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Inchiesta Covid, archiviazione per l’ex premier Conte e l’ex ministro Speranza

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Il Tribunale dei Ministri ha deciso di archiviare le posizioni dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della salute Roberto Speranza nell’inchiesta per epidemia colposa e omicidio colposo plurimo legata alla gestione della prima ondata di Covid in Val Seriana. Secondo il Tribunale, manca la prova che l’istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro avrebbe potuto evitare oltre 4.000 morti nella Bergamasca. Inoltre, il collegio ha stabilito che il nesso di causalità tra decessi e l’assenza di misure per isolare i due comuni è “una mera ipotesi teorica sfornita del ben che minimo riscontro”.

La decisione del Tribunale dei Ministri è stata accolta positivamente da Giuseppe Conte, attuale leader del Movimento 5 Stelle, che ha commentato: “Accolgo positivamente la decisione di archiviare con formula amplissima la mia posizione. Ovviamente mi conforta personalmente, ma rimane sempre il dato di una grande perdita per la comunità collettiva, tantissimi morti, tantissima sofferenza, tantissimo dolore”. Anche Roberto Speranza, attuale segretario di Articolo Uno, si è detto “molto sollevato” e ha sottolineato che durante l’emergenza Covid ha fatto tutto il possibile per difendere la salute degli italiani.

Tuttavia, i familiari delle vittime hanno espresso la loro amarezza per l’archiviazione delle posizioni degli indagati. L’Associazione #Sereniesempreuniti ha definito l’archiviazione come “uno schiaffo in faccia a noi e all’Italia intera” e ha affermato che rappresenta un vilipendio alla memoria dei loro familiari.

Nell’ordinanza di 29 pagine, i giudici bresciani hanno demolito la parte principale dell’indagine dei pm di Bergamo, che consideravano Conte e Speranza responsabili di molte morti causate anche dalla mancata istituzione della zona rossa. I giudici hanno ritenuto che il reato di epidemia colposa in forma omissiva non sia configurabile e hanno affermato che “il fatto non sussiste”. Inoltre, hanno evidenziato che manca la prova che le persone decedute per la mancata estensione della zona rossa rientrino tra le 4.148 morti in eccesso che si sarebbero evitate se la misura fosse stata attivata.

Il Tribunale dei Ministri dovrà ora valutare le posizioni degli altri indagati nell’inchiesta, tra cui il presidente della Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore Giulio Gallera. Questa decisione rappresenta un passo significativo nel processo legato alla gestione della prima ondata di Covid-19, ma lascia ancora aperte numerose questioni e richieste di giustizia da parte dei familiari delle vittime.

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Nuovo identikit per Giovanni Motisi diffuso dalla Polizia: è caccia al latitante dell’ala stragista di Cosa Nostra

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal lontano 1998 e inserito nell’elenco dei fuggitivi di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Motisi è noto come uno degli ultimi grandi latitanti protagonisti della fase stragista di Cosa Nostra, e le indagini per la sua cattura sono in corso senza sosta.

Le autorità di Palermo stanno coordinando le indagini, con l’obiettivo di rintracciare e arrestare Giovanni Motisi. A tal fine, la Polizia di Stato ha adottato anche le più moderne tecnologie investigative, tra cui la tecnica della “Age progression”, che consente di elaborare un’immagine del volto dell’individuo invecchiato nel tempo.

La tecnica dell’Age progression si basa sull’analisi e l’attualizzazione di specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Utilizzando le competenze e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state rielaborate e aggiornate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 e ’90.

Questo lavoro tecnico ha consentito di creare un nuovo identikit con alcune possibili variazioni dei tratti attuali del volto di Giovanni Motisi. Si tratta di un ulteriore sforzo per stringere il cerchio delle indagini e arrivare alla cattura del pericoloso latitante.

“Il nuovo identikit faciliterà il lavoro degli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo, ma potrà anche incoraggiare la collaborazione dei cittadini”, sottolineano le autorità della Polizia di Stato.

L’appello alle persone è quindi chiaro: ogni informazione che possa aiutare a individuare Giovanni Motisi e a portarlo di fronte alla giustizia è preziosa e fondamentale per garantire la sicurezza della comunità e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

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Napoli, incidente traghetto da Capri, bilancio aggiornato: una trentina le persone medicate

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 La nave veloce trasportava oltre 100 passeggeri tra uomini delle forze dell’ordine impegnati a Capri in questi giorni in turni per i servizi predisposti per la sicurezza del G7 dei ministri degli Esteri, e turisti. Le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici o sono passate per un pronto soccorso sono una trentina, 21 i feriti in ospedale, una donna è la più grave, gli altri – questo il bollettino della Asl 1 – sono ‘policontusi’.

Lo squarcio nell’ Isola di Procida

il bollettino dell’Asl 1 di Napoli

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Tragico bilancio per l’incidente occorso alla nave in arrivo da Capri al Molo Beverello: sono 18 i feriti, molti contusi ed una donna grave. Nel cuore del Porto di Napoli, un tranquillo mattino si è trasformato in un momento di panico quando la nave veloce Isola di Procida ha urtato la banchina del Molo Beverello  durante le operazioni di ormeggio. L’incidente ha causato il ferimento di diverse persone a bordo, con almeno 18 individui che hanno riportato lesioni.

Secondo le prime informazioni, l’urto improvviso ha gettato a terra passeggeri e membri dell’equipaggio, lasciando dietro di sé un tragico scenario di contusioni e traumi. Le ambulanze sono state rapidamente convogliate sul posto per prestare soccorso agli feriti, con il personale sanitario che ha immediatamente iniziato la valutazione delle loro condizioni.

L’Asl Napoli 1 ha riferito che la maggior parte dei feriti ha riportato traumi maxillo facciali o lesioni, mentre uno di loro ha subito un politrauma più grave. Il trasporto dei feriti è stato organizzato in diversi ospedali della zona, tra cui il Cardarelli, il San Paolo, l’Ospedale del Mare, il Cto, il Fatebenefratelli e l’Ospedale Pellegrini.

L’incidente è stato prontamente segnalato alla centrale operativa 118 dell’ASL Napoli 1 Centro, che ha coordinato gli sforzi di soccorso inviando ulteriori ambulanze e allestendo un Posto Medico Avanzato sul luogo dell’incidente. Il personale medico ha lavorato instancabilmente per garantire che tutti i feriti fossero valutati e trasportati in base alla gravità delle loro condizioni.

Le prime ipotesi sull’incidente suggeriscono che una folata di vento possa essere stata la causa scatenante, considerando le condizioni meteorologiche al momento dell’ormeggio. Nonostante le onde alte e le raffiche di vento, la navigazione sembrava essere consentita, ma una violenta folata ha improvvisamente fatto sbandare la nave mentre si avvicinava al molo.

Le autorità competenti avvieranno un’indagine dettagliata per determinare le cause esatte dell’incidente e per adottare eventuali misure preventive per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.

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