L’Inter espugna l’Olimpico battendo la Roma 1-0 con il gol di Lautaro Martinez nella ripresa, eppure Simone Inzaghi sorride solo a metà. Perché se da una parte, a sette giorni dalla sfida con la Juventus, i nerazzurri volano al secondo posto in classifica, restando in scia del Napoli primo, dall’altra devono continuare a fare i conti con gli infortuni. E non a caso aveva parlato il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta, nel pre-partita, denunciando un calendario sportivo troppo fitto di impegni e la necessità di dover avviare un tavolo che coinvolga tutte le parti interessate per ripensare il palinsesto calcistico che negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente nel suo numero di partite.
Solo nella prima mezz’ora, infatti, Inzaghi è costretto a due cambi forzati: dopo 12 minuti esce Calhanoglu per una contrattura all’adduttore della coscia destra e poco dopo tocca ad Acerbi per lo stesso problema, ma al flessore della coscia sinistra. Nelle prossime ore ci saranno gli accertamenti per escludere lesioni, ma nel frattempo cresce l’ansia in casa Inter perché mercoledì ci sarà la Champions League in trasferta contro lo Young Boys, mentre domenica a San Siro arriverà la Juventus. In campo, intanto, si rivede anche Barella, assente dal derby del 22 settembre, mentre tra le fila romaniste torna Dybala al fianco di Pellegrini e dietro a Dovbyk. Ma la sfortuna nerazzurra, almeno nei primi 45 minuti di gioco, non si limita agli infortuni, perché il vantaggio non arriva prima per una grande parata di Svilar su Thuram e poi per una traversa colpita da Mkhitaryan.
Nel frattempo prosegue la protesta dei tifosi romanisti e se a inizio gara la Curva Sud resta deserta, mostrando solo uno striscione di dissenso (“Quindici minuti di assenza perché siamo schifati da questa dirigenza”), poi fa il suo ingresso nello stadio e la polemica non si spegne. “Friedkin la vostra assenza è talmente palese che a parlare avete mandato un francese (Ghisolfi, ndr)”, è l’altro striscione comparso in Sud. Il primo tempo, però, finisce 0-0 e solo al 41′ la Roma si affaccia nella trequarti avversaria con un tiro pericoloso fa fuori area di Pellegrini, parato da Sommer che poco prima, sempre sul capitano giallorosso, aveva rischiato il pasticcio lasciandosi sfuggire un cross finito sul palo.
Nella ripresa i ventidue in campo sono gli stessi con l’inerzia della partita che sembra spostarsi verso la Roma. Juric cambia Koné per Pisilli, ma nel momento migliore dei giallorossi arriva l’errore di Zalewski che innesca il contropiede dell’Inter, conclusosi con il gol di Lautaro Martinez. Juric cambia l’esterno polacco poco dopo con lo stadio che fischia nel momento della sostituzione (e la stessa sorte toccherà a Cristante più tardi). Al suo posto Baldanzi e in contemporanea Inzaghi si gioca l’ultimo slot di cambi inserendo Bisseck, Dumfries e Correa, per Bastoni, Darmian e Lautaro. L’Inter gestisce e al triplice fischio esulta, con la Roma che, nonostante la mole di gioco prodotta, non tira verso la porta di Sommer. A fine gara arrivano altri fischi per la squadra giallorossa, ma i tifosi romanisti se la prendono anche con le istituzioni del mondo del calcio. “Arbitri, Federcalcio e Lega Serie A, nonostante i vostri torti la Roma mai si arrenderà”, l’ultimo striscione che cala il sipario su una sconfitta che apre una crisi senza fine e rilancia, dall’altra parte, l’Inter verso la corsa per lo scudetto.