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Corona Virus

Incidenza sfiora 2000 casi,ospedali sempre più pieni

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Con gli ospedali sempre piu’ in sofferenza ed una incidenza di infezioni Covid che questa settimana ha sfiorato il valore di 2000 casi per 100mila abitanti, la circolazione del virus SarsCoV2 non rallenta e l’Italia si trova attualmente in una “situazione epidemica acuta”. I dati del monitoraggio settimanale del ministero della Salute-Iss confermano il trend in salita della curva epidemica, mente la variante Omicron risulta ormai predominate all’81% sul territorio nazionale secondo l’ultima indagine rapida dell’Istituto superiore di sanita’. L’incidenza settimanale a livello nazionale continua infatti ad aumentare e questa settimana tocca il valore di 1988 casi ogni 100.000 abitanti contro 1669 ogni 100.000 abitanti della settimana precedente. L’indice di trasmissibilita’ Rt calcolato sui casi sintomatici, rileva il monitoraggio, e’ stato invece pari a 1,56, in ulteriore aumento rispetto alla settimana precedente – quando e’ risultato pari a 1,43 – e ben al di sopra della soglia epidemica. E continua a crescere il tasso di occupazione di posti letto per pazienti Covid nelle terapie intensive: sale al 17,5% rispetto al dato del 15,4% riferito al 6 gennaio. Anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 27,1% rispetto al 21,6% del 6 gennaio. A livello regionale, il valore piu’ elevato per l’incidenza e’ segnalato in Valle d’Aosta (3087), seguita da Liguria (2845) ed Emilia Romagna (2783). Sempre in Val d’Aosta si rileva il valore piu’ alto di occupazione dei reparti di area medica (al 53,5%), seguita da Calabria (al 38%) e Liguria (al 37,3%). Terapia intensive maggiormente occupate da pazienti Covid, invece, nelle Marche (al 28,2% rispetto alla soglia di allerta del 10%), Provincia autonoma di Trento (27,8%) e Friuli Venezia Giulia (23,4%). “Nelle ultime settimane la crescita dell’incidenza e’ molto significativa e l’Rt e’ sempre sopra soglia. La mappa dell’Italia e’ caratterizzata un po’ in tutte le Province da un rosso scuro che indica alta incidenza e le curve di crescita degli ultimi 14 giorni sono molto significative ad eccezione della PA di Bolzano”, ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanita’ Silvio Brusaferro parlando, appunto, di “situazione epidemica acuta” ed invitando a rispettare rigorosamente le misure comportamentali, che sono distanziamento, uso della mascherina, areazione dei locali, l’igiene delle mani e riduzione delle occasioni di contatto, oltre che incentivare le vaccinazioni. Quanto all’eta’, e’ la fascia 20-29 anni quella che segnala il maggior numero di casi, seguita dalle fasce 10-19 e 30-39. Ma la curva e’ in crescita anche per la fasce d’eta’ ancora piu’ giovani, e le ospedalizzazioni nell’eta’ piu’ giovane “sia pure piu’ limitate, sono comunque in crescita”. A pesare e’ soprattutto la variante Omicron che, “anche se meno virulenta rispetto alla Delta – ha sottolineato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza – e’ estremamente contagiosa, e quindi puo’ determinare una congestione delle strutture ospedaliere”. Per questo, “e’ opportuno continuare a mantenere comportamenti di massima prudenza e soprattutto fare la vaccinazione di richiamo”. Tuttavia, secondo gruppi di ricerca che calcolano gli indici equivalenti all’Rt elaborato dall’Iss, ma con tecniche che permettono di avere valori piu’ aggiornati, Rt sta scendendo progressivamente e le stime piu’ recenti indicano che ha raggiunto valori compresi fra 1,2 e 1,6, confrontabili con quelli rilevati prima di Natale. Inoltre, afferma il virologo Fabrizio Pregliasco, “come si e’ visto da un’indagine in Lombardia, siamo probabilmente in una fase di plateau, c’e’ ancora un incremento di contagi giornalieri ma se andiamo a confrontare il numero di positivi di questa settimana con quelli della scorsa, vediamo un saldo negativo”.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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