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Improbabile via libera Ema al vaccino AstraZeneca, Ue compra altre 100 milioni di dosi Pfizer

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L’euforia internazionale per l’arrivo del vaccino anti-Covid patisce la prima frenata. Ritardi nelle forniture da parte delle aziende farmaceutiche e problemi di pianificazione in Europa quanto negli Stati Uniti sono emersi nelle ultime ore gelando l’entusiasmo di questi giorni. A confermare quanto sia seria la questione e’ arrivato un Tweet della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che ha annunciato: “Abbiamo deciso di prendere altre 100 milioni di dosi aggiuntive del vaccino BioNTech-Pfizer, gia’ in uso per vaccinare gli europei. Avremo quindi 300 milioni di dosi di questo vaccino, che e’ stato valutato sicuro ed efficace. Altri vaccini seguiranno”. Intanto l’Agenzia regolatoria del farmaco europea giusto oggi ha avvertito per bocca del vice direttore esecutivo Noel Wathionche che e’ “improbabile” che l’Ema riesca a dare il via libera al vaccino AstraZeneca-Oxford a gennaio poiche’ “non hanno ancora fatto domanda” visto che “servono altri dati sulla qualita’ del siero”. Un ritardo dovuto in sostanza ad errori metodologici nella prima sperimentazione del candidato vaccino. La Germania dal canto suo si e’ anche mossa autonomamente con l’acquisto reso noto ieri di 30 milioni di dosi di vaccino da BionTech-Pfizer che si aggiungono ai 55,8 milioni destinate alla Repubblica Federale nella ripartizione fatta dall’Ue. Neppure negli Usa le cose vanno meglio, tanto che a intervenire sulla questione e’ stato il presidente eletto Joe Biden che ha lanciato un monito all’amministrazione Trump per i ritardi sul fronte della distribuzione dei vaccini. E ha annunciato il suo piano tenuto conto che le previsioni erano di 20 milioni di americani vaccinati entro la fine dell’anno. Biden inoltre ha sottolineato che la situazione sul fronte dei contagi e dei decessi in America e’ prevista “tragicamente” in peggioramento nelle prossime settimane”. Dati confermati dal virologo Anthony Fauci: “Siamo di fronte a un picco dei casi diventato fuori controllo sotto diversi aspetti -ha detto – ” e ha confermato che gli Usa sono in ritardo sulla tabella di marcia per la distribuzione dei vaccini. A rallentare le operazioni c’e’ stata la richiesta dell’Fda di ulteriori controlli di qualita’ su ogni spedizione di vaccini. A fare il punto sulla situazione e’ la rivista The Lancet Infectious Diseases. Secondo i dati pubblicati, la Pfizer prevede di produrre fino a 1,3 miliardi di dosi nel 2021, ma questo vaccino deve essere conservato a 70 gradi sotto zero e per Zoltan Kis, dell’Imperial College di Londra, il siero “non puo’ porre fine alla pandemia perche’ non sara’ possibile stabilire una catena ultra-fredda in tutto il mondo”. La casa farmaceutica Moderna ha detto che puo’ produrre fino a 1 miliardo di dosi nel 2021. In Russia e’ gia’ partita la vaccinazione dei lavoratori dei servizi essenziali con lo Sputnik V. Il vaccino di AstraZeneca si conserva a 2-8 gradi ed e’ prevista la produzione fino a 3 miliardi di dosi nel 2021. Secondo il sito ‘our world in data’ al momento sono 4,6 milioni le dosi di vaccino inoculate nel mondo, quasi meta’ negli Usa. Il Paese che ha fatto piu’ vaccini in rapporto agli abitanti e’ Israele, che ha somministrato 5,7 dosi ogni 100 abitanti, seguito da Bahrein (3,2) e Gran Bretagna

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Covid: tra Natale e Capodanno scendono casi, stabili le morti (31)

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In Italia scendono i contagi mentre i decessi restano sostanzialmente stabili nella settimana tra Natale e Capodanno: dal 26 dicembre all’1 gennaio sono stati registrati 1.559 nuovi positivi, in calo rispetto ai 1.707 del periodo 19-25 dicembre, mentre le morti sono state 31 rispetto ai 29 casi nei 7 giorni precedenti. E’ quanto si legge nel bollettino settimanale sul sito del ministero della Salute. Lombardia e Lazio, seguite dalla Toscana, sono le regioni che hanno riportato più casi. Le Marche registrano il tasso di positività più alto (11,4%). Ancora una riduzione del numero di coloro che si sottopongono a tamponi: scendono da 44.125 a 34.532 e il tasso di positività cresce dal 3,9% al 4,5%.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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