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Cronache

Inchiesta sulla Juventus, le intercettazioni: “han chiesto di fa le plusvalenze”

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“Hanno chiesto di fa’ le plusvalenze”. E’ una delle intercettazioni che emergono dall’inchiesta sui conti della Juventus che ha portato la Procura di Torino a indagare i vertici del club. Nel mirino degli inquirenti quella che definiscono la “gestione malsana delle plusvalenze” e “tutta la merda che sta sotto che non si puo’ dire”. Parole raccolte durante le cosiddette attivita’ tecniche di ascolto disposte dai magistrati la scorsa estate, durante l’ultimo calciomercato, e in concomitanza con l’indagine ispettiva avviata dalla Consob proprio sulle plusvalenze. Interpellato sul tema durante l’assemblea degli azionisti, quella che lo scorso 29 ottobre ha approvato il bilancio 2020-2021 della Juventus con una perdita di 209,9 milioni e l’aumento di capitale di 400 milioni, Andrea Agnelli si diceva “sereno”. “Ogni operazione di questa societa’ e’ comunicata in quanto quotata in Borsa – le sue parole in merito alla segnalazione della Covisoc alla procura Figc e al presidente federale Gabriele Gravina – Siamo assolutamente rispettosi delle indagini in corso, abbiamo dato le informazioni richieste e stiamo collaborando”. Dalle intercettazioni sembra invece emergere -secondo la Procura- che i vertici della societa’ bianconera, “in primis il presidente Agnelli”, fossero “ben consapevoli” del ricorso a questo strumento “salva bilanci”. L’artefice della pianificazione preventiva delle plusvalenze era, per gli inquirenti, Fabio Paratici, fino allo scorso giugno al vertice dell’area sportiva del club e oggi al Tottenham. “Che almeno Fabio, dovevi fa’ le plusvalenze e facevi le plusvalenze”, e’ una delle intercettazione finita nell’inchiesta del procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dei sostituti Cirio Santoriello e Mario Bendoni. Un chiaro riferimento al manager, il cui nome compare tra gli indagati. Non e’ pero’ ancora tutto: sempre secondo l’accusa, i vertici bianconeri erano consapevoli anche delle “conseguenze estremamente negative sotto il profilo finanziario” delle plusvalenze. Tanto da attribuire a queste i problemi di bilancio del club, come sembra emergere da un’altra intercettazione: “Si ma non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene!”.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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