Si scioglie il nodo delle Bicamerali. Dopo mesi di braccio di ferro tra maggioranza e opposizione, su chi dovesse avere la presidenza di cosa, che di fatto aveva bloccato la nascita di commissioni importanti come l’Antimafia e la Vigilanza Rai, ora sembra che si sia trovata la quadra. A sbloccare la situazione, si spiega in ambienti parlamentari, potrebbero aver contribuito vari fattori. Prima di tutto, l’elezione dei 10 componenti laici al Csm. L’accordo tra le varie forze politiche in linea di massima ha tenuto e, a parte il caso del candidato di Fratelli d’Italia Giuseppe Valentino che è stato costretto a ritirarsi perché risultato indagato in un processo di ‘ndrangheta, ogni partito è riuscito a portare il proprio candidato a Palazzo dei Marescialli.
A cominciare dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che non solo riesce a far eleggere il fedelissimo Ernesto Carbone al Consiglio Sueriore della Magistratura, ma sembra aver incassato anche la presidenza (per qualcuno del suo partito, se non addirittura per lui) della Commissione sul Covid. Una Bicamerale da lui chiesta a gran voce, probabilmente per continuare la sua resa di conti con il Pd, e che il deputato di FdI Galeazzo Bignami sollecita, assicurando di voler chiedere la calendarizzazione della proposta di legge istitutiva già dalla prossima settimana. Ma si accelera anche su altri organismi parlamentari d’inchiesta: la commissione Affari Costituzionali della Camera adotta il testo base per l’istituzione dell’Antimafia, per la cui presidenza si parla di Carolina Varchi di FdI.
La cosa, però, non è indolore, perché il Terzo Polo decide di astenersi su un testo che accoglie diverse proposte del M5S e discute con il Pd che le approva pur di non rinviare l’esame del provvedimento, ma l’iter va avanti e a breve il testo è atteso in Aula per il voto finale. Le Commissioni Giustizia e Affari Sociali della Camera, poi, danno il via libera alla proposta di legge per dar vita alla Bicamerale contro il Femminicidio e con il testo passa anche un emendamento approvato all’unanimità per allargare il numero dei componenti, oltre che di quella contro la violenza alle donne, anche della Vigilanza Rai. Quella sul femminicidio, che nelle scorse legislature era stata anche monocamerale (solo al Senato), passa da 32 a 36 componenti, mentre la Vigilanza da 40 a 42. Consentendo così “ad ogni gruppo di avere il proprio rappresentante”, anche al Misto e a ‘Noi moderati’ di Maurizio Lupi.
Secondo varie fonti parlamentari, la presidenza della Vigilanza, visto che a Iv dovrebbe andare quella sul Covid, potrebbe toccare al M5S. Il nome che circola con più insistenza è quello di Alessandra Todde, ma si potrebbe insistere su Riccardo Ricciardi che però non risulterebbe troppo gradito al centrodestra. In dirittura d’arrivo anche la Commissione per i Diritti Umani la cui presidenza, secondo quanto si apprende, potrebbe andare alla Lega, rendendo così possibile che la guida di quella sul Femminicidio resti all’opposizione. Il Senato con due votazioni all’unanimità approva, infatti, le mozioni per ricostituire due commissioni: quella Antidiscriminazioni (157 sì) e quella per i Diritti umani (145). Entrambe fortemente volute dalle senatrici a vita, Liliana Segre e Elena Cattaneo. Mentre si discute molto di quella annunciata dall’esponente di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli “sulla violenza politica in Italia tra gli anni ’70 e ’80”. Lui non vuole che venga etichettata come ‘Commissione Stragi’, precisando che si occuperà solo di “stragi minori”, ma la proposta fa già discutere l’opposizione, con il candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini che esprime un giudizio negativo assicurando che vigilerà perché la verità sia sempre rispettata.