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Cronache

Incendi di Roma, “non è escluso dolo legato ai rifiuti”

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“Nessuna pista esclusa, ovviamente neanche quella dolosa”. Sull’ennesimo incendio a Roma, che ha causato ieri enormi disagi nel quadrante est della Capitale, tocca alla Procura fare chiarezza. L’ennesimo incendio in cui, come afferma il Campidoglio, c’e’ di mezzo “la filiera dei rifiuti”. La zona da dove e’ partito il rogo “era stata sgomberata non piu’ di un mese e mezzo fa e c’era un’area di smistamento dei rifiuti”, ha affermato oggi dopo un sopralluogo l’assessora comunale all’Ambiente, Sabrina Alfonsi. A piazzale Clodio, sono state trasmesse le prime informative dalle forze dell’ordine intervenute ieri nella zona di viale Palmiro Togliatti, dove le fiamme hanno di fatto distrutto alcuni autodemolitori, per poter procedere all’apertura formale di un fascicolo di indagine. Un procedimento che verra’ coordinato anche dal procuratore capo Franco Lo Voi che proprio nella serata di sabato ha avuto un colloquio con il sindaco Roberto Gualtieri. Una telefonata, in base a quanto si apprende, durante la quale si e’ fatto il punto anche sull’emergenza incendi, sui tanti roghi che hanno “minacciato” anche quartieri centrali della Capitale. Il Campidoglio, intanto, annuncia che presentera’ un esposto in Procura e inviera’ anche una relazione della protezione civile. “Una sequenza impressionante di episodi che sta mettendo a dura prova Roma e i romani”, ha commentato il sindaco che oggi ha partecipato in Prefettura ad un comitato sull’ordine e la sicurezza convocato per affrontare il tema roghi e quelli dei rifiuti. L’amministrazione capitolina ha deciso si destinare 3 milioni di euro, immediatamente spendibili, per la manutenzione straordinaria degli idranti stradali. Rafforzato anche il sistema antincendio con l’acquisto di autobotti. Alcuni deputati del Pd chiedono alla magistratura di accertare se dietro i roghi vi sia una azione di ‘terrorismo ecologico’ o appunto la longa manus della mafia dei rifiuti. Per Alfonsi, nell’incendio di ieri “sicuramente c’e’ la mano dell’uomo. Poi dobbiamo vedere se si tratta di un evento doloso o colposo. Lo diranno le autorita’. Faremo una sorta di mappatura delle zone piu’ a rischio anche se questa zona era stata gia’ individuata e infatti erano stati fatti degli interventi”. Dopo il rogo nell’impianto Tmb di Malagrotta verra’ riattivato l’impianto di Guidonia e verra’ riaperta la discarica di Albano nei prossimi giorni. Intanto ancora operatori Ama che tornano al lavoro dopo le visite fiscali: dopo i 200 recuperati a maggio, a giugno se ne sono aggiunti altri 125. Dopo gli incentivi di Natale per aumentare l’indice di produttivita’ e ripulire Roma il Campidoglio ha deciso una stretta con un potenziamento delle visite al personale in malattia: a maggio sono state 3.906 oltre il doppio del 2021-22. Dopo i controlli 200 sono tornati al lavoro. Sul fronte dei roghi gli inquirenti, al momento, prendono in considerazione tutte le ipotesi investigative anche se appare presto ipotizzare moventi mafiosi. Se cio’ avvenisse il procedimento potrebbe finire all’attenzione dei magistrati della Dda. Negli ultimi anni, infatti, sono stati molti i roghi che hanno interessato gli autodemolitori, dietro i quali spesso si annida l’attivita’ della criminalita’ organizzata. Nel 2017 i pm avviarono una maxindagine dopo una serie di incendi avvenuti in diverse autorimesse nella zona di Appia Nuova, Magliana, Centocelle e Pietralata. Un procedimento che puntava ad accertare una eventuale strategia unica, orchestrata per colpire un business fiorente. Si tratta, infatti, di strutture che si trovano li’ da decenni, in alcuni casi da 40 anni. “E’ arrivato il momento di prendere una decisione, per lo spostamento – afferma il presidente del V muncipio, Mauro Caliste -. Il problema li’ c’e’ perche’ per tanti anni c’e’ stato un rimpallo di competenza tra la Regione e’ il Comune. Ci sono autodemolitori regolari e non regolari. Quindi bisogna trovare un posto dove spostarli perche’ sicuramente e’ un’attivita’ indispensabile in una citta’ come Roma”.

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Nave da Capri contro la banchina, sale ancora il bilancio: 44 feriti, uno in codice rosso

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Il bilancio di feriti e contusi nell’incidente che ha visto coinvolta la nave veloce Isola di Procida della Caremar, proveniente da Capri e finita contro la banchina del molo Beverello a Napoli, continua ad aggravarsi: nell’ultimo bollettino della Asl 1 di Napoli si evidenza che in 44 hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari. Urtata probabilmente a causa del forte vento durante la manovra di attracco, la nave veloce trasportava più di 100 persone, molti appartenenti alle forze dell’ordine in servizio a Capri per il G7 dei ministri degli Esteri.  Solo una persona è stata ricoverata in codice rosso ma non. è in pericolo di vita. La Asl 1 ha allestito un PMA, posto medico avanzato pe rprestare i primi soccorsi direttemante sulla banchina dove è avvenuto l’incidente : il personale sanitario intervenuto valutava le condizioni dei feriti e li smistava negli ospedali cittadini. Nel comunicato della direzione il ringraziamento a tutti gli intervenuti per soccorrere e curare i passeggeri coinvolti

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Nuovo identikit per Giovanni Motisi diffuso dalla Polizia: è caccia al latitante dell’ala stragista di Cosa Nostra

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal lontano 1998 e inserito nell’elenco dei fuggitivi di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Motisi è noto come uno degli ultimi grandi latitanti protagonisti della fase stragista di Cosa Nostra, e le indagini per la sua cattura sono in corso senza sosta.

Le autorità di Palermo stanno coordinando le indagini, con l’obiettivo di rintracciare e arrestare Giovanni Motisi. A tal fine, la Polizia di Stato ha adottato anche le più moderne tecnologie investigative, tra cui la tecnica della “Age progression”, che consente di elaborare un’immagine del volto dell’individuo invecchiato nel tempo.

La tecnica dell’Age progression si basa sull’analisi e l’attualizzazione di specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Utilizzando le competenze e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state rielaborate e aggiornate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 e ’90.

Questo lavoro tecnico ha consentito di creare un nuovo identikit con alcune possibili variazioni dei tratti attuali del volto di Giovanni Motisi. Si tratta di un ulteriore sforzo per stringere il cerchio delle indagini e arrivare alla cattura del pericoloso latitante.

“Il nuovo identikit faciliterà il lavoro degli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo, ma potrà anche incoraggiare la collaborazione dei cittadini”, sottolineano le autorità della Polizia di Stato.

L’appello alle persone è quindi chiaro: ogni informazione che possa aiutare a individuare Giovanni Motisi e a portarlo di fronte alla giustizia è preziosa e fondamentale per garantire la sicurezza della comunità e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

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Napoli, incidente traghetto da Capri, bilancio aggiornato: una trentina le persone medicate

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 La nave veloce trasportava oltre 100 passeggeri tra uomini delle forze dell’ordine impegnati a Capri in questi giorni in turni per i servizi predisposti per la sicurezza del G7 dei ministri degli Esteri, e turisti. Le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici o sono passate per un pronto soccorso sono una trentina, 21 i feriti in ospedale, una donna è la più grave, gli altri – questo il bollettino della Asl 1 – sono ‘policontusi’.

Lo squarcio nell’ Isola di Procida

il bollettino dell’Asl 1 di Napoli

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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