Collegati con noi

Cronache

In dad si può bocciare ma “occorre tenere conto delle difficoltà”

Pubblicato

del

Tornano le bocciature a scuola ma il ministero dell’Istruzione invita “a tenere in debito conto le difficolta’ incontrate dagli alunni” a causa della pandemia e della dad che ha costretto a casa, per lunghi mesi, soprattutto i ragazzi piu’ grandi. E quindi se e’ vero che non e’ stata confermata l’eccezione introdotta l’anno scorso quando, a causa dell’improvviso lockdown a marzo, si era proceduto a un sostanziale ‘tutti ammessi’ a giugno, una qualche forma di tutela per gli studenti e’ stata prevista anche quest’anno. Il ministero dell’Istruzione infatti, nella circolare inviata agli istituti con alcune indicazioni operative per gli scrutini, puntualizza che il consiglio di classe procedera’ alla valutazione degli studenti sulla base dell’attivita’ didattica effettivamente svolta, in presenza e a distanza, a prescindere da quali fossero i programmi iniziali. Le scuole, inoltre, potranno stabilire – per casi eccezionali e motivandole – straordinarie deroghe riguardo al rispetto del requisito di frequenza. In particolare, chi frequenta licei, istituti tecnici o professionali, per essere ammesso alla classe successiva senza ulteriori incombenze (recupero degli apprendimenti, ecc.) dovra’ innanzitutto avere un voto di condotta non inferiore a sei. Dopodiche’ bisognera’ avere una votazione ‘sufficiente’ (non inferiore a sei decimi) anche in tutte le discipline previste dal piano di studi, compresa l’Educazione civica. Infatti, un voto insufficiente anche solo in educazione civica, comportera’ la sospensione del giudizio e la necessita’ di superare una prova d’esame per ciascuna materia in cui si sono registrate lacune. Accertamenti da svolgere prima dell’inizio scolastico e che, se non superati, determinano la conferma della bocciatura. Alle scuole medie, invece, nel caso di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o piu’ discipline, il consiglio di classe potra’ deliberare, ma solo con adeguata motivazione, la non ammissione alla classe successiva. La valutazione sul comportamento sara’ espressa con un giudizio sintetico. Con i Consigli di classe che, anche qui, potranno stabilire, per casi straordinari, delle deroghe rispetto al requisito di frequenza anche con riferimento alle specifiche situazioni dovute all’emergenza pandemica. Gli alunni delle scuole elementari, infine, sono ammessi alla classe successiva e alla prima classe della scuola media “anche in presenza di livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione”. I docenti dunque “possono non ammettere gli alunni alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione”. Gli studenti contro ogni previsione non hanno preso male il ritorno delle valutazioni: il 56% – secondo un sondaggio – e’ d’accordo sul ritorno delle bocciature, anche se quelli che si oppongono a questo scenario li tallonano a poca distanza (44%) E si va verso la chiusura dell’accordo tra sindacati della scuola e ministero dell’Istruzione, il ‘Patto per la scuola al centro del Paese’, che deve avere solo l’ok definitivo di Palazzo Chigi. Il documento prevede nuove procedure di reclutamento per assicurare la presenza dei docenti al 1 settembre di ogni anno in classe, vuole garantire la sicurezza degli ambienti scolastici, assicurare la continuita’ didattica tramite una programmazione pluriennale degli organici e dei contratti a tempo determinato, combattere gli abbandoni e la dispersione scolastica e molto altro. Saranno poi i tavoli tecnici a occuparsi dei singoli temi dell’accordo che verra’ siglato con ogni probabilita’ nel fine settimana o all’inizio della prossima.

Advertisement

Cronache

Napoli, sequestrata nave turca con grano ucraino: conteneva sigarette di contrabbando

Pubblicato

del

Nave carica di mais e grano ucraino e sigarette di contrabbando. Carabinieri arrestano 4 persone, anche il comandante del cargo

Si tratta di una nave turca, battente bandiera panamense, dove i carabinieri della sezione operativa e radiomobile di Castellammare di Stabia hanno trovato migliaia di pacchetti di sigarette di contrabbando. Proveniente dall’Ucraina con un carico di mais e grano e attraccata nel porto di Torre Annunziata, l’imbarcazione nascondeva nella stiva circa 7000 pacchetti di sigarette di origini serbe ma destinate verosimilmente al mercato nero napoletano.

In manette il comandante della nave, un 39enne siriano di Tartus e 3 oplontini di 68, 57 e 58 anni. Questi ultimi avevano appena prelevato 500 stecche del carico (5000 pacchetti) e li avevano stipati in un’auto. Sono stati arrestati per contrabbando di tabacchi esteri.

Continua a leggere

Cronache

Sindaco di Avellino Festa arrestato, indagati la vice sindaco Nargi e un consigliere comunale

Pubblicato

del

Arresto per il sindaco dimissionario di Avellino, Gianluca Festa. L’ex esponente del Pd e’ coinvolto in un’indagine per peculato e induzione indebita a dare e promettere utilita’ ed e’ ora ai domiciliari insieme a un architetto, fratello di un consigliere comunale, Fabio Guerriero e a una dirigente del Comune. I carabinieri, titolari dell’indagine della procura di Avellino, hanno anche eseguito perquisizioni a carico del vicesindaco Laura Nargi, del consigliere Diego Guerriero, capogruppo Viva la Liberta’, lista civica a sostegno di Festa, e fratello di Fabio e dei fratelli Canonico, presidente e commercialista della DelFes, squadra di basket serie B.

Al centro delle indagini c’e’ proprio la squadra di basket di serie B, riconducibile a Festa. Per gli inquirenti, ha ottenuto sponsorizzazioni da imprese che erano assegnatarie di appalti e affidamenti dal Comune di Avellino. Gli inquirenti ipotizzano per questo che esista un’associazione a delinquere.

La sua piu’ grande passione e’ il basket. Gianluca Festa, 50 anni, sindaco di Avellino dal giugno del 2019, si e’ dimesso il 25 marzo quando la procura di Avellino gli ha perquisito casa e ufficio. E proprio nel corso della comunicazione della notizia alla stampa, fece riferimento al suo amato basket, e al fatto che quanto li contestava la procura era relativo alla pallacanestro. Quando venne eletto, infatti, la squadra della citta’, lo storico club Scandone, fondato nel 1948 e per 20 anni in serie A, era fallito. Lui vi aveva giocato come titolare nel 1995. Uno smacco per Avellino e i tifosi, quel fallimento, e cosi’, pur di salvare la pallacanestro, Festa verso’ 20 mila euro dal suo conto corrente per garantire l’iscrizione di una squadra irpina al campionato di serie B. Ora Festa e’ ai domiciliari, indagato tra gli altri insieme all’amministratore delegato della squadra, la Delfes, Gennaro Canonico per presunti appalti pilotati al Comune di Avellino per i reati di corruzione, associazione a delinquere, turbativa d’sta e falso in atto pubblico. Alcune delle imprese che si sono aggiudicate gli appalti hanno anche sostenuto economicamente la societa’ di basket. “Non c’e’ niente perche’ non c’e’ mai stato niente e anche dalle perquisizioni non e’ emerso nulla. Chi pensava che questa fosse una bomba, si e’ ritrovato in mano una miccetta. E se qualcuno pensava di poter condurre con questi argomenti la campagna elettorale che si avvicina, ha sbagliato. Perche’ noi siamo persone perbene e aspetteremo l’esito delle indagini. Che non porteranno a nulla”, aveva detto Festa all’indomani delle perquisizioni.

È sempre d’uopo ricordare che le azioni dei Pm sono esercizi dell’azione penale obbligatoria ma non sono sentenze di condanna e che per gli attuali indagati c’è il principio di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio.

Continua a leggere

Cronache

Uccisero il padre violento, nuova condanna per i figli

Pubblicato

del

Sono stati condannati di nuovo i fratelli Scalamandrè per l’omicidio del padre Pasquale, indagato per maltrattamenti nei confronti della madre, avvenuto il 10 agosto del 2020 al culmine di una lite nella loro abitazione a Genova. La Corte d’Assise d’appello di Milano, davanti alla quale si è celebrato il processo di secondo grado ‘bis’, ha confermato la sentenza di primo grado: 21 anni di reclusione per Alessio e 14 per Simone. I due uomini, che oggi hanno 32 e 24 anni, sono accusati di avere ucciso il genitore 63enne colpendolo diverse volte con un mattarello dopo che lui si era presentato a casa loro per chiedere al maggiore di ritirare la denuncia nei suoi confronti. I giudici genovesi, in appello, avevano confermato i 21 anni di pena per Alessio, decidendo invece di assolvere Simone.

La Corte di Cassazione, però, lo scorso novembre aveva annullato con rinvio entrambe le sentenze, stabilendo che il nuovo processo si sarebbe svolto a Milano in quanto a Genova esiste una sola Corte d’Assise d’appello e gli imputati non possono essere giudicati due volte dagli stessi giudici. Per il caso del fratello maggiore, nell’annullare la decisione, gli Ermellini avevano tenuto conto della decisione della Corte Costituzionale che aveva decretato l’illegittimità dell’articolo del Codice Rosso che impediva di far prevalere le attenuanti generiche sull’aggravante di un delitto commesso in ambito familiare, e del ricorso dei difensori che invocavano l’attenuante della provocazione.

Nell’annullamento del verdetto nei confronti di Simone, invece, la Cassazione aveva invitato i giudici meneghini a motivare adeguatamente un’eventuale nuova sentenza di assoluzione. La Procura generale di Milano aveva chiesto 8 anni e mezzo per il fratello più giovane e una pena a 11 anni per l’altro, concordata con la difesa. Per quest’ultimo gli avvocati Nadia Calafato e Riccardo Lamonaca avevano invece chiesto l’assoluzione perché, a quanto hanno detto in aula, il ragazzo “non è l’autore materiale, assieme al fratello, dell’omicidio”.

“È un momento difficile, molto negativo”, ha osservato fuori dall’aula l’avvocato Lamonaca, sottolineando che “sicuramente” non sono state riconosciute l’attenuante della provocazione né la prevalenza di quelle generiche. “Le sentenze non si commentano, ma si impugnano. Cercheremo di cambiare ancora una volta questa sentenza. Non è ancora quella definitiva”. Entrambi i fratelli erano presenti alla lettura del dispositivo. Il giorno dell’omicidio erano stati i due fratelli a chiamare la polizia e raccontare l’accaduto, spiegando che i colpi mortali erano arrivati al culmine di una lite che si era trasformata in colluttazione. Alessio lo aveva infatti denunciato per maltrattamenti e minacce nei confronti della madre, che era stata costretta a trasferirsi in una comunità protetta.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto