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Insulti omofobi sui social al sindaco di San Giorgio a Cremano Zinno per non aver chiuso le scuole

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Una nuova ondata di odio sui social ha travolto il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, bersaglio di insulti, minacce e ingiurie omofobe per aver deciso di mantenere le scuole aperte nonostante il maltempo. Stavolta, però, il primo cittadino ha deciso di non lasciar correre e di denunciare pubblicamente e alle autorità quanto accaduto.

La decisione e gli attacchi social

Domenica sera Zinno, dopo essersi consultato con gli altri sindaci dell’area vesuviana, ha comunicato su Facebook che le scuole sarebbero rimaste regolarmente aperte il giorno successivo. In risposta, sono piovuti insulti e minacce sui social, provenienti perlopiù da ragazzi tra i 12 e i 17 anni. Molti messaggi provenivano da profili fake, poi identificati come riconducibili a studenti che non volevano andare a scuola.

«Sono perlopiù minorenni non controllati dai genitori», ha scritto Zinno in una denuncia pubblica. Il sindaco ha spiegato che trasmetterà gli screenshot dei messaggi ai dirigenti scolastici per facilitare l’identificazione degli autori e organizzare lezioni di educazione civica. «È nostro dovere dare un segnale educativo – ha aggiunto Zinno – e far capire che la violenza e la sopraffazione non valgono più di un ragionamento».

Denunce e solidarietà

Zinno ha informato la polizia postale e le forze dell’ordine, sottolineando che è essenziale intervenire per contrastare una pericolosa deriva culturale. «Se non ci occupiamo di questi giovani, continueranno a credere che la loro opinione personale valga più di quella di un esperto», ha dichiarato. Ha inoltre ribadito la necessità di educare i ragazzi ai valori della non violenza e del rispetto, coinvolgendo famiglie, scuole e istituzioni.

A Zinno è giunta la solidarietà di numerosi esponenti istituzionali, tra cui il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, che ha definito l’episodio «un campanello d’allarme». «Questi giovani devono imparare il rispetto, e la scuola è il luogo più adatto per farlo», ha affermato Buonajuto, auspicando provvedimenti educativi per sensibilizzare gli studenti alla gravità di tali comportamenti.

L’appello contro l’omotransfobia

Anche le associazioni locali, tra cui Antino Arcigay Napoli, l’Arci Napoli e l’Osservatorio regionale Lgbtqia+, hanno espresso solidarietà al sindaco. Antonello Sannino, presidente di Antino Arcigay Napoli, ha sottolineato l’urgenza di un piano strutturato di contrasto all’omotransfobia, a partire dalle scuole. «L’aumento delle aggressioni e dell’odio omotransfobico richiede una prevenzione culturale che parta dall’educazione», ha dichiarato.

Una sfida educativa e sociale

L’episodio solleva interrogativi sul ruolo dei social media e sull’educazione dei giovani. Il caso di San Giorgio a Cremano dimostra quanto sia necessario un lavoro condiviso tra istituzioni, famiglie e scuole per promuovere un uso responsabile dei social e contrastare fenomeni di odio e intolleranza, che rischiano di compromettere i valori fondamentali della convivenza civile.

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Femminicidio nel Torinese, uccisa a coltellate dal marito

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Femminicidio a Venaria Reale (Torino) dove una donna di 51 anni è stata uccisa a coltellate dal marito di 57, disabile. L’uomo avrebbe poi tentato di uccidersi ingerendo dei farmaci. Soccorso, è stato portato all’ospedale Maria Vittoria di Torino.

Il femminicidio è stato scoperto nella notte un appartamento in via Gozzano. A dare l’allarme è stata la sorella dell’uomo, preoccupata perché non non riusciva più a contattarlo. Quando i carabinieri sono entrati nell’abitazione con l’ausilio dei vigili del fuoco, hanno scoperto il corpo della cinquantunenne, riversa in bagno, colpita da vari colpi d’arma da taglio alla schiena e al petto. Il delitto si sarebbe consumato al culmine di una lite famigliare.

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Arsenale e 60 kg di droga sequestrati dalla polizia a Catania

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Un arsenale e circa 60 chilogrammi di droghe sono stati sequestrati dalla polizia nel rione Picanello di Catania. Erano nascosti in un garage a cui gli agenti della squadra mobile sono arrivati grazie al fiuto dei cani Ares e Maui dell’unità cinofile delle Volanti della Questura. Occultati all’interno di valigie e di fusti in plastica la polizia ha trovato due fucili d’assalto del tipo Kalashnikov, calibro 7.62×39, un fucile semiautomatico Beretta, calibro 12 con matricola abrasa e con la canna mozzata, una pistola mitragliatrice Skorpion calibro 7.65 e altre nove pistole, tra rivoltelle e semiautomatiche, alcune delle quali prive di matricola, e anche ‘penna pistola’ calibro 6.35. Le armi sequestrate erano munite di silenziatori e di munizionamento di vario calibro. Nel nascondiglio sono stati trovati anche circa 60 chilogrammi di sostanze stupefacenti e materiale normalmente utilizzato per confezionare la droga. Nel dettaglio sono stati sequestrati 11 chili di hashish, 190 grammi di cocaina 48,218 chilogrammi di marijuana. Nel garage sono stati anche trovati anche due motocicli risultati rubati, che sono stati sequestri. Indagini sono in corso per identificare a chi era in uso il deposito

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Uccide la compagna a coltellate e tenta il suicidio

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Ha accoltellato a morte la convivente e poi ha tentato il suicidio gettandosi dalla finestra della palazzina dove la coppia viveva, insieme al figlio di un anno e mezzo, a Rufina in provincia di Firenze. Una famiglia apparentemente senza problemi, lui architetto, lei impiegata in un’azienda che si occupa di energie rinnovabili. Secondo quanto ricostruito, Lorenzo Innocenti, 37 anni, stamani prima delle 7, avrebbe colpito con numerose coltellate Eleonora Guidi, 34, mentre la donna era in cucina a preparare il caffè. In casa, in un’altra stanza, anche il loro figlio, che dopo la tragedia è stato affidato a familiari.

A dare l’allarme al 118 sarebbe stato il padre dell’uomo, che vive insieme alla moglie sullo stesso pianerottolo di via Cesare Pavese, dove la giovane coppia si era trasferita con l’arrivo del figlio. Avrebbe sentito dei rumori sordi provenire dall’appartamento, allarmandosi. Una volta bussato alla porta, si sarebbe trovato davanti il figlio con il coltello in mano e sporco di sangue. Nei momenti concitati che sono seguiti avrebbe prima disarmato il 37enne e poi, quando il figlio ha cercato di scappare e di raggiungere un ballatoio, sarebbe riuscito a fermarlo una prima volta.

Lorenzo Innocenti però è riuscito a fuggire nuovamente e si è lanciato nel vuoto dal secondo piano. Soccorso e trasportato in codice rosse con l’elicottero Pegaso all’ospedale fiorentino di Careggi, ha riportato gravi lesioni e si trova ricoverato in prognosi riservata in rianimazione. Sono stati quindi gli stessi sanitari ad allertare i carabinieri. Sul posto, insieme agli investigatori e alla scientifica dell’Arma, anche la pm Ornella Galeotti che ha poi sentito i familiari della coppia. Ancora da chiarire cosa possa aver scatenato la furia del 37enne: è stata ordinata una serie di accertamenti mentre lunedì sarà disposta l’autopsia sul corpo della vittima. La coppia viene descritta come tranquilla, serena, non sarebbero emersi contrasti o problemi; due giovani riservati, poco presenti sui social. A Rufina nessuno riesce a darsi una spiegazione.

A partire dal sindaco Daniele Venturi: “Era una coppia normalissima, non c’è niente che potesse far presagire una cosa del genere. Li conoscevo, il paese è piccolo, io sono poco più grande di loro. Lorenzo, che è architetto e ha delle proprietà immobiliari, mi aveva parlato di alcune idee che voleva sviluppare su Rufina”. Anche i vicini sono increduli: “Si vedevano poco, anche se lui abitava in zona praticamente da sempre, sicuramente non li abbiamo mai sentiti litigare”, dicono da un negozio nei pressi della palazzina. “Non solo non li ho mai visti litigare, ma neanche adirati. Proprio non me lo spiego”, dice scuotendo la testa Vasco, che abita a pochi metri dall’edificio di via Pavese e lì accanto ha anche la ditta di pelletteria.

“L’ultima volta li avevo incontrati due giorni fa. Quando erano insieme, con il bambino in carrozzina, erano sempre i primi a salutare. Davvero non riesco a capire cosa sia successo. Lorenzo era una persona eccezionale, non litigava mai, non alzava mai la voce”, ripete. “Conosco bene il nonno, Alessio, babbo di Lorenzo – aggiunge – Il bambino era spesso con lui, quando invece era insieme alla mamma mi diceva sempre che andava a mangiare uno yogurt al bar Galletto” dove aveva lavorato fino a poco tempo fa la mamma di Eleonora, oggi in pensione. Anche qui poca voglia di parlare e tanta incredulità. “Cristina è stata con noi per tanti anni ed era come una di famiglia – racconta Fabrizio – conoscevamo anche Eleonora e quando la vedevamo sembrava la persona più felice del mondo. E’ un qualcosa di inspiegabile”.

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