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Cronache

In 3 anni 350mila giovani laureati e diplomati italiani sono emigrati all’estero, ma la politica discute di invasioni di migranti

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In un Paese a crescita demografica zero, con migliaia di giovani diplomati e laureati che scappano all’estero alla ricerca di lavoro e di opportunità, le poche cose che di tanto in tanto sentiamo dire alla classe dirigente è che “faranno” qualcosa per far tornare a casa i nostri giovani. Qualcuno su spinge a che a promettere che daranno loro opportunità per non  partire o per tornare in Italia. Talvolta politici che non hanno una idea precisa del futuro del Paese, parlano di fuga di cervelli e si impegnano a favorirne il rientro in Patria con politiche incentivanti. Ma non vanno mai oltre la proclamazione di buone intenzioni. Ora al fine di evitare inutili moralistiche inveterate, forse è opportuno conoscere i numeri di due migrazioni nel nostro Paese. C’è una migrazione che ossessiona e una di cui ce ne infischiamo alla grande. Dal 2016 al 2018, a leggere i dati dell’Istat hanno lasciato l’Italia quasi 35o mila giovani, nella maggioranza dei casi laureati e diplomati, alla ricerca di lavoro adeguato alla loro professionalità, al loro grado di istruzione. In Italia non lo trovano o se lo trovano è sottopagato e precario. E dunque sono disposti anche a sradicarsi pur di dare un senso alla loro vita. Nessuno deve giudicare le scelte talvolta laceranti di questi giovani italiani. Possiamo però ragionare su dati di fatto. Il nostro Paese e le famiglie di questi giovani spendono centinaia di migliaia di euro per portarli alla laurea. Questi laureati che poi emigrano ce li ritroviamo protagonisti in ricerche scientifiche, progetti, costruzioni, realizzazioni, partecipazione in ruoli di primo piano nei successi di altre nazioni in ogni campo. L’Italia con i suoi figli perde due volte. Perde perché non gli dà chance dopo averli istruiti. Perde perchè non riesce a farli restare e non è capace di farli tornare. Embè, se è vero che il capitale più importante di un Paese è quello umano, diciamo che l’Italia è specializzata nel depauperare questa ricchezza.

Noi vi proponiamo i numeri di chi se ne va dall’Italia e quelli di chi entra in Italia. Le motivazioni dell’esodo degli italiani e dell’arrivo oramai di poche migliaia di disperati sembrano carpire una strabica attenzione verso due questioni serie. L’arrivo di poche migliaia di africani è diventata una ossessione per alcuni nostri politici. C’è oramai un comune sentire italico secondo cui siamo vittime di una invasione. C’è chi parla di sostituzione etnica. C’è chi usa anche altri termini per inverare una realtà che non esiste se non nelle loro paure del diverso per colore della pelle o perchè crede in un altro dio o perchè veste in maniera “strana”. C’è oramai una quotidiana narrazione di questa invasione anche da parte di certi media che fa oramai sembrare vere sensazioni e percezioni di una realtà che non esiste. C’è una sorta di ossessione del migrante, ossessione delle migrazioni, ossessione del diverso.   La parola ossessione è stata usata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel definire il comportamento del suo ministro dell’Interno Matteo Salvini.  L’uso della parola ossessione (*), termine della medicina psichiatrica,  non è certo casuale e forse manco strumentale. Negli ultimi 30 giorni il ministro dell’Interno nella sua proiezione social (cioè il 75 % per cento del tempo della giornata lavorativa del ministro pagata dagli italiani) ci ha fatto sapere tutto quello che pensa dei migranti in Italia e di quelli che sono sulle barche o sulle coste libiche e vorrebbero arrivare in Europa. Quello che proprio non riesce ad appassionare i politici italiani e dunque i media italiani è la fuga di centinaia di miglia di ragazzi italiani all’estero in cerca di lavoro.

Questo non appassiona nessuno. In un Paese di 60 milioni di italiani ogni giorno tocca discutere, grazie alle propalazioni via social del  “pusher nigeriano che aiuta la camorra a vendere la droga”, del “ubriacone della Tanzania che gira per strada col machete”, del “Pedofilo gambiano che stupra le ragazzine” e altri odiosi e turpi reati commessi da un immigrato (regolare o clandestino non importa a chi ama questo genere di news) e per estensione del colore della pelle o della condizioni di migranti da attribuire a tutti quelli che arrivano in italia sui barconi. Il concetto che deve passare è che su quei barconi ci sono solo terroristi islamici, cristiani copti invasati, violentatori di professione, futuri mafiosi da assoldare, camorristi in erba da coltivare,  ’ndranghetisti da arruolare, narcotrafficanti per nascita e altre scempiaggini che in altri contesti farebbero ridere ma non in questo contesto preciso e con questo clima politico di odio e di dagli all’immigrato. Oramai, usiamo parole del primo ministro italiano, c’è chi ha ridotto la seria e delicata questione migranti in una formuletta propagandistica-giornalistica “porti chiusi”. Una formuletta buona per le prossime elezioni non per il futuro e il bene del Paese.

 

I migranti italiani di età ricompresa tra i 25 e i 44 anni che lasciano l’Italia:

  • Nel 2016: 115 mila italiani sono scappati all’estero; 
  • Nel 2017: 114 mila italiani sono espatriati in cerca di lavoro;
  • Nel 2018: 120 mila italiani sono emigrati in cerca di lavoro.

Fonte Istat

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I migranti stranieri sbarcati in Italia di ogni età provenienti soprattutto dall’Africa Subsahariana, zona del mondo dove infuriano guerre civili, guerre dei religiose, guerre per l’acqua e per il cibo, dove c’è fame, ci sono carestie, dove anche le più banali malattie sono letali:

  • Nel 2017: sono approdati in Italia 97.313 migranti
  • Nel 2018: sono entrati in Italia 19.277 migranti
  • Nel 2019: Al momento siamo a 4.269 migranti arrivati vivi in Italia 

 Fonte Viminale

 

 

(*) Da wikipedia: Ossessione o pensiero ossessivo è un fenomeno psicopatologico che consiste in un’idea fissa o in una rappresentazione mentale accompagnata da un vissuto ansiogeno e che il soggetto non può controllare pur avendone coscienza. Si tratta di un pensiero continuo, che ricorre e persiste nonostante gli sforzi per ignorarlo o eliminarlo. Quando tali pensieri sono associati al disturbo ossessivo-compulsivo, alla depressione, al disturbo dismorfofobico e talvolta al disturbo da deficit di attenzione/iperattività, i pensieri possono diventare paralizzanti, ansiogeni o persistenti. I pensieri ossessivi sono anche associati al disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, al disturbo da stress post-traumatico, ad altri disturbi d’ansia, ai disturbi alimentari o alla psicosi.

 

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Spia l’ex compagno Alex Britti con una telecamera nascosta: condannata a sei mesi

Una 35enne è stata condannata a sei mesi per aver spiato il cantante Alex Britti con telecamere installate nel suo appartamento. Disposto un risarcimento di 6.000 euro per l’artista.

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Una donna di 35 anni è stata condannata a sei mesi di reclusione dal tribunale di Roma per aver spiato il suo ex compagno, il cantautore e chitarrista Alex Britti, installando telecamere nascoste nel suo appartamento.

La vicenda risale al maggio 2022 e ha portato alla condanna per il reato di interferenze illecite nella vita privata, previsto dall’articolo 615-bis del codice penale.


Le accuse: telecamere con controllo remoto

Secondo l’accusa, la donna avrebbe collocato un dispositivo di videoregistrazione dotato di scheda di memoria e collegamento internet, in grado di trasmettere immagini da remoto.

Attraverso il sistema, l’imputata avrebbe ottenuto notizie e immagini della vita privata di Britti, che si è costituito parte civile nel processo, assistito dagli avvocati Gianluca Tognozzi e Alessia Casinelli.


Risarcimento per il cantante

Oltre alla condanna, il giudice ha disposto un risarcimento di 6.000 euro in favore dell’artista, riconoscendone la violazione della privacy e dei diritti personali.

La sentenza chiude una vicenda che ha scosso il mondo dello spettacolo e che riporta l’attenzione sui limiti della tecnologia e sulla necessità di tutelare la sfera privata anche nei rapporti interpersonali più intimi.

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Italia tra i Paesi più longevi d’Europa ma c’è anche un rischio di povertà

Secondo il rapporto Bes 2024 dell’Istat, l’Italia è tra i Paesi più longevi d’Europa ma con alti livelli di povertà, disuguaglianze economiche e scarsa occupazione femminile.

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L’Italia si conferma un Paese di contrasti. Secondo il Rapporto Bes 2024 dell’Istat, gli italiani (la foto Imagoeconomica è stata generata con sistemi di Ia) vivono più a lungo della media europea, ma affrontano condizioni economiche più difficili. L’aspettativa di vita alla nascita si attesta a 84,1 anni, contro gli 81,7 dell’Unione europea, collocando il Paese ai vertici della longevità nel continente.

Gli esperti spiegano il primato con fattori come la dieta mediterranea, le reti familiari, il clima temperato e l’accesso diffuso alle cure primarie. Ma la qualità della vita non va di pari passo con quella economica.


Povertà e disuguaglianze ancora superiori alla media europea

Nel 2024 il rischio di povertà in Italia ha toccato il 18,9% della popolazione, contro il 16,2% della media Ue, e la disuguaglianza del reddito netto si conferma più alta (5,5% rispetto al 4,7% europeo).

C’è però un lieve miglioramento nel lungo periodo: il divario tra il 20% più ricco e il 20% più povero si è ridotto da 5,8 nel 2014 a 5,5 nel 2023.


Lavoro e formazione: i punti deboli del Paese

Il rapporto Istat evidenzia “significativi svantaggi” nel mercato del lavoro: il tasso di occupazione in Italia è del 67,1%, 8,7 punti sotto la media Ue. Tra le donne, la distanza cresce: 57,4% contro il 70,8% europeo.

Anche l’istruzione resta un tallone d’Achille. Solo il 31,6% dei giovani tra 25 e 34 anni è laureato (contro il 44,1% nell’Ue27), e il 66,7% degli adulti ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado (contro l’80,5% Ue).

Nelle professioni scientifico-tecnologiche, la quota di laureati è del 26,7%, 7,4 punti in meno della media europea.


Ricerca e innovazione in ritardo

Sul fronte dell’innovazione, l’Italia investe appena l’1,37% del Pil in ricerca e sviluppo, molto meno della media europea, che si attesta al 2,22%.

Un ritardo strutturale che penalizza la crescita e limita la competitività del sistema produttivo, nonostante il Paese continui a eccellere in alcuni settori manifatturieri e culturali.


Indicatori positivi: sicurezza e costo della casa

Non tutto è negativo. Il tasso di omicidi in Italia è tra i più bassi d’Europa — 0,6 ogni 100.000 abitanti contro lo 0,9 dell’Ue27 — e il sovraccarico del costo dell’abitazione risulta inferiore di 3,1 punti percentuali rispetto alla media europea (8,2% contro 11,3%).

In generale, su 39 indicatori europei analizzati, l’Italia presenta valori migliori in 11 casi e peggiori in 18, confermandosi un Paese povero ma longevo, dove la qualità della vita resta diseguale e ancora troppo legata al territorio, al genere e al livello di istruzione.

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Tragedia a Muggia: madre ucraina uccide il figlio di nove anni, il bambino era stato affidato al padre

A Muggia, in provincia di Trieste, una madre ucraina ha ucciso il figlio di nove anni tagliandogli la gola. Il bambino, affidato al padre dopo la separazione, era in visita alla donna.

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Una tragedia sconvolgente ha scosso la comunità di Muggia, alle porte di Trieste. Una donna di nazionalità ucraina ha ucciso il figlio di nove anni, tagliandogli la gola con un coltello all’interno della loro abitazione in via Marconi, nel centro cittadino.

L’allarme è stato lanciato nella serata di ieri dal padre del bambino, che vive fuori dal Friuli Venezia Giulia e non riusciva a mettersi in contatto con l’ex compagna. Quando la Squadra Mobile di Trieste è arrivata nell’appartamento, il piccolo era già morto.


Una famiglia seguita dal tribunale e dai servizi sociali

La vicenda familiare era nota ai servizi sociali ed era seguita anche dal tribunale minorile. Dopo la separazione, la custodia del bambino era stata affidata al padre, ma la madre aveva mantenuto il diritto di incontrare il figlio, secondo quanto stabilito dalle disposizioni del giudice.

I rapporti tra i due genitori erano difficili, come hanno riferito persone vicine alla famiglia. Ieri sera, l’incontro si è trasformato in tragedia.


Il corpo trovato in bagno, la madre in stato di choc

Quando i Vigili del Fuoco e gli agenti di polizia sono entrati nell’abitazione, il corpo del bambino era già senza vita da diverse ore e si trovava nel bagno di casa.

La donna è stata trovata in stato di choc e soccorsa sul posto. Gli inquirenti stanno ricostruendo la dinamica dei fatti e le eventuali motivazioni del gesto, mentre la Procura di Trieste ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario aggravato.

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