Una deroga al diktat di una settimana per la pulizia della Capitale, una fase a medio termine con l’invio di spazzatura all’estero ma a condizione che sia una soluzione-ponte, in attesa che il Comune o i privati realizzino gli impianti sulla base del nuovo Piano rifiuti regionale, che la giunta approvera’ a fine mese. Quando esce dal vertice con il governatore Nicola Zingaretti, la sindaca Virginia Raggi e la prefetta Gerarda Pantalone, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa si dice ottimista: “E’ un bel giorno per Roma – afferma – abbiamo deciso tutti insieme di guardare a una stagione nuova: chiedo ai cittadini quel surplus di pazienza che ci consente la pianificazione”. E in serata Palazzo Chigi ci mette la faccia: “Il governo – scrive il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che oggi ha incontrato la sindaca Virginia Raggi – e’ pienamente consapevole che Roma e’ la capitale di tutti e tutti devono contribuire a rilanciarla e valorizzarla”.
Sindaca e premier hanno parlato anche di rifiuti. Ma, a giudicare all’esito del vertice in ministero, l’emergenza sembra alle spalle. Magari non bastera’ la settimana fissata dall’ordinanza ma “nel giro di 10-15 giorni – e’ sicuro il ministro – Roma tornera’ alla normalita’”. “E’ andata bene, finalmente il piano parte” afferma infatti Zingaretti, che la scorsa settimana sotto l’ordinanza pulisci-Roma ha messo la sua firma. Un atto che “sta producendo – rivendica – i primi risultati nelle ultime 24 ore”. Le cifre le fornisce Ama: solo nelle ultime 24 ore 3200 tonnellate di indifferenziato avviato agli impianti. Raggi, da parte sua, riconosce che “c’e’ stata un’ampia concertazione per soluzioni di breve periodo, quelle che prevedono un aumento dei conferimenti negli impianti. L’obiettivo primario e’ ripulire la citta’ e mi sembra che questo tavolo lo abbia garantito” dice prima di correre da Conte. Il governo, insomma, c’e’, e non sembra un caso che questa mattina al ministero sia comparso a sorpresa Luigi Di Maio per una pre-riunione riservata con ministro e sindaca. Costa all’inizio minimizza (“un caffe’ tra napoletani…”) ma poi e’ lo stesso Di Maio a smontare la discrezione del ministro pubblicando foto e post su Facebook. Costa spera di poter imprimere una svolta decisiva alla situazione capitolina, innanzitutto tenendo sotto stretto controllo la fase emergenziale (con incontri tecnici ogni due giorni) ma soprattutto incassando il consenso sulla progettazione futura. Non si puo’, sostiene Costa, vivere sempre a ricasco dei trasporti all’estero (si parla di Svezia): gli impianti servono, il Piano regionale pianifichera’ i fabbisogni, ma poi bisognera’ farli. Magari, suggerisce Costa, guardando a strutture considerate meno impattanti, come gli impianti di compostaggio, sebbene i nodi di Roma siano nell’assenza di una (per molti inevitabile) discarica di servizio ma soprattutto nella filiera dell’indifferenziato. “Su questo a Roma – spiega Costa – si sta facendo un gran lavoro per renderlo differenziato”. Raggi, anzi, si appella ai romani: “Ci aiutino in un piano serio di raccolta differenziata”. Certo e’ che, dopo settimane di miasmi e cassonetti in fiamme, il nervo resta scoperto: lo sa bene il presidente del Municipio III Giovanni Caudo, che ieri sera ha pubblicato su Facebook, dopo una riunione in Comune, l’ipotesi di un punto di trasbordo in uno svincolo del Gra. Molti cittadini, a giudicare dai commenti, non hanno gradito. E da stamane e’ attivo anche il contestatissimo punto di Saxa Rubra, sulla Flaminia.