, deve trovare un lavoro.
Sono, tuttavia, state esentate alcune categorie più vulnerabili e non sono stati inaspriti i requisiti per accedere alla copertura sanitaria di Medicaid, che invece i repubblicani avevano chiesto ma la Casa Bianca ha respinto con forza. Mercoledì l’intesa arriverà alla Camera dove il Grand old party ha un margine abbastanza risicato e i voti dei soli moderati di entrambi i partiti potrebbero non bastare. I negoziatori devono convincere gli estremisti: da una parte ci sono i trumpiani, i repubblicani che non vogliono più sostenere Kiev o che considerano il compromesso un fallimento dell’obiettivo di ridurre drasticamente le spese. Dall’altra ci sono i liberal che ritengono inaccettabili i tagli al welfare e temono passi indietro su alcuni punti fondamentali dell’agenda di Biden come la lotta al cambiamento climatico. Poi ci sarà il passaggio al Senato, dove sono i dem ad avere una maggioranza esigua. Una nuova corsa contro il tempo per Biden e McCarthy, poiche’ tutto deve essere compiuto entro il 5 giugno, la scadenza fissata da Janet Yellen per il default.