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Cronache

Incidente sul lavoro, operaio muore in fonderia

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E’ precipitato nel vuoto per oltre dieci metri. Cosi’ nel primo pomeriggio e’ morto un operaio che stava lavorando in un’azienda in provincia di Brescia: Vasile Necoara, romeno di 54 anni, era dipendente di una ditta esterna, con sede a Travagliato, ed era impegnato nei capannoni delle Fonderie di Torbole, nel paese di Torbole Casaglia. Stava effettuando lavori di manutenzione ad alcune tubature quando e’ precipitato in una botola che si sarebbe aperta improvvisamente. I colleghi che erano con lui hanno lanciato immediatamente l’allarme, ma l’operaio, sposato e con figli, e’ morto sul colpo. L’azienda teatro dell’incidente mortale e’ stata chiusa nel pomeriggio e la produzione interrotta per alcune ore per permettere le indagini ai carabinieri. La Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta per fare piena luce su quanto accaduto ed e’ stato posto sotto sequestro l’impianto sul quale stava lavorando l’operaio di 54 anni che era residente con la famiglia a Castelcovati. L’infortunio mortale di Torbole Casaglia e’ avvenuto proprio nel giorno del presidio indetto dai sindacati per la sicurezza sul lavoro davanti alla sede della Regione. In Lombardia sono otto le persone morte mentre lavoravano solo a maggio. “Un numero impressionante, drammatico, di fronte al quale non bastano le parole di circostanza, occorrono i fatti”, secondo il segretario regionale del Pd Vinicio Peluffo. “E’ un dato impressionante” anche per Alessandro Pagano, segretario generale Cgil Lombardia. “Mi pare che la fretta e la furia di ripartire – ha avvertito – possa diventare un rischio aggiuntivo a quelli gia’ presenti nei normali processi”. Quindi “serve volonta’ politica per garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Le risorse ci sono, le dichiarazioni anche, ma i ritardi – ha aggiunto – si accumulano e continuiamo a contare i morti”. Di una “strage quotidiana” ha parlato Ugo Duci, segretario generale della Cisl Lombardia convinto che servano “800 ispettori, professionisti della prevenzione e dei controlli”. “A morire – ha osservato Danilo Margaritella, segretario generale Uil Lombardia – sono i lavoratori piu’ umili, quelli che nemmeno ci ricordiamo che esistono, quelli che soffrono ogni giorno. Quei morti sono gli ordini di cibo che vogliamo avere entro poco portati da chi non ha tutele e che deve correre per guadagnare. Quei morti sono il gadget tecnologico comprato online consegnato da lavoratori obbligati a ritmi insostenibili e disumani. E’ doveroso dire basta a tutto questo”. “Un altro grave incidente che funesta il mondo del lavoro” ha sottolineato il presidente della Lombardia Attilio Fontana che ha voluto esprimere il cordoglio suo e della Regione alla famiglia di Vasile. “Qualche giorno fa – ha ricordato -, incontrando tutti i Prefetti della Lombardia e i soggetti coinvolti in tema di sicurezza abbiamo condiviso che obiettivo comune deve essere un maggior coordinamento delle azioni gia’ in campo sul tema, con particolare attenzione alle differenti criticita’ e necessita’ a livello settoriale e provinciale”.

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Camorra: clan minorenni in Quartieri Spagnoli Napoli, 3 arresti

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Un vero mini-clan, con tanto di summit e azioni intimidatorie. Tutto formato da minorenni dei Quartieri spagnoli di Napoli. E’ la scoperta di una indagine dela polizia che ha portato a una misura di custodia cautelare del gip partenopeo con il carcere nei confronti di tre ragazzi, ritenuti vicini ai Di Biasi, meglio conosciuti come Faiano, e indagati, a vario titolo, di lesioni personali, porto e detenzione di armi da fuoco, violenza privata, rapina, reati tutti aggravati anche dalle modalita’ mafiose. Il provvedimento nasce dalle indagini sul ferimento a colpi d’arma da fuoco di Vincenzo Masiello il 5 novembre 2022.

L’agguato e’ da ricondurre alla mira espansionistica di un gruppo di giovanissimi ambiziosi che volevano ritagliarsi il loro spazio all’interno delle dinamiche criminali dei Quartieri Spagnoli. La vittima, attualmente detenuta, e’ da considerarsi elemento di spicco della camorra del quartiere. Durante le indagini e’ emerso che il nascente gruppo criminale e’ dedito a reati contro il patrimonio, ha un’ampia disponibilita’ di armi, ha stabilito la sua base operativa in vico Lungo San Matteo che e’ controllato militarmente. Gli indagati costantemente armati di pistola, per evitare attacchi da componenti di altri gruppi antagonisti, hanno in piu’ occasioni perquisito le persone che, in particolare nelle ore notturne, transitavano nella loro zona di influenza.

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Pizzaiolo ucciso: risate e gesti a fine udienza tra gli imputati

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Risate e gesti anche quello delle manette, a fine udienza, tra gli imputati al processo in corso a NAPOLI sull’omicidio di Francesco Pio Maimone, l’aspirante pizzaiolo ucciso nelle prime ore del 20 marzo 2023 sul lungomare di NAPOLI da un proiettile vagante esploso al culmine di una lite scoppiata solo per un pestone su un paio di scarpe griffate a cui la vittima era estranee. Il comportamento di alcuni degli accusati – collegati in video conferenza dalle carceri dove sono detenuti – non è passato inosservato in aula, quando ormai l’udienza, particolarmente importante quella di oggi, si era ormai conclusa. Oggi, infatti, per la prima volta uno dei testimoni, un amico della vittima, che era lì e nelle cui braccia Maimone è spirato, ha indicato colui che ha sparato, puntando il dito verso il riquadro del monitor in cui c’era Francesco Pio Valda.

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Terra dei Fuochi: M5s, fare luce su restituzione beni ai Pellini

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“I fratelli Pellini, condannati definitivamente per traffico illecito di rifiuti, sono responsabili di aver avvelenato la Terra dei Fuochi seppellendo e spargendo nelle campagne di Acerra rifiuti speciali e pericolosi. Era stata disposta la confisca del loro patrimonio per ben 222 milioni, quei soldi dovevano essere destinati alle bonifiche.

Invece, la Cassazione glieli ha restituiti perchè la Corte d’Appello di Napoli si sarebbe attivata oltre i termini previsti. Ministro, per rispetto verso tutti i cittadini e per affermare i valori della Giustizia, chiediamo che si accerti, anche tramite ispezioni, cosa è realmente successo negli uffici giudiziari di Napoli e che si faccia tutto il possibile per recuperare quei soldi alla causa collettiva. Questa non può essere solo una battaglia del Movimento 5 Stelle, deve essere un impegno di tutte le forze politiche”.

Lo ha detto il deputato M5S Sergio Costa, vice presidente della Camera, illustrando un’interrogazione al ministro Nordio. Nella replica, la deputata M5S Carmela Auriemma, prima firmataria dell’atto, ha osservato come “non sia sufficiente la risposta del ministro. 222 milioni di euro sono stati restituiti a dei delinquenti per un vizio procedurale, è doveroso che si faccia la massima chiarezza su quello che è accaduto, lo Stato lo deve a tutti i cittadini cresciuti nella Terra dei Fuochi e alle troppe famiglie che piangono le vittime di quell’inquinamento criminale. Lo Stato non può perdere così davanti agli eco-delinquenti, deve essere forte e inflessibile con questa gente. Bisogna tutelare il lavoro svolto per 15 anni dai magistrati di ben tre procure della Repubblica”.

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