C’e’ anche Niccolo’ Donzelli, fratello di Giovanni, parlamentare e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, tra gli arrestati di un’inchiesta della procura di Firenze su presunte bancarotte fraudolente nel giro delle arti grafiche. Per la procura, che ha disposto 12 misure cautelari (cinque arrestati e sette interdetti tra 17 indagati), Donzelli, 50 anni, ex presidente del Consiglio d’amministrazione di ‘Antiche tipografie srl’ e di ‘Aria Advertising’, e’ coinvolto – assieme ad imprenditori, professionisti e prestanome – in quella che gli inquirenti chiamano una “squadra di pronto intervento” che agiva nell'”ultimo miglio” di cinque imprese in crisi, dunque prima della dichiarazione di fallimento. “Voglio bene a mio fratello – ha affermato il parlamentare -, l’amore fraterno e’ l’unica cosa che unisce me a questa vicenda. Confido nella sua innocenza e ho piena fiducia nella giustizia”. Ma, aggiunge Giovanni Donzelli, “se qualcuno vuole strumentalmente legare il procedimento giudiziario a me, perde tempo. E’ noto che non c’e’ mai stato alcun legame tra l’attivita’ imprenditoriale di mio fratello e la mia attivita’ politica. Niccolo’ non ha nemmeno mai partecipato a alcun evento di Fratelli d’Italia”. In serata interviene anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi che su Fb scrive: “I pm di Firenze hanno mandato in carcere il fratello di un importante parlamentare di Fdi. La misura sembra sproporzionata rispetto alla pericolosita’ sociale del presunto reato. Ma conosco bene quei pm e il loro metodo di lavoro”. Quanto a Giuseppe Donzelli, “ha strumentalizzato in modo becero, per anni, le vicende della mia famiglia e delle famiglie di altri colleghi – dice Renzi – Ma io oggi non utilizzero’ il suo stesso stile”. La procura ipotizza accuse, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, falso, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, favoreggiamento. In base alle indagini della Guardia di Finanza, la “squadra di pronto intervento”, anziche’ individuare soluzioni corrette, avrebbe tenuto in vita per mesi aziende ‘decotte’, occultato il dissesto e sistemato le carte per salvare gli amministratori dalle responsabilita’. Tra gli arrestati, e’ andato in carcere, Lorenzo Brogi, 56 anni, ritenuto dagli inquirenti un prestanome di professione. Invece sono ai domiciliari l’avvocato Vieri Romagnoli, ritenuto “centrale nell’organizzare un sistema di gestione illecita delle crisi societarie”, Massimo Grifoni, 52 anni, ad della societa’ Paint, e David Cheyne Gardner, 55 anni, inglese, amministratore della Gardner & Co. fallita nel 2021. Inoltre altri sette indagati sono stati interdetti e non potranno per 1 anno esercitare le rispettive professioni di commercialista e avvocato o ricoprire uffici direttivi e di controllo di aziende. Tra loro un commercialista reputato “uomo dell’ultimo miglio” perche’ capace di individuare, scrive il gip Fabio Gugliotta, “la soluzione piu’ confacente alle esigenze dell’imprenditore in odore di fallimento” orientando “la sua attivita’ professionale al fine di garantire l’impunita’ degli amministratori, partecipando agli artifizi contabili per abbattere il debito fiscale e determinando notevoli danni per l’Erario”.